Ancora in lotta per la libertà e l'autodeterminazione delle donne!
E dire che è cominciato tutto con un passa parola, un sms, un messaggio
lanciato nella rete. Dietro questi messaggi dibattiti, prese di
coscienza, assemblee promosse dalle femministe e lesbiche romane. Ma
soprattutto tanta rabbia. Rabbia per una vicenda «che non doveva
accadere». Contro quel blitz a Napoli assurdo, anomalo, contro una
donna che voleva abortire. Ma soprattutto contro quella crociata
oscurantista ipocrita lanciata dalle gerarchie ecclesiali, accolta da
Ferrara, riproposta dal centrodestra, su cui Veltroni intende far finta
di niente. E' così che al grido "Silvana siamo tutte con te", ieri le
donne sono tornate a far sentire la loro voce. In verità hanno
letteralmente invaso Roma. Quello che doveva essere un sit in, di
fronte al ministero della Salute, sul lungotevere romano, è diventato
un corteo giunto sino al centro, tra gli sguardi attoniti dei passanti,
il ciglio austero della polizia per una manifestazione non autorizzata
e, soprattutto, con le donne che hanno riconquistato il loro spazio.
«Ci debbono sentire fino a via del Plebiscito» urla Tiziana. «E questa
rabbia - dice Monia - la trasformeremo in forza».
E di forza ce
n'è voluta, perché ad un certo punto del corteo si sono sfiorati attimi
di vera tensione. E proprio quando a Largo di Torre Argentina le donne
hanno tentato di superare il blocco della polizia. In due sono state
trascinate via. Una delle ragazze, Giovanna Capello, è stata
praticamente braccata, anche se subito dopo rilasciata, grazie alla
positiva mediazione delle ragazze dei collettivi affiancate dalle
deputate, in prima fila Heidi Giuliani, Elettra Deiana, Titti De Simone
e ancora Loredana De Petris, Tana De Zulueta, Franca Rame, che non è
accaduto il peggio.
«E' così: il corteo non era autorizzato, ma -
spiega una delle promotrici - è nato spontaneamente e l'intenzione era
quella di fermarci al Fatebenefratelli, ma eravamo così tante che
abbiamo deciso di proseguire». E così dal lungotevere in oltre
quattromila al grido di "Tutte libere", il cordone di poliziotti messi
lì a far da scorta, hanno attraversato la città. Sono giunte, appunto,
fino al Largo di Torre Argentina sfilando dietro gli striscioni dei
collettivi femministi, delle bandiere dell'Udi, di quelle degli atei,
nessuna di un partito politico, «ma è chiaro - sottolinea Titti De
Simone, deputata Prc - che questo tema ormai fa parte integrante della
campagna elettorale». E' così: «La 194 - nota la stessa Livia Turco,
presente al sit in di fronte al ministero - non si può toccare se mai
si deve applicare». Anche se non manca chi le replica: «E vallo a dire
a Veltroni allora». Veltroni sul tema nicchia. Ma dovrà pur sentire
anche questa voce. «No agli integralismi, no alla Binetti» si sente
urlare.
«Meglio aborto oggi che Ferrara domani» dicono da dietro
lo striscione le lesbiche romane. «Non poteva che essere così - nota
ancora Elettra Deiana - a fronte di un salto di qualità sproporzionato
e strumentale, un vero attacco ideologico non poteva che esserci questa
bella e positiva risposta da parte delle donne». E queste donne
chiedono rispetto per la libertà e per la loro stessa dignità.
«E'
in atto un attacco inaudito alla dignità delle donne», sottolineano
ancora le rappresentanti dell'Udi. «Siamo in piazza per dire a voce
alta che oggi qui e domani ovunque si decida del nostro corpo, la
titolarità piena deve restare nelle mani delle donne», dice ancora Pina
Nuzzo, la presidente dell'Udi. «Oggi - aggiunge - siamo in piazza, a
Napoli, a Roma, a Milano, a Bologna e a Brescia per dire ciò che
abbiamo detto tanti anni fa: allora è stato no all'aborto clandestino e
sì alla contraccezione che era vietata. La 194 è stata un atto di
civiltà di questo Paese e una assunzione di responsabilità dei due
generi verso un dramma che era solo femminile». Ma proprio quella legge
è stata possibile in un momento in cui le donne avevano rappresentanze
che hanno fatto opinione. Solo questo ha permesso di avere una buona
legge. «Oggi - dice ancora - si vive un paradosso: la nostra democrazia
allontana sempre di più le donne da qualunque luogo in cui si decide e
tenta di ridurre all'insignificanza ogni forma di rappresentanza
politica». Ecco perché la posta in gioco è più alta. «La vera posta -
dice la sua Irma - non è l'aborto ma è la presenza scomoda delle donne
ovunque si decide». Eppure questo è un passaggio quasi obbligato - si
legge ancora in un volantino che si distribuisce - per uno stato
veramente laico.
Le donne ci sono. E in piena campagna elettorale
si può dire che hanno riconquistato i loro spazi. «Il nostro spazio è
la nostra libertà», dice ancora Francesca. Una libertà «che qualcuno
vuole forse rimettere in gioco?». I fatti, quelli di Napoli, sono lì a
dimostrare quanto possa pesare un atteggiamento integralista, quanto si
possa ritornare indietro e di più di trenta anni su alcuni diritti
conquistati e con fatica. E con tanti altri ancora da conquistare.
A
Bertinotti e a Veltroni è stata inviata una lettera firmata da alcune
altre donne, intellettuali, da Margherita Hack a Sabina Guzzanti, con
una richiesta precisa. In un momento in cui «l'offensiva clericale
contro le donne, spesso vera e propria crociata bigotta, ha raggiunto
livelli intollerabili - si legge - è ugualmente intollerabile la
mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra,
che troppo spesso è addirittura condiscendenza». Ma le donne sono
pronte a rovesciare le carte. Pronte a lanciare un'altra sfida. In
difesa della loro stessa libertà e dignità. «La 194 - si sentono ancora
urlare questa volta sedute per terra in pieno centro romano di fronte
agli sguardi fermi della polizia - non si tocca».
Forum:
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Ape (non verificato)
Ven, 15/02/2008 - 14:00
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comunicato stampa
daniele gamba (non verificato)
Dom, 17/02/2008 - 19:13
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"E dire che è cominciato
Teo
Lun, 18/02/2008 - 13:14
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stronzi!
compagni siamo degli stronzi. non abbiamo mandato il sms a gamba! no si fa così! no no no. e dire che lui ci vuole troppo bene! pensate...ci attacca perchè quel passaparola a biella non è arrivato e ovviamente è colpa nostra. era cosi preso dal bisogno di dirci per l'ennesima volta che siamo degli incompetenti, e a sto' giro pure addormentati, che non ha pensato che quel sms a biella poteva partire da lui! noo, troppo difficile, meglio sparare su di noi che non facciamo mai un cazzo! O forse non sa usare il cellulare? boh... ringrazio (e dovremmo farlo tutti) daniele, che come sempre ci bastona, non si sa bene il perchè ma lui ci crede. Continua così caro daniele. Segui la tua strada come sempre. Da solo, come sempre!
teo
daniele gamba (non verificato)
Mer, 20/02/2008 - 11:21
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censura ?
roberto (non verificato)
Mer, 20/02/2008 - 17:41
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Nessuna censura