Provincia unica tra Biella e Ivrea...parliamone!
È veramente ottima la proposta del Presidente Scaramal di dare vita alla Provincia Biella-Ivrea, o Ivrea-Biella che dir si voglia.
Sono passati quindici anni dal giorno in cui sugli organi di stampa eporediesi fu lanciata l’idea di istituire un’unica Provincia che riunisse i territori biellese e canavesano, e finalmente un’autorevolissima voce si leva in favore di quel suggerimento rimasto a lungo inascoltato.
Sono stato tra i protagonisti di quella lontana vicenda e ora come allora sono convinto che sia la strada da battere, se vogliamo rispondere coerentemente alle istanze di razionalizzare il numero degli Enti locali territoriali che giungono sempre più pressanti dal nostro Governo.
Aggiungo, non solamente dovremmo fare di due territori contigui – e, in maniera diversa, alla ricerca di una nuova identità in un periodo di grave crisi dei rispettivi sistemi economici – un'unica Provincia, sarebbe anche necessario sopprimere le Circoscrizioni – a partire da quelle non obbligatorie per legge – e ridurre il numero dei Comuni: basta con piccole Amministrazioni locali che assorbono risorse e non gestiscono più nulla, la dimensione minima per un Comune dovrebbe essere di 10 mila abitanti. Avremmo in tal modo tra Biellese ed Eporediese non più di 10/15 Enti , ma finalmente capaci di erogare servizi in modo più razionale ed efficiente.
Questa, d’altra parte, mi pare si possa dire sia la ratio della Legge n.142 del 1990 Ordinamento delle autonomie locali abrogata dall’articolo n. 174 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ma sostanzialmente ribadita dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, rimasto inapplicato almeno per ciò che riguarda la parte relativa all’accorpamento e all’unione di Comuni ed all’istituzione delle Città metropolitane.
Direi, in sintesi, che sono quattro le ragioni che ci spingono ad andare nella direzione indicata dal Presidente Scaramal:
1) la prima discende dalla constatazione che i cosiddetti “costi della politica” vanno contenuti, per ragioni evidenti di risparmio e per far fronte ad un impegno al quale il nostro Governo a breve ci chiamerà;
2) la seconda parte dalla osservazione che i sistemi territoriali vincenti sono quelli in grado di costruire alleanze, di stabilire relazioni virtuose; in un momento di grave crisi economica come l’attuale, Biellese ed Eporediese potrebbero convenientemente unire le proprie risorse, energie e competenze per portarsi fuori dal tunnel della crisi;
3) la terza ragione si basa sul presupposto che ambiti territoriali troppo piccoli e dotati di scarse risorse non siano in grado di rispondere adeguatamente alle sfide della programmazione e della pianificazione economico-sociale e territoriale;
4) la quarta ed ultima si richiama allo spirito ed alla lettera del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali che fa riferimento esplicitamente alla necessità di invertire la tendenza allo spezzettamento del territorio in una moltitudine di piccoli e piccolissimi Enti, abbattendo drasticamente il numero dei Comuni ed istituendo, laddove ne ricorressero i requisiti, le Città metropolitane.
La proposta di una provincia Ivrea-Biella, infine, ricorre in un momento particolarmente favorevole dato che in questi mesi Torino ed i Comuni della prima e della seconda cintura sono impegnati in una difficile ed impegnativa riflessione sull’istituzione della Città Metropolitana e parallelamente i Comuni canavesani stanno dibattendo della possibile istituzione di una Provincia del Canavese.
Non perdiamo dunque tempo prezioso: apriamo subito la discussione con le Istituzioni e con le cittadine ed i cittadini dell’Eporediese e proviamo ad immaginare, noi e loro insieme, quali potrebbero essere le possibilità, i confini ed i vantaggi della nuova Provincia.
Alberto Zola
Assessore alla Cooperazione allo Sviluppo, Partecipazione e Pace, Trasporti, Turismo, Università
Città di Biella
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