No all'Europa dei banchieri, Sì a quella dei popoli. Le ragioni del voto irlandese
E' evidente che l'unica possibilità di costruire un'Europa democratica e dei popoli passa per il referendum europeo
"L'ormai certo no dell'Irlanda nel referendum sul Trattato di Lisbona -
afferma l'ex capogruppo del Prc Gennaro Migliore - è un ulteriore ed
ennesima riprova del fatto che o si riparte da un reale processo
costituente, tale da coinvolgere tutti i popoli europei e metterli in
condizione di poter costruire il loro futuro, oppure saremo condannati
a un'Europa delle tecnocrazie senza popolo- Ma sarebbe bene che tutti s
rendessero conto che quell'Europa, alla fine, non potrà che fallire".
"Credo - prosegue Migliore - che il governo italiano dovrebbe assolutamente evitare di muoversi e prendere decisioni impedendo ai cittadini di partecipare attivamente alla discussione e alle scelte concrete. Rifondazione, che è stata contraria sia al precedente trattato che a questo, ritiene che il governo debba stare ben attento a non farsi tentare dalle proposte che mirano alla creazione di un'Europa a due velocità: quella pronta ad accettare, o a subìre, tutte le accelerazioni neoliberiste e quella che è fuori da tale ristretta area".
"E' ormai evidente - conclude Migliore - che l'unica possibilità di costruire un'Europa democratica, accettata e non subìta dai popoli passa per il coinvolgimento di tutti i cittadini e dunque per un referendum europeo".
di Fabio Amato, responsabile Esteri Prc
Registro
con gioia e soddisfazione la sanzione ufficiale della vittoria del No,
in Irlanda, al referendum sul Trattato dell'Unione e ci congratuliamo,
come Prc Dipartimento Esteri, in particolare con i compagni del Sin
Fein irlandese, che hanno sostenuto le ragioni del No con coraggio e
convinzione, come del resto hanno fatto tutte le forze del Gue e della
Sinistra Europea.
Ma con la vittoria del No in Irlanda è evidente l'irrompere sulla scena politica europea di un fatto politico enorme. Si tratta, infatti, di una sonora e giusta lezione per tutti quei tecnocrati ed euroburocrati che volevano approvare un testo analogo alla Costituzione europea - testo, voglio ricordarlo, già nettamente bocciato dai cittadini francesi e olandesi - con il misero trucco di non far esprimere e decidere il popolo europeo, ma solo alcuni funzionari, diplomatici e uomini politici "bipartisan" residenti a Bruxelles, Strasburgo e in altre - poche - capitali del continente.
Con il
decisivo esito della consultazione referendaria irlandese invece viene
bocciata l'Europa del liberismo sfrenato, delle banche, dell'aumento
dell'orario di lavoro a vantaggio di pochi industriali e a danno di
tutti i lavoratori, della demolizione sistematica dello stato sociale e
assistenziale, dei poteri (gli euro-burocrati) fortemente condizionati
dalle banche e dalle multinazionali, ma anche quello che è solo un nano
politico e diplomatico, totalmente e scioccamente asservito alle
peggiori e violente politiche di guerra degli Usa. Asservimento che
ormai contraddistingue, in modo perfettamente bipartisan, le "grandi
coalizioni" che hanno governato la Ue come l'Europarlamento e i vari
stati nazionali in questi ultimi anni e che accomuna al millesimo le
politiche del Ppe e del Pse.
L'Unione Europea deve essere, e al più presto, profondamente rifondata e rivoltata come un calzino nel senso di una seria, effettiva e concreta immissione di politiche realmente democratiche, popolari e sociali. Solo così si può - oggi come domani - evitare il risorgere del pericoloso egoismi, particolarismi e nazionalismi di ogni genere e natura.
Roma, 13 aprile 2008
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