Avviso ai naviganti: occupiamo tutto!!!

 


 

Gli studenti hanno risposto a Berlusconi occupando molte facoltà universitarie e molte scuole. «Non abbiamo paura» hanno detto. C'è una splendida canzone di Paolo Pietrangeli, del '68, che contiene un verso famosissimo (che Paolo strillava con la sua voce bella e roca, accompagnandosi con la chitarra, ed entusiasmava i ragazzi di allora): «...Non siam scappati più, non siam scappati più!». Quella canzone parlava di Valle Giulia, l'epica giornata di marzo (primo marzo) che diede il via al '68. Lo Stato cercò di sopprimere il '68 con la violenza delle camionette, e gli studenti resistettero. Vinsero. C'è un abisso tra il '68 e oggi. Il movimento di allora e la grande mobilitazione degli studenti e dei professori di oggi hanno in comune quasi niente, visto che avvengono in due epoche storiche abissalmente lontane. Però le classi dirigenti italiane stanno vivendo queste lotte, queste rivolte, con lo stesso spirito di allora. Hanno paura. Non capiscono bene. Non conoscono i linguaggi degli studenti, i meccanismi delle loro mobilitazioni, le possibilità di negoziato. Fu così anche 40 anni fa. E questa incapacità delle classi dirigenti di affrontare la «novità politica», l'imprevisto, provocò il corto circuito, l'incendio.
Berlusconi minaccia di usare la polizia, istigato dal giornale di Vittorio Feltri, «Libero», che ieri titolava a tutta pagina: «Chiamate la polizia». Dava la linea al premier. E' chiaro che chi sta perdendo la testa, chi ha paura, non sono gli studenti, è il potere, è il governo. Ha fatto bene Veltroni a rispondere con la nettezza con la quale ha risposto ("Liberazione" che parla bene di Veltroni è una rarità assoluta!), ha fatto bene Ferrero a evocare l'immagine drammaticissima di Bava Beccaris (il feroce generale sabaudo e "umbertino"che nel 1900 attaccò la piazza di Milano, in rivolta, e la disseminò di morti). Berlusconi cosa vuole dire quando ci avverte che il problema degli studenti lo risolerà con la polizia?Che difenderà la riforma Gelmini "in armi"?
Ieri a Roma si sono svolti i funerali di Vittorio Foa, uno dei più grandi protagonisti del movimento operaio dell'ultimo secolo (aveva 98 anni). Ricordando la sua figura, Pietro Marcernaro ( sindacalista e uomo politico torinese, allievo di Foa) ha raccontato un aneddoto fantastico della vita di Foa. Successe che non so bene chi stava preparando un libro di testimonianze, intitolato "perseguitati dal fascismo", e chiese a Foa un ricordo personale (avendo Vittorio passato in un carcere fascista gli 8 anni più belli della sua gioventù, dai 25 ai 33 anni). Vittorio Foa rispose stupìto alla richiesta. Disse: «Ci deve essere un equivoco, io non sono stato perseguitato dal fascismo, io ho perseguitato il fascismo. E lo ho perseguitato così tenacemente che alla fine loro, impauriti, sono stati costretti a mettermi in prigione...»
La mobilitazione degli studenti sta davvero mettendo in crisi la politica e la sua agenda. L'opposizione alla riforma Gelmini, innanzitutto, è formidabile. Difficilissima da aggirare. E per il governo Berlusconi il rischio di perdere la riforma Gelmini ( o addirittura di vedere il ministro costretto alle dimissioni) è un vero incubo. Perché il rischio è che si rovescino tutti i fattori positivi che hanno segnato questi primi sei mesi della legislatura. Che si inverta il flusso dell'opinione pubblica e si blocchi l'idea che siamo entrati in una fase nella quale chi governa può fare quello che vuole, senza ostacoli e senza dover rendere conto. Chi è il più preoccupato di tutti, per questa nuova situazione? Prima ancora del premier è preoccupato il "gotha" della borghesia italiana, diciamo Confindustria. La quale sa benissimo che se si apre il ciclo delle lotte e dei conflitti, e se il governo perde la "bacchetta magica", chi ci va di mezzo è il disegno di restaurazione che Confindustria contava di portare a termine col favore del berlusconismo. Riduzione dei salari, ma soprattutto riduzione dei diritti e colpo mortale ai sindacati che permetta, per un lungo periodo, la prospettiva del potere assoluto degli imprenditori. Passaggio fondamentale l'accordo con Cisl e Uil sui contratti, al quale con fatica si sta opponendo la Cgil. Il movimento degli studenti può dare una spinta, spostare il clima, condizionare lo stesso movimento sindacale, spingerlo a sinistra, dargli forza. E far saltare i sogni di Confidustria. E se succede questo tutta la partita politica italiana riparte da zero, si torna a prima del grande successo elettorale berlusconiano di aprile. Berlusconi lo sa che questo è il rischio. Più o meno successe così anche nel 2001, quando prima il movimento no global poi la grande mobilitazione della Cgil tagliarono le gambe al suo disegno, lo sconfissero alla radice. Per questo reagisce pensando alla polizia. Immaginandosi di poter abbattere il movimento in pochi giorni. Come andrà a finire? Dipenderà tutto da quel misterioso "teorema di Foa". E cioè dalla domanda: E' Berlusconi che sta perseguitando gli studenti o gli studenti che perseguitano lui?

