Rifondazione ed Ecologisti-Uniti a Sinistra bloccano la caccia alla pernice in Piemonte!

Stop alla caccia della pernice in Piemonte!

Un piccolo passo verso una politica di attenzione alle problematiche della tutela degli animali.
Dalla caccia alla tipica fauna alpina viene tolta la Pernice bianca limitando quindi a tre le specie della tipica fauna alpina cacciabili.
Viene altresì sospesa la caccia sia negli ATC e CA sia nelle aziende venatorie per le altre 3 specie ( lepre variabile, coturnice e gallo forcello) laddove il numero di animali abbattibili era minore o uguale a tre.
I consiglieri Moriconi, Barassi e Deambrogio giudicano importante aver contribuito a convincere la Giunta regionale a modificare, seppur parzialmente, le linee di gestione della tipica fauna alpina.
"Le iniziative delle associazioni animaliste ci hanno aiutato a convincere l'Assessore Taricco e la Presidente Bresso a prendere in considerazione questa moderazione del carniere e tutto ciò ci dà speranza di poter continuare il discorso nel prossimo futuro. Si tratta di un risultato da considerare con la giusta attenzione anche perché è uno dei primi in Italia.
Sottolineamo inoltre che abbiamo chiesto una presa di posizione politica e non solo tecnica alla Giunta che, almeno in parte, ci ha ascoltato"
Un piccolo ma importante segnale di cambiamento che il mondo ambientalista e animalista chiedeva da tempo.
 


Comunicato stampa LAV e LAC

Risposte concrete, subito!


Le associazioni animaliste LAV (Lega Anti Vivisezione ONLUS) e LAC (Lega per l'Abolizione della Caccia) esprimono solidarietà e sostegno ai gruppi regionali di Ecologisti Uniti a Sinistra e Partito della Rifondazione Comunista per le iniziative intraprese negli ultimi giorni in materia di caccia.

E' per la prima volta che lo scenario politico regionale ha visto un impegno tanto deciso da parte di partiti istituzionali che, unici nel Consiglio Regionale piemontese, hanno mostrato il coraggio di opporsi finalmente alla lobby venatoria e ai suoi numerosissimi rappresentanti tra i Consiglieri.

Stigmatizziamo il linciaggio politico-mediatico nei confronti di questi due partiti, che dimostra ancora una volta quanto sia forte la pressione dei tifosi delle doppiette in Piemonte, che si ostinano a negare qualunque spazio di dialogo agli oppositori della caccia indiscriminata, nonostante la posizione antivenatoria espressa da più dell'85% della popolazione piemontese (sondaggio effettuato dall'Istituto di Ricerche Albors nel mese di novembre 2002).

Riteniamo gravissimo come, ancora una volta, dopo un simile polverone, il Consiglio Regionale e i media locali abbiano eluso le questioni sostanziali del problema-caccia, mettendo a nudo il vuoto democratico che separa la politica istituzionale dalla cittadinanza attiva. Crediamo che l'antipolitica, su cui si sono spesi in questi giorni profluvi di parole, si combatta riducendo la distanza tra rappresentanti politici e cittadini, a partire dall'ascolto delle istanze della base, sebbene non del tutto coincidenti con le esigenze elettoralistiche di alcuni partiti.

Venendo alle proposte, chiediamo quantomeno la moratoria della caccia alla tipica fauna alpina , che comprende specie del nostro territorio a gravissimo rischio di estinzione. Si tratterebbe del primo atto concreto di attenzione, da parte delle istituzioni regionali, alle istanze che pone il fronte protezionista e animalista in materia di caccia. Facciamo appello, per questo, alla Presidentessa Bresso, che in sede consiliare ha mostrato palesi aperture sulla possibilità di arrivare ad una moratoria.

Chiediamo inoltre che, a partire dal prossimo anno, si avvii un sostanziale ripensamento delle politiche venatorie attuate nella nostra regione, dopo anni di scempi e massacri, in cui a pagare sono state le migliaia di animali uccisi per il divertimento dei cacciatori.

Auspichiamo che questo ennesimo appello al confronto non cada nuovamente nel vuoto e che si avvii una nuova stagione di dialogo tra una cospicua fetta dell'elettorato del Centro Sinistra e i suoi rappresentanti pubblici. Ricordiamo, infatti, che, se gli animali possono soffrire, morire, ma non votare, agli animalisti invece rimane ancora questa facoltà. Chi non raccogliesse nuovamente il nostro appello si assumerebbe la responsabilità di una nuova stagione di forti mobilitazioni su tutto il territorio piemontese.



LAV Lega Anti Vivisezione ONLUS – Sede prov.le di Torino

LAC Lega per l'Abolizione della Caccia – Sede regionale del Piemonte