SANITA' - LA BUGIE DI COTA
Le affermazioni del presidente della regione Piemonte Cota, sulla situazione della Sanità regionale, sono clamorose bugie, offensive verso chi ha cercato , nella passata legislatura di risanare i conti deficitari lasciati dalla Giunta Ghigo. Il famoso piano di rientro altro non è che un’operazione basata tutta su tagli ai servizi che mettono in evidenza l’incapacità politica di questa maggioranza targata Lega Nord.
La riorganizzazione delle ASL e degli ospedali sono tagli mascherati: le centrali operative del 118 passeranno da 8 a 4, è una prevista una riduzione di 1.000 posti letto nelle strutture per acuzie e di 1.342 in quelle di post-acuzie.
Più rigida è la definizione di “paziente fragile”: età superiore a 80 anni, malattia invalidante in età adulta, non autosufficienza, problematiche già accertate dalle unità di valutazione geriatrica o handicap. Per i soggetti specialmente anziani, ma non dimissibili si ipotizza che le dimissioni protette nelle strutture socio sanitarie o nelle lungo degenze ospedaliere abbiano un costo che ricada sul ricoverato. Infatti la novità introdotta è la tariffa sulle cure intermedie: nessuna compartecipazione dell’utente fino al decimo giorno, successivamente 15 euro al giorno fino al quarantesimo e poi il 50% del costo.il ricovero.
La compartecipazione dell’utente al costo di un ricovero temporaneo era stata considerata anche da alcune associazioni ma per alimentare il finanziamento delle cure domiciliari e degli inserimenti in rsa, non certo per una nuova politica di entrate.
Relativamente all’assistenza protesica la distribuzione di materiale mono uso (es. pannoloni, …) passerà da trimestrale a mensile per favorire un maggior controllo (non certo una agevolazione per gli interessati) e si prevedono comodati d’uso con obbligo di restituzione per altre protesi.
Infine il personale, già oggetto del blocco del turn-over. Il piano, forse perché era letto anche dai Ministri, fa un’operazione verità e dice che è l’organico complessivo è paragonabile alle regioni Veneto e Emilia Romagna, seppure con una diversa distribuzione tra figure mediche, infermieristiche e tecniche. Tuttavia per ridurre la spesa ai livelli nazionali (costo 2004 meno 1,4%) si prevede una cessazione di 1.626 unità.
Tutto questo è scritto e documentato compreso il riferimento ai veri colpevoli del dissesto economico, GIUNTA GHIGO, documento firmato da ROBERTO COTA.
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