DALLA SANITA' ALL'ASSISTENZA. L'IMPORTANTE E' DISTRUGGERE

IL NUOVO PIANO SANITARIO (NON NECESSARIO) NASCE DALLA SMANIA DI RIORGANIZZARE I TERRITORI E SOPRATTUTTO I POTERI

 

La Giunta Cota prova a modificare il piano sanitario con una scorciatoia impiegando una delibera per trasformare ciò che deve essere deciso per legge, bypassando la consultazione con le autonomie locali, rimproverando ai professionisti di non capire la portata rivoluzionaria del nuovo piano, anzi di essere corresponsabili (per moltiplicazioni di strutture e di tecnologie) dei costi della sanità.

Ma c’era bisogno di un nuovo piano sanitario che, tra l’altro, scorpora nuovamente il socio-assistenziale, lasciandolo alle incertezze sul futuro dei consorzi? A giudicare dai rapporti di valutazione redatti da organismi indipendenti, quali la Bocconi nel rapporto Oasi 2010, il Piemonte risulta ai livelli medio e alti tra 8 regioni italiane dotatesi di una programmazione sanitaria. Il gruppo della Federazione della Sinistra farà omaggio del suddetto studio al Dott. Monferino, neo direttore della sanità, che con disinvoltura rispetto al suo ruolo di tecnico va distribuendo giudizi politici sulla precedente mancanza di programmazione.

Il nuovo piano quindi non sembra nascere sotto un impulso culturale bensì sulla smania di una riorganizzazione dei territori e soprattutto dei poteri, come testimoniano le recenti nomine dei direttori generali/commissari. Ci si preoccupa delle conseguenze sui servizi e sui cittadini: la distinta gestione tra ospedale e territorio non favorisce la continuità assistenziale, così come la scelta di assegnare alle Asl la facoltà di acquistare le prestazioni sulla base di un contratto prettamente economico e indifferentemente tra pubblico e privato non garantisce la migliore risposta soprattutto per le malattie croniche, che hanno bisogno di prossimità e di stabilità.

La preoccupazione più concreta e che dietro al fumo delle intenzioni e alla veemenza delle dichiarazioni gli unici atti di sostanza adottati riguardano la riduzione del finanziamento del servizio sanitario regionale: dal 1° gennaio 2011 ci si illude che tutto funzionerà con 150 milioni in meno di euro e si cerca di illudere la gente che nessuno se ne accorgerà, perché intanto si taglieranno soltanto gli sprechi.

Qualcuno se n’è già accorto e ciò che abbiamo ascoltato nel Consiglio aperto dell’11 gennaio non è proprio il taglio agli sprechi: il raddoppio delle liste d’attesa per le persone disabili e non autosufficienti cui non vengono garantiti gli inserimenti residenziali e le cure domiciliari non sembra un sintomo di buon governo, piuttosto di indifferenza alle reali condizioni umane.

SANITA’: LE NOMINE DEI COMMISSARI STRAORDINARI, TARGATI GIUNTA COTA

3 gennaio 2011 di eleonorartesio

Dopo roboanti dichiarazioni sulla selezione in base al merito e sulla managerialità, l’elenco dei nuovi Direttori Generali (per ora commissari straordinari) non è solo il topolino partorito dalla montagna, è peggio. Le buone relazioni del Presidente  Cota con la Fiat non sono bastate a convincere i managers industriali a dedicarsi al servizio pubblico. Dopo Monferrino da Fiat Iveco, arriva Marchisio (settore trattori): la carenza di vocazioni tra i privati sarebbe motivata , secondo la Giunta, dai bassi stipendi dei dirigenti pubblici (ma non erano estimatori e seguaci del ministro Brunetta??).

Il giovanilismo, sempre associato al dinamismo, invocato dalla Giunta Regionale non ha ispirato queste nomine: molti commissari sono a fine carriera, se non già pensionati.

