MA A COTA FREGA QUALCOSA DELLA SANITA'?

ASSEGNATI GLI OBIETTIVI AI DIRETTORI GENERALI DELLE ASL, “TAGLIARE E TAGLIARE, CON BUONA PACE DI APERTURE O COMPLETAMENTO DI NUOVI SERVIZI E ATTIVITÀ”

 

Le nomine del direttori generali attraverso le deliberazione della Giunta del 27 aprile sono state corredate dall’assegnazione degli obiettivi. Tali obiettivi sono in parte comuni a tutti e in parte differenziati secondo i territori. Quelli comuni riguardano l’adesione delle direzioni di Asl alle costituende federazione sovra zonali, la nomina dell’amministratore unico e il conferimento delle risorse necessarie allo svolgimento dei compiti di area vasta. La costruzione bizantina con la quale si sono costituite le federazioni quali assemblee consortili di diritto privato, governate da un amministratore delegato votato dall’assemblea dei soci, richiede che questi ultimi, cioè i direttori generali delle Asl afferenti, obbediscano alle designazioni della Giunta per i futuri super manager.

 
 

Tra gli obiettivi comuni rientra la riduzione del costo complessivo di funzionamento di ciascuna azienda rispetto a quello sostenuto nel 2011: le aspettative di completamento o di apertura di servizi e attività potranno tranquillamente essere archiviate.
 

Viene inoltre assegnato quale obiettivo unificante l’attività di censimento dell’amianto presente nei territori, senza alcun riferimento alla legge regionale del 2008 e con un evidente prevalenza degli aspetti di qualificazione ambientale sulla sorveglianza sanitaria, nonostante le numerose dichiarazioni pubbliche rese congiuntamente al ministro Balduzzi.

Interessanti gli obiettivi territoriali:
- all’Asl To 1 vengono assegnati i compiti di riconversione dell’ospedale Valdese e di trasferimento dell’ospedale Oftalmico. E’ curiosa quest’ultima indicazione essendo sempre stato rinviato alla Città della Salute il momento della aggregazione tra Oftalmico e Cittadella ed essendo alquanto improbabile la conclusione di quest’ultima nel triennio;
- all’Asl To 2 il compito di attuare le iniziative regionali per l’Amedeo di Savoia non meglio definite e di organizzare per intensità di cura le aree degli ospedali Giovanni Bosco e Maria Vittoria, con buona pace di quanti avevano tifato per questa amministrazione ai fini della trasformazione del Giovanni Bosco in Aso;
- all’Asl To 3 il compito di riconvertire gli ospedali di Avigliana, Giaveno e Venaria collocando un Centro di Assistenza Primaria (CAP) presso uno di questi;
- all’Asl To 4 l’obiettivo di riconvertire gli ospedali di Lanzo e di Castellamonte, attivando un CAP presso uno dei due;
- all’Asl To 5 il progetto di aggregazioni funzionali territoriali (AFT) dei medici convenzionati: formula prevista dai contratti dei medici di famiglia, evidentemente diversa dai CAP;
- all’Asl VC si raccomanda l’integrazione con l’Azienda Universitaria di Novara;
- all’Asl BI il compito di programmare l’utilizzo del nuovo ospedale;
- all’Asl NO la responsabilità di riconvertire l’ospedale di Arona e realizzare un progetto di AFT per i medici convenzionati;
- all’Asl CN1 competerà la riconversione dell’ospedale di Fossano e l’impiego ottimale dell’offerta dell’ospedale di Mondovì;
- all’Asl CN 2 il compito di traghettare verso il nuovo ospedale di Verduno e aprire un CAP;
- all’Asl AT la riconversione definitiva di Nizza Monferrato e di Canelli e l’attivazione di un CAP, senza nemmeno nominare le case della salute costituite e costituende;
- all’Asl AL spetterà la riconversione dell’ospedale di Valenza e la programmazione in forma di ospedale unico dei presidi di Novi Ligure e di Tortona. Nulla viene detto dell’ospedale di Ovada;
- all’Asl VCO l’ordine di chiudere il punto nascita dell’ospedale di Domodossola con buona pace dei pronunciamenti dei Sindaci e dei Comitati di partecipazione e di definire la sede di emodinamica.

La programmazione di riqualificazione sanitaria e riequilibrio della spesa adottata nel passato (triennio 2007-2010) era stata sottoposta alla consultazione delle conferenze dei sindaci e delle organizzazioni sindacali, nonché confrontata con la quarta commissione regionale che aveva preteso l’accesso ai diversi documenti di programmazione. Altri tempi. Ad un “fuoriclasse” come Monferino queste cose non si chiedono.

 

Eleonora Artesio

 

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Ritratto di valter clemente

ARTESIO (FDS): LA RIFORMA EPOCALE DI COTA E MONFERINO? SUBITO BOCCIATA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di oggi,  ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge Regione Piemonte n. 3 del 28/03/2012 “Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale” in quanto contenente una disposizione normativa priva di copertura finanziaria.

“Non più tardi della scorsa settimana il presidente Cota, al ritorno da un incontro romano sulla situazione finanziaria della Regione riferiva che per l’ambito delle competenze sanitarie il modello piemontese aveva ricevuto l’apprezzamento dei ministeri e forse avrebbe fatto scuola in Italia, né “poteva essere altrimenti data la statura dell’assessore regionale alla Sanità Monferino”. Con chi ha parlato a Roma il presidente Cota? Quali sono gli uffici ministeriali che, ancora non folgorati dalla statura dell’assessore alla Sanità, hanno avuto l’ardire di segnalare al Consiglio dei Ministri ciò che le opposizioni inutilmente (stante la sordità della maggioranza e della Giunta) hanno evidenziato per tutta la discussione del piano socio-sanitario? Ovvero: il Piemonte pratica tagli lineari su servizi e personale negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie, poi si permette il lusso di reclutare amministratori delegati che nell’immediato  producono una spesa certa e, forse nel medio periodo, un risparmio da verificare”, sottolinea Eleonora Artesio, capogruppo regionale della Federazione della Sinistra.

Torino, 22 Maggio 2012