DALLA PROVINCIA ALLA REGIONE UN SOLO GRIDO: DISTRUZIONE

Nella tarda serata di giovedì scorso il Consiglio Regionale ha approvato la legge sulle aree naturali e la biodiversità. Il gruppo della Federazione della Sinistra ha votato contro per diverse ragioni.

 

 

 

 

1) Il nuovo testo di legge era necessario perché la precedente legge regionale (19/2009) era stata contestata a livello nazionale nella parte relativa alle zone di salvaguardia (ovvero le aree contigue ai parchi, aree molto importanti, ad esempio, per preservare le fasce fluviali). L’amministrazione regionale ha scorporato le zone di salvaguardia, semplicemente escludendole dalle rete delle aree protette.

 

2) Sarà in capo alla Giunta (e non al Consiglio Regionale) l’approvazione dei piani d’area dei parchi, l’equivalente dei piani regolatori comunali. L’opposizione ha ottenuto – per lo meno – che la Giunta debba deliberare dopo il parer vincolante della Commissione ambiente del Consiglio.

 

3) L’obiettivo dei piani d’area, a detta dell’Assessore Casoni, sarà quello di incentivare l’economia turistica, anche attraverso lo sviluppo di strutture ricettive quali “agriturismi, centri-benessere, alberghi, centri sportivi”. Si pone però il problema della relazione tra le attività redditizie e i principi di salvaguardia.

 

4) Il numero dei componenti degli enti di gestione dei parchi scende a cinque. Vengono del tutto esclusi dagli enti di gestione le associazioni ambientaliste e i rappresentanti delle associazioni agricole. Il cda sarà quindi prettamente gestionale e non consultivo e partecipativo.

 

5) Un emendamento della maggioranza consente la caccia anche all’interno dei parchi (e per di più a titolo oneroso). Saranno anche intensificati i piani di abbattimento - con il ricorso ai cacciatori e non solo più ai guardia parco - anche nelle aree protette. L’emendamento deve tradursi in un regolamento applicativo che sarà presentato a settembre.

 

Torino, 1 Agosto 2011

 

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