volantino distribuito alla zegna baruffa

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Ritratto di Teo

La crisi del tessile biellese è strutturale e quindi irreversibile. Da 20 anni i lavoratori tessili sono in continua diminuzione, da 45.000 a meno di 25.000! Solo tra il 2003 e il 2006 il biellese ha perso oltre 6000 posti di lavoro nel comparto tessile. Ed ora diminuisce stabilmente anche il numero delle imprese, …e aumentano le ore di “cassa integrazione ordinaria e speciale”. Alla crisi del tessile si accompagna una profonda crisi dell’economia biellese. Tutti i settori sono in affanno. Si riducono le attività e si assiste a riduzione di personale, sia nel terziario commerciale che nel settore pubblico. Solo il comparto edile e delle costruzioni marcia, pero si presenta come il settore con una diffusa illegalità dal punto di vista contrattuale e recenti osservazioni confermano la crescita del lavoro nero soprattutto in questo comparto. Assistiamo all’aumento dei “lavori deboli”. Dove si assume, diminuisce la qualità del lavoro, aumenta il lavoro nelle cooperative +33,3%, i contratti part-time +12,9%, a tempo determinato +5,2. Aumenta la precarietà e l’incertezza! La chiusura di negozi e la riduzione dei consumi ci dicono che la ricchezza complessiva è drasticamente ridimensionata. La situazione alla Zegna Baruffa è significativa perché nella sua drammaticità ci racconta la gravità della situazione generale. Situazione che non dipende, come stupidamente qualcuno sostiene, dalla concorrenza cinese, ma dalla scarsa capacità degli imprenditori biellesi di mettere in moto processi di innovazione creativa e tecnologica, alla ricerca di strade nuove e alternative per restare nel mercato della produzione! Ora alla Zegna Baruffa inizia la cassa integrazione ordinaria e al loro rientro, probabilmente, molti lavoratori verranno trasferiti a Borgosesia per essere poi, più facilmente, “accompagnati” verso l’uscita dall'attività produttiva. Questo è il dramma dei lavoratori di fronte al quale non vogliamo essere impotenti come in verità ci sentamo! Il compito del Sindacato è contrattare tempi e modi della gestione della crisi salvaguardando gli interessi dei lavoratori affinché non siano solo loro a pagare la crisi. Ma il compito della politica è quello di dare risposte strutturali: - rafforzare gli ammortizzatori sociali affinché siano salvaguardate le condizioni di vita dei lavoratori: assegni per le famiglie dei cassintegrati, facilitazioni per la casa, riduzione delle tariffe e dei costi dei servizi; - predisporre corsie preferenziali per l'assunzione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo che hanno superato i 40 anni; - costituire lavori socialmente utili per la cura del territorio, dei beni ambientali e culturali; - ma, soprattutto, fare programmazione sul territorio: per incentivare attività produttive che facciano leva sul risparmio energetico e lo sviluppo delle energia alternative; sulla cura dei beni ambientali e culturali; per le attività di cura della persona. Non c'è modo di sottrarci da questi impegni almeno che si pensi che la scelta prioritaria per garantire la ripresa economica stia esclusivamente nei finanziamenti delle imprese, pratica alla quale abbiamo assistito da anni senza che nulla cambiasse nell'assetto industriale biellese e italiano. Biella, 13/3/2008 per la Sinistra/l’Arcobaleno biellese Alfredo Barausse Angelo Sacco Marco Sansoé Ivan Scomparin