La scelta di fare a Torino il G7 dei Ministri dell’industria, della scienza e del lavoro ha il sapore di un affronto, di una provocazione. Proprio a Torino, una città piegata dalla disoccupazione e dall’impoverimento di massa, il luogo del delitto consumatosi con l’assunzione del modello Marchionne a modello di regolazione delle relazioni industriali. Dopo avere in tutti i modi favorito un gigantesco processo di spoliazione di diritti, tutele, occupazione i governi si ritrovano – per la precisione il summit degli odierni “sette grandi della Terra” si terrà nella fastosa reggia sabauda di Venaria Reale – formalmente per parlare di lavoro e industria, più precisamente per parlare del ruolo che impresa e capitale devono avere nell’epoca della “rivoluzione digitale”, della “fabbrica intelligente”. Fuor di metafora governi, padroni, think thank vari si ritroveranno per discutere di innovazione tecnologica, di adeguamento delle forme di sfruttamento della forza lavoro, di nuove forme di accumulazione con l’idea – pia illusione – di trovare per questa via una qualche soluzione alla crisi globale di sistema. Contro le ricette di lorsignori bisogna che si levi la voce e la protesta dei molti contro i pochi, di chi vive il dramma della disoccupazione, di chi subisce il peso della precarietà, dei lavori poveri e sottopagati, della rimozione delle tutele sindacali. Va messo in campo un altro punto di vista rispetto alla logica del capitale, della speculazione finanziaria, dei profitti privati. Rifondazione Comunista partecipa ed è parte attiva del coordinamento che si è costituito in “assemblea cittadina”, un’assemblea plurale di associazioni, forze sociali e politiche, sindacali. Rifondazione Comunista preparerà la manifestazione “No G7” che si terrà a Torino con una campagna capillare di controinformazione e di mobilitazione per un piano di lavoro, un piano per il ripristino dei diritti dei lavoratori, la riduzione dell’orario di lavoro, il salario orario minimo e interventi redistributivi dei redditi bassi avendo come riferimento primo i luoghi dello sfruttamento, del lavoro, della precarietà, del disagio sociale presenti nel torinese.
Torino, 25 luglio 2017
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