COMITATO POLITICO REGIONALE "SU LA TESTA"
Su la testa!
Documento politico-organizzativo per il Comitato Regionale
Ci sono tante ragioni per cui vale la pena iscriversi al Prc: la prima è che se Rifondazione non ci fosse bisognerebbe inventarla.
In questi anni di egemonia del pensiero unico hanno provato a normalizzare il paese, sul piano politico, sociale, culturale e istituzionale.
Hanno manomesso la Costituzione nata dalla Resistenza, distrutto i diritti del Lavoro con il “Jobs Act”, attaccato frontalmente il mondo della scuola pubblica.
Per quanto ci riguarda – pur in mezzo ad enormi difficoltà – siamo riusciti a tenere aperta la porta, a mantenere in campo la proposta dell’alternativa, ad evitare che la contrapposizione alle larghe intese e a Renzi arrivasse solo da destra.
Senza Rifondazione Comunista, ci sarebbe stata solo l’opzione del centrosinistra a trazione neoliberista, in Piemonte come nel resto del paese. Noi vogliamo costruire la sinistra unita e riproporre il tema del comunismo, per questo siamo alternativi al centro sinistra. Il governo Renzi ed il governo regionale di Chiamparino sono solo l’ultimo approdo di questo centro sinistra che ha assunto chiaramente un profilo di destra tecnocratica.
Abbiamo fatto la nostra battaglia in un’ottica non solo nazionale.
Non è un caso se il nostro partito regionale ha avanzato una prima proposta organica di lavoro di solidarietà attiva con una struttura di solidarietà di base di “solidarity4all” del Pireo, ad Atene.
Questa esperienza si può spendere sui territori e condividere con altre realtà politiche, sociali e associative esterne al PRC per creare esperienze comuni.
Iscriversi a Rifondazione Comunista non significa quindi solo schierarsi, scegliere un’appartenenza, una bandiera, avere una tessera in tasca: significa essere partigiani e quindi esserci nella lotta, nella vertenza che nasce e cresce nella propria fabbrica,nel proprio quartiere, nel proprio territorio; significa esserci prima e dopo le elezioni; significa avere la consapevolezza che potremo risalire la china solo costruendo al posto delle lamentele un movimento di massa.
A questo proposito il positivo risultato ottenuto attraverso il 2 per mille, che ci parla con oltre 46.000 sottoscrizioni nel 2015 (delle quali 5746 in Piemonte, prima regione in Italia), di una simpatia verso il nostro partito che permane nonostante l’oscuramento mediatico a cui siamo sottoposti è una dato interessante. Un dato sicuramente migliorabile. A questo proposito riteniamo importante la decisione assunta dalla Direzione Nazionale di destinare al Partito regionale una cifra simbolica (un euro)per ogni sottoscrizione ottenuta nel 2016, onde poter destinare risorse sul territorio a sostegno dell’iniziativa politica.
Il Partito che vogliamo
Intendiamo questo Comitato Regionale che si rinnova sostituendo Compagn* non più iscritti al PRC come un'opportunità per fare un passo in avanti sul terreno dell'unità tra i compagn* e sul terreno del rilancio del Partito regionale. Un'unità che non significhi un azzeramento delle diversità politiche e di cultura politica, ma rappresenti, al contrario, proprio la condizione che renda possibile il confronto tra posizioni diverse . Riteniamo che sia molto importante lavorare perché il nostro partito sia inclusivo, accogliente e partecipato: tutti gli iscritti devono essere costantemente informati rispetto a quanto fa il partito, e devono avere la possibilità di poter dire la loro e di partecipare ai processi decisionali. Per questo è necessario rafforzare sia gli strumenti comunicativi che già abbiamo sia assumere come modalità ordinaria e continuativa quella - oltre alla convocazione e al funzionamento degli organismi eletti - di convocare assemblee provinciali nelle Federazioni con cadenze periodiche stabilite.
Il Comitato politico Regionale deve svolgere un ruolo di supporto alle realtà territoriali, anche attraverso il lavoro settoriale in gruppi di lavoro specifici, a partire dal tema della sanità (centrale nelle politiche regionali) del lavoro, della casa, delle politiche sociali e culturali.
Il Partito sul territorio
Il rilancio del partito piemontese ha come presupposto fondamentale, la ricostruzione del lavoro politico dei circoli e delle Federazioni esistenti: positiva la conclusione del commissariamento della Federazione di Asti con l’elezione di un nuovo gruppo dirigente. Occorre ora ragionare seriamente sul rilancio e la riorganizzazione delle altre realtà regionali in difficoltà, con un coinvolgimento diretto del nuovo CPR, convocando subito riunioni locali per valutare insieme una riorganizzazione e una ricostruzione del PRC nella nuova “area vasta” del nord del Piemonte (Biella, Novara, Vercelli e VCO) dove il radicamento del Partito, tranne poche realtà efficienti, è poca o nulla.
