IL GATTO E LA VOLPE

fabio sebastiani

Prc: "Junker-Renzi fanno finta di litigare". Ancora proteste oggi contro la manovra
 

“Non sono il capo di una banda di burocrati”, sono state le parole usate ieri dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker in risposta agli attacchi del governo italiano. La replica di Renzi non si è fatta attendere: “Non andiamo più in Europa con il cappello in mano”. Uno scambio di battute al veleno che nasconde la realtà di una legge di stabilità lacrime e sangue, venduta dall’esecutivo come fantomatica riduzione delle tasse. Intanto le proteste del movimento sindacale non si arrestano, anzi. Il Prc stigmatizza: "Sono come il gatto e la volpe. Fanno finta di litigare". 

Intanto, contro la manovra si mobilitano i sindacati dei pensionati con tre manifestazioni a Milano, Roma e Palermo. A Roma, con lo Spi e gli altri sindacati dei pensionati, parleranno i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Luigi Angeletti. In agitazione in tutta Italia i patronati di tutti i sindacati: in gioco ci sono i servizi ai cittadini messi a rischio dai tagli della Legge di stabilità. Oggi appuntamento a Genova. I patronati Acli, Inas, Inca, Ital hanno convocano per questa mattina a Genova, presso la sede dell’ Acli, una conferenza stampa per illustrare le ragioni dello stato di agitazione che coinvolge tutti i Patronati della Liguria. Secondo il sindacato i tagli alle risorse dei Patronati, inseriti nella Legge di Stabilità, sono un attacco diretto ai cittadini e alla rete di solidarietà che si rivolge gratuitamente a disoccupati, pensionati, lavoratori anche stranieri e italiani all’estero. Se questo provvedimento venisse confermato, i Patronati d’Italia non potrebbero più garantire i servizi offerti fino a questo momento.

Altra conferenza stampa venerdì 7 novembre, a partire dalle 11:00 in Piazza Montecitorio a Roma, per presentare la manifestazione nazionale dei lavoratori dei servizi pubblici e della conoscenza, indetta unitariamente da 12 categorie di Cgil, Cisl e Uil.
Per la prima volta tutte le organizzazioni sindacali dei servizi pubblici (scuola, sanità, funzioni centrali, servizi locali, sicurezza e soccorso pubblico, università, afam, privato sociale) unite dallo slogan #Pubblico6Tu e da una piattaforma comune per chiedere una vera riforma della pubblica amministrazione e del sistema di servizi ai cittadini.
La manifestazione, che partirà da Piazza della Repubblica per giungere a Piazza del Popolo, verrà conclusa alle 17:00. Tra gli interventi quelli di Susanna Camusso, segretaria Generale della Cgil, Annamaria Furlan, segretaria Generale della Cisl, e Carmelo Barbagallo, segretario aggiunto della Uil.

Queste, in sintesi, le 7 proposte per la riforma dei servizi pubblici:
1 - riaprire la contrattazione, sbloccare salari e carriere
2 - investire sulle competenze: dare stabilità e certezza al lavoro, a
partire dal personale precario
3 - una vera riorganizzazione dei servizi, degli enti e dei corpi dello
stato
4 - costi e servizi standard a tutela dell'universalità
5 - basta dumping contrattuale nel privato che offre servizi pubblici:
stesso lavoro, stesso diritto, stesso salario
6 - valorizzazione di istruzione e formazione come leve di crescita –
università, ricerca e conoscenza driver dello sviluppo
7 - un sistema della sicurezza avanzato: riorganizzazione, equiparazione
delle retribuzioni, valorizzazione della specificità dei Corpi dello Stato.

Sulla polemica tra Junker e Renzi, è intervenuto il segretario del Prc Paolo Ferrero. Secondo lui i due premier sono come il gatto e la volpe “fanno finta di litigare mentre si stanno spolpando i popoli europei”. “Il punto vero è che sono completamente fallite le politiche neoliberiste di austerità – aggiunge Ferrero - e che queste stanno devastando la vita di decine di milioni di persone. La via maestra è la possibilità da parte degli stati di avere i soldi della BCE allo stesso tasso a cui la BCE li presta alle banche: lo 0,05%”. “Nell'attesa che il bradipo Draghi si muova – conclude Ferrero - Renzi, invece di continuare a fare propaganda, deve disobbedire ai trattati europei come ha fatto la Francia e deve spendere 30 miliardi in deficit per finanziare un piano per dare lavoro a un milione di persone nei settori di pubblica utilità: dal riassetto idrogeologico del territorio alla messa in sicurezza degli edifici pubblici alla valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico del paese".