Chi non ritiene il dato anagrafico una garanzia, potrebbe invece apprezzare la maturità in quanto patrimonio di esperienza; potrebbe, se non fosse lampante la relazione tra l’appartenenza politica e la tifoseria elettorale e queste nomine: ex Assessori, già dirigenti nominati dal centro destra di Ghigo, attuali consulenti dell’Assessore alla Sanità.

C’è chi non si scandalizza, anzi teorizza la necessità della affinità tra politica e tecnica, specialmente per incarichi di natura privatistica a termine: data la titolarità dei requisiti per l’iscrizione all’albo dei Direttori Generali e dato che, per legge nazionale, all’incarico non si accede per concorso ma per nomina, il margine di discrezionalità è contemplato. Stupisce però che, a fronte di tante dichiarazioni  del presidente Cota sul “non guardare in faccia nessuno ”, il risultato sia una lampante fotocopia della geografia politica del centro destra.

Non si esprimono giudizi sulle persone individuate, perché fino a prova contraria va data per scontata -come requisito minimo- la competenza, ma si denuncia la distanza tra parole, romantiche e “donchisciottesche” sulla imparzialità, e fatti di prosaica suddivisione del potere e delle sfere di influenza tra le donne e gli uomini del centro destra . C’è da essere ancor più preoccupati  per la sanità piemontese del prossimo anno.

BONUS BEBÈ, PIÙ SPOT ELETTORALE CHE AIUTO CONCRETO

14 gennaio 2011 di eleonorartesio

La Giunta Regionale dopo tanta enfasi sul sostegno alla famiglia attraverso l’erogazione dei pannolini gratuiti ai nuovi nati ha prodotto un provvedimento mimino e incomprensibile.

Intanto il contributo è diretto all’acquisto di prodotti “indispensabili” per la prima infanzia, ma la definizione di “indispensabile” è demandata ad un altro atto amministrativo; quindi l’annunciata partenza nel mese di gennaio è mancata.

Il contributo di 250 euro – che non copre l’acquisto di pannolini per i 6 mesi, figurarsi per l’acquisto di prodotti “indispensabili” – è erogato senza limite di reddito; infatti il parametro Isee non superiore a 38mila euro include i redditi medio-alti. Così risulta insufficiente per le famiglie in maggiore difficoltà e “superfluo” per i redditi più favoriti.

Incomprensibile è la forma di finanziamento: vengono sottratti 7,6 milioni alle politiche sociali e alle politiche per la famiglia per stornarli sulla sanità, secondo una logica perversa in base alla quale la nascita e la crescita di un figlio è equivalente a un problema di salute.

In più occasioni e particolarmente durante il bilancio di previsione 2011, il Gruppo della Federazione della Sinistra ha espresso preoccupazione per la riduzione del bilancio sanitario (da 400 a 250 milioni di integrazione regionale) e ha richiesto di integrare il bilancio dell’assistenza a favore delle fasce deboli interessate, ad esempio, alle cure domiciliari.
Nella seduta odierna d’aula i rappresentanti dei Consorzi socio-assistenziali hanno manifestato le preoccupazioni per il mantenimento dei primari servizi in ambito assistenziale. Con questa delibera si sottraggono ulteriori risorse e, pur orientandole alla sanità, non si impiegano per i bisogni di salute, ma per un provvedimento da spot elettorale.

Pensiamo che le coppie con figli siano parte di famiglie più allargate che comprendono altre fasce di età e siano comunque parte di una comunità più ampia: hanno quindi tutti gli strumenti per valutare che la sottrazione di risorse alle funzioni essenziali della cura, ancorché soddisfi parzialmente e per un tempo limitato i costi di crescita dei bambini, impoverisce complessivamente la qualità del sistema di protezione sociale regionale.

 

 

 

SCIOGLIMENTO DEI CONSORZI SOCIOASSISTENZIALI

Addio a Iris e Cissabo, passeranno all'ASL per poi ritornare ai Comuni attraverso l'Unione dei Comuni. Tutto questo non ha alcun senso, i consorzi sono l'eccellenza nel socio assistenziale,l'unico senso che si intravede è togliere potere per dare potere, la cadrega innanzi a tutto, ma che sia della Lega.