Piero Sansonetti
da www.liberazione.it
23/10/2008

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Commenti

Ritratto di Anonimo

Okkupiamo Tutto! Finalmente vedo un grande risveglio in voi cari compagni e compagne del Prc, non ascoltate gli appelli !da qualunque parte arrivino ma portate fino alla fine la vostra protesta, non abbiate paura. la strada che avete intrapreso è giusta! Occupiamo il biellese! Occupiamo l' italia! Diciamo No ad un Diktat fascista come il decreto della ministra Gelmini, andiamo avanti nella nostra battaglia, anche sè è una goccia di fronte alla borghesia clerico.fascista mondiale! La nostra è una battaglia per difendere ì più deboli, i cari fratelli immigrati da ogni nazione venga e tutto il proletariato, alziamo le rosse bandiere! Avanti, che la vittoria sarà vostra coraggiosi studenti! Avanti! MAGGIO 68-OTTOBRE 2008 Avanti ragazzi e ragazze, di qualsiasi razza e cultura! Fronte unito contro il governo dell' unto di arcore e della sua cricca!
Ritratto di Anonimo

La protesta nelle scuole non è un invito a nozze! Questa volta non ci arrenderemo ma porteremo avnti sino alla fine la nostra protesta(dalle dichiarazioni rilasciate dagli occupanti l' orientale di Napoli! Ribellarsi è giusto! vIA I BARONI FASCISTI E CLERICALI!
Ritratto di Anonimo

Vai! occupiamo! muoviamoci anche a Biella, nelle scuole...Persino presidi come Rigola sono fortemente contrari alla riforma, cosa aspettiamo a darci una mossa?organizziamo almeno manifestazioni,autogestioni,assemblee...già quella di domani mi sembra un buon punto di partenza...
Ritratto di Anonima

Una scintilla può incendiare una prateria, continuate a scioperare ad oltranza, il falso incontro voluto oggi dalla Gelmini dimostra il fascismo del governo Berlusconi.
Ritratto di Anonimo

La Gelmini mangia i bambini!
Ritratto di Anonimo

Su il Venerdì , settiminale di Repubblica c'è una specie di gioco dell' oca che racconta la storia della scuola negli ultimi venti anni. è fatto molto bene.
Ritratto di Aldissimo

Cesare Ragazzi vi osserva ovunzque voi siate-------------- ............... PS: Comunque sia attacare manifesti in giro è pienamente marxista-leninista. Come diceva il compagno Mao bisogna affiggere ovunque il pensiere proletario e marxista-leninista-
Ritratto di Aldissimo