Nel 2015 la scelta è stata quella di sostenere il più possibile le realtà locali, con l’acquisto delle tessere per le Federazioni da parte del regionale (circa 3.000 euro) con il sostegno a manifestazioni e progetti specifici da parte delle realtà territoriali (2680 euro) fornendo anche il materiale di propaganda per la campagna “i soldi ci sono”(circa 400 euro)campagna che deve essere nuovamente sviluppata e sostenuta, dati i riscontri positivi . Nel 2016 occorre mettere in campo scelte di autofinanziamento anche regionali, con l’impegno ad organizzare insieme almeno una festa regionale del Partito, utile sia a sostenere la realtà territoriale che la ospiterà e sia ad autofinanziare la struttura regionale, a fronte del rinnovato impegno a fornire le tessere alle realtà locali.
Occorre ripensare il ruolo delle nostre sedi locali, utili se diventano moderne “case del popolo”, che ospitano sportelli sociali, sportelli casa, Centri di Assistenza Fiscale, GAP, un lavoro continuo a favore dei ceti popolari più colpiti dalla crisi, diventando un punto di riferimento nel quartiere e nella città.
Senza dimenticare la socialità e l’autofinanziamento, il dibattito culturale: la nostra militanza comunista non può limitarsi alle riunioni periodiche, ma deve mettere in campo iniziativa sociale e di massa.
Per una campagna straordinaria del tesseramento
Il Partito piemontese, in questi anni, si è indebolito, subendo in generale la fase storica negativa e l’abbandono di aree organizzate. Ci poniamo l'obiettivo di invertire la tendenza, lanciando una campagna straordinaria del tesseramento, finalizzata a confermare gli iscritti dell'anno scorso, a fare nuovi iscritti e a provare a recuperare coloro che ci hanno abbandonati nel passato. Pensiamo ce ne siano tutte le condizioni. Oggi sono più che mai attuali le ragioni del comunismo e della costruzione di un altro mondo possibile, e le ragioni per iscriversi al Partito della Rifondazione Comunista.
Il processo unitario a Sinistra ed il ruolo di Rifondazione Comunista
Il processo di costruzione del un soggetto unitario della sinistra a livello nazionale ha subito una battuta d’arresto. Questa è dovuta alla scelta di SEL/Sinistra Italiana di anteporre e contrapporre la costruzione di un nuovo partito della sinistra a quella del soggetto unitario della sinistra antiliberista. Questa non ha evidentemente solo un risvolto organizzativo ma anche politico nella riproposizione di una definizione ambigua sul piano della collocazione europea così come su quello nazionale: le vicende legate alle elezioni amministrative,( in cui spicca il caso milanese) ne sono una testimonianza chiara.
In questo contesto è ancora più importante il risultato della Consultazione tra gli iscritti e le iscritte di Rifondazione Comunista che hanno approvato con una percentuale superiore al 70% l’indirizzo politico fondato sulla proposta di costruzione di un soggetto unitario della sinistra e di rilancio di Rifondazione Comunista (In Piemonte oltre l’83% con 32 consultazioni tra Circoli e Federazioni con la partecipazione di circa 300 Compagn*).
Il compito di Rifondazione Comunista è quindi il rilancio del nostro progetto politico basato sulla proposta unitaria e sul rafforzamento del partito. Per noi questi due compiti non solo non sono contraddittori ma si qualificano a vicenda: il partito senza la proposta unitaria si ridurrebbe ad una prospettiva settaria ed inefficace, un processo unitario fondato sullo scioglimento dei comunisti si qualificherebbe come una riedizione del “PDS”. Siamo orgogliosamente comunisti e comuniste: proprio per questo convintamente unitari e unitarie.
Per questo dobbiamo lavorare al la costruzione di un soggetto unitario definito in modo assai preciso nella prospettiva politica in grado di diventare uno spazio pubblico: la casa comune dalla molteplicità delle forme dell’agire politico, delle culture politiche e delle identità esistenti nel campo della sinistra, dei movimenti, del conflitto sociale.
Si tratta di partire dal documento “Noi ci siamo. Lanciamo la sfida” - che costituisce,secondo noi, il punto più avanzato sin quei prodotto sul terreno unitario – per portare, nel nostro territorio, quella discussione che nel chiuso delle stanze romane ci ha portato ad un empasse.
Da questo punto di vista, le esperienze di aggregazione, chiaramente alternative al Pd e nel contempo plurali e partecipate che si stanno costruendo in varie realtà piemontesi, a partire dall’esperienza torinese, sono un segno di speranza.
Infine riteniamo necessario operare da subito alla costruzione di comitati unitari locali sui referendum. In primavera vi saranno varie raccolte di firme per dar vita a referendum – dalle questioni della democrazia, alla scuola, dalle questioni ambientali a quelle del lavoro – e in data da definirsi vi sarà anche la votazione referendaria sulla manomissione della Costituzione. Su tutti questi terreni dovremo operare per costruire il massimo di mobilitazione e pratica unitaria affinché il complesso delle campagne referendarie si configuri come un percorso di costruzione di una opposizione e una alternativa da sinistra alle politiche del governo Renzi.
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