Contestare Erdogan in Italia è reato. Solidarietà ai compagni piemontesi
di Maurizio Acerbo e Ezio Locatelli*
Rifondazione Comunista denuncia l’assurdità dell’operazione ordinata dai magistrati piemontesi contro i compagni che lo scorso settembre hanno partecipato a un’azione di contestazione del regime di Erdogan e di denuncia della sua criminale politica contro i curdi all’aeroporto di Torino. Nel 15° anniversario della mattanza di Genova mandare la polizia alle sei di mattina a casa di attivisti è davvero una sinistra coincidenza e un’operazione di cattivo gusto.
Solidarizzare con la resistenza del PKK che in Turchia e in Siria difende i diritti del popolo curdo dalle violenze dell’esercito turco e dell’ISIS in Italia è reato?
E’ paradossale che mentre ormai tutte le tv raccontano il carattere a dir poco autoritario del regime di Erdogan chi ha per tempo denunciato il terrorismo di Stato contro i curdi venga raggiunto da provvedimenti giudiziari.
Quell’azione di protesta era sacrosanta e serviva a denunciare il silenzio dei media e la complicità dei governi europei che han fatto finta di non vedere la guerra che Erdogan ha scatenato contro i curdi scatenando repressione e bombardamenti contro città e villaggi nel sud-est della Turchia causando migliaia di morti e il sostegno all’ISIS in Siria.
Questa vicenda evidenzia l’ipocrisia dei governi occidentali e dell’UE che continuano a tenere il PKK di Ocalan nell’elenco delle organizzazioni terroristiche per compiacere l’alleato Nato ed evitare che un’alternativa democratica, libertaria e socialista possa avanzare in Medio Oriente.
Le donne e gli uomini che a Kobane hanno sconfitto l’Isis sono per l’Italia e l’Europa terroristi. Chi denuncia con un’azione diretta questa vergogna ed esprime solidarietà viene considerato un criminale.
* segreteria nazionale PRC-SE
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