Mao Dun Shen Yen Ping- Grande Scrittore cinese, encomiabile esembio di uomo d'acciaio dal cuore marxista-leninista e proletario che regalò alla cina scritti dalla profondità irragiungibile e insondabile, diciamo pure scritti che farebbero tacere i vari Pansa di turno, come diceva giustamente il compagno Mao fare politica dal basso non è un ivito a nozze. La verità non siam noi, ma la verità si trova nel marxismo-leninismo pensiero del compagno Mao e nei suoi sitche sono ciò ci libera dalle catene della società patriarcale e familista. C'è chi vuole adeguarsi alla verità eterna ed immutabile del marxismo-leninismo pensiero di Mao e chi invece vuole un comunismo alla Cesare Ragazzi.................. Ma tutti dovranno pervenire alla verità. Tratto da facendo tre passi avanti---------- Mao Dun.
Ritratto di roberto

«Noi-crisi-non-la-paghiamo». E per la terza volta in pochi giorni la Sapienza non ha un'aula capace di accogliere l'assemblea d'ateneo. Si decide, discutendo all'aperto, di marciare verso il Senato per saldarsi a genitori e insegnanti, l'altro pezzo del popolo della scuola pubblica. Il corteo - non autorizzato - marcia fitto-fitto, verrebbe da dire allegro e forse è la parola giusta. La lotta mette allegria. Allegro e incazzato, che si ingrandisce accogliendo altri cortei partiti dalla miriade di sedi distaccate della Sapienza o da licei, con slogan che svelano l'alto livello di consapevolezza del movimento: la privatizzazione è un buon affare solo per il padrone. L'hanno capito scartabellando le carte, confrontandosi con i docenti, vivendo da precari in formazione. Una chitarra intona "Brigante se more", inno di migliaia di fuorisede di tutti i movimenti studenteschi, di ogni sud ribelle. Gli striscioni parlano alla polizia: noi lottiamo per difendere anche i diritti dei vostri figli. Berlusconi rettifica di non aver mai parlato di polizia nelle scuole. E nell'Univ E, nel momento clou della pressione tra il cordone di testa e l'inamovibile catena di scudi e cellulari lo slogan che si alza sarà: «Casco blu - casco blu-manifesta-pure-tu». «Tutto il contrario di quel truce "Basco nero" eccetera che si cantava nel '77», osserva Aldo, uno dei fondatori all'epoca, di Radio città futura, fino a qualche anno fa voce dei movimenti. E' tutto il giorno che Aldo si mescola ai cortei di studenti. In mattinata erano stati i liceali ad arrivare sotto Palazzo Madama. Hanno fischiato uno delle Iene scambiandolo per Maroni, il mnistro di polizia. Gli hanno dato del razzista. Nel pomeriggio sono gli universitari con quello slogan facile facile che fa breccia tra chi assiste dai marciapiedi e si vede che comprende le ragioni della protesta. Quando Giorgio di Fisica, 24 anni e un curriculum in cui spicca il movimento del 2005, legge le esternazioni di Kossiga sull'università culla del terrorismo, capisce che il movimento è proprio maturo. Si comincia accusandoli di non voler studiare «e non è vero perché difendiamo il diritto allo studio». Poi si dice che sono quattro gatti «e guarda quanti siamo», dice Giulia, 23 anni, romana dei Castelli iscritta a Giurisprudenza. Quando gli argomenti sono esauriti spunta un Kossiga o un tuttologo con lo spettro del terrorismo. In piazza Venezia gli viene incontro la gente di Horus, il centro sociale sgomberato da Alemanno. Un'altra saldatura tra vertenze sociali. «Abbiamo bisogno di alleanze sociali forti, non ci possiamo permettere di essere settari», dice Giorgio rispondendo indirettamente al leader della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo che, discorrendo in mattinata col cronista, aveva segnalato la sfiducia nella politica e nel sindacato da parte di questo movimento. Oltre all'esigenza di ricostruire un blocco sociale su un'idea alternativa, sulla difesa dei beni pubblici. «Noi attraverseremo le giornate di lotta indicate dai confederali, il 30 ottobre e il 14 novembre - prosegue Giorgio - ma con le nostre forme e le nostre piattaforme». Dopo anni in cui le pratiche concertative hanno costretto le classi subalterne a pagare la loro crisi, il rapporto è tutto da ricostruire. Ma i soggetti sociali, per ora, pare che almeno non si snobbino». Anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione, coglie la capacità d'analisi di chi scandisce che la crisi non la vuole pagare. E ne apprezza la «comunicazione diretta, immediata, di un gruppo sociale che si sente attaccato e reagisce. Stavolta la comunicazione tra le generazioni passa dentro le scuole, tra genitori e maestri che sono cresciuti dentro altre stagioni di movimento». Il paragone col movimento di tre anni fa è fatto dai protagonisti di allora: «Meglio adesso, siamo di più e più consapevoli. Si può vincere». E, a chi domanda loro di 68 e 77, ribattono secchi che il loro riassunto delle puntate precedenti è stato scritto in Francia nel 2006. Come allora questi studenti e ricercatori e precari escono subito dalle università, vogliono bloccarfe la produzione e il traffico. Generalizzare, si dice così. I collettivi, rapidamente si sono sciolti nelle assemblee gigantesche di questi giorni dove i dubbi delle prime ore si diradano discutendo. «E sono i più giovani che ci chiedono di radicalizzarci», ripetono Paola di Lettere e, ancora, Giulia. Non c'è tempo per fare festa. Si comincia la mattina alle 8. Cappuccino e volantino, aula per aula. Si prosegue facoltà per facoltà, impostando vertenze sull'«università che vogliamo». E, ieri sera, dopo il bel corteo, aperitivo sociale per centinaia di fronte alla tv: ci sono tre di loro da Santoro. «Lavoriamo ovunque nei collettivi, per far crescere questa battaglia moltitudinaria - spiega a Liberazione , portavoce nazionale dei Gc - per costruire una grande manifestazione il 14 novembre passando per le mobilitazioni territoriali del 7». Militant A, voce degli Assalti frontali, cresciuto nella Pantera romana, stavolta è in piazza come genitore di quella Iqbal Masih capofila della protesta a Roma. Dice, pressato tra la Celere e il cordone, che l'Onda anomala - così s'è ribattezzato il movimento - «ci voleva». E che stavolta, forse, la connessione tra le lotte sta riuscendo. Come nel '90, questo movimento non ha rappresentanza e, a chi cerca di mettere il cappello, riserva solo fischi, come ai senatori del Pd che scendevano tra la folla. Sono giovani ma hanno chiara la continuità politica delle controriforme. Dalla Ruberti a Gelmini.
Ritratto di Aldissimo

Ovviamente nei post skerzo. satira marxista
Ritratto di Anonimo

In occasione dello sciopero generale, i lavoratori delle scuole biellesi convocano una assemblea aperta a insegnanti di ogni ordine e grado, personale scolastico, studenti e famiglie biellesi. Un momento di confronto per far conoscere le linee guida della sedicente "riforma" Gelmini basata su riduzioni della spesa e della qualità del servizio. Un'occasione di discussione per costruire proposte alternative per migliorare la qualità del servizio pubblico in ambito formativo, didattico e pedagogico. Un modo per dare una prospettiva ad un percorso di lotta che deve coinvolgere tutti i soggetti che compongono il mondo della scuola. Partecipiamo Giovedì 30 ottobre, alle 9.00 Assemble aperta nella palestra dell'ITI (o se è sufficiente in aula magna). Un gruppo di insegnanti.
Ritratto di Aldissimo

Attenzione ai fascisti che cercano di prendere la testa della protesta anti Gelmini , non è possibile fare fronte comune con i fascisti. Il movimento studentesco faccia attenzione ai fascisti funzionali allo stato borghese.