il 20 ottobre in piazza per dare la scossa al Governo!

"Il governo così non va, uniamoci e diamogli una scossa"

Liberazione", "il manifesto" e 15 personalità della cultura e della politica propongono una manifestazione per il 20 ottobre

L 'attuale governo non ancora ha dato risposte ai problemi fondamentali che abbiamo di fronte. E per i quali la maggioranza degli italiani ha condannato Berlusconi votando per il centrosinistra. Serve una svolta, un'iniziativa di sinistra che rilanci la partecipazione popolare e conquisti i punti più avanzati del programma dell'Unione, per evitare che si apra un solco tra la rappresentanza politica, il governo Prodi e chi lo ha eletto.
Occorre fare della lotta alla precarietà e per una cittadinanza piena di tutte e di tutti la nostra bussola.


Noi vediamo sette grandi questioni. Quella del lavoro: cioè della sua dignità e sicurezza, con salari e pensioni più giusti, cancellando davvero lo scalone di Maroni e lo sfruttamento delle forme "atipiche", e con la salvaguardia del contratto nazionale come primario patto di solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori. Quella sociale: cioè il riequilibrio della ricchezza e la conquista del diritto al reddito e all'abitare. Quella dei diritti civili e della laicità dello Stato: fine delle discriminazioni contro gay, lesbiche e trans, leggi sulle unioni civili, misure che intacchino il potere del patriarcato. Vogliamo anche che siano cancellate le leggi contro la libertà, come quella sul carcere per gli spinelli. Quindi, la cittadinanza: pienezza di diritti per i migranti, rapida approvazione della legge di superamento della Bossi-Fini, chiusura dei Cpt. La pace: taglio delle spese militari, non vogliamo la base a Vicenza, vogliamo vedere una via d'uscita dall'Afghanistan, vogliamo che l'Italia si opponga allo scudo stellare. L'ambiente: ha tanti risvolti, dalla pubblicizzazione dell'acqua alla definizione di nuove basi dello sviluppo, fondate sulla tutela e il rispetto per l'habitat, il territorio e le comunità locali. Per questo ipotesi quali la Tav in Val di Susa vanno affrontate con questo paradigma. La legalità democratica: lotta alla mafia e alle sue connessioni con la politica e l'economia.

Nessuna di queste richieste è irrealistica o resa impossibile da vincoli esterni alla volontà della maggioranza. Il fallimento delle politiche di guerra dell'amministrazione Bush si sta consumando anche negli Stati Uniti, i vincoli di Maastricht e della Banca centrale europea sono contestati da importanti paesi europei o europeisti, l'andamento dei bilanci pubblici permette delle scelte sociali più coraggiose. Ma siamo consapevoli che per per affrontare tutto questo occorre che la politica sia politica di donne e di uomini - non più un affare maschile - e torni ad essere partecipazione, protagonismo, iniziativa collettiva.
Per questo proponiamo di ritrovarci a Roma il prossimo 20 ottobre per una grande manifestazione nazionale: forze politiche e sociali, movimenti, associazioni, singoli. Chiunque si riconosca nell'urgenza di partecipare, per ricostruire un protagonismo della sinistra e ridare fiducia alla parte migliore e finora più sacrificata del paese.


Gianfranco Bettin - Lisa Clark - Toni Dell'Olio - Antonio Ferrentino - Luciano Gallino - Pietro Ingrao - Aurelio Mancuso - Lea Melandri - Gabriele Polo - Bianca Pomeranzi - Rossana Praitano - Marco Revelli - Rossana Rossanda - Piero Sansonetti - Pierluigi Sullo - Aldo Tortorella - Nicola Tranfaglia

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Dobbiamo provarci, tutti insieme, per cambiare
 
Rifondazione Comunista aderisce alla mobilitazione. Uniti per provare a cambiare davvero il passo e l'indirizzo del governo dell'Unione
Uniti nel restituire protagonismo a una sinistra capace di proporsi come soggetto di partecipazione e con un progetto di liberazione
 

Franco Giordano*
Sì, bisogna provarci. Provare ancora una volta a cambiare. Tutti insieme, ciascuno per quel che è e per come si mette in relazioni col resto. Uniti per provare a cambiare davvero il passo e l'indirizzo del governo dell'Unione. Uniti nel restituire protagonismo a una sinistra capace di proporsi come soggetto di partecipazione e progetto di liberazione. Per questo Rifondazione comunista aderisce con convinzione alla proposta di mobilitazione per il prossimo 20 ottobre.
Abbiamo sconfitto le destre alle elezioni e non era scontato, basta guardare cosa accade in Europa. Poco più di un anno fa abbiamo sconfitto il tentativo di rimonta berlusconiano grazie a una stagione straordinaria di mobilitazione e di partecipazione democratica; grazie al fatto che ciascuno, ognuno a suo modo, ha trovato in sé e nel rapporto con gli altri le motivazioni e gli argomenti per battere questa destra ultra liberista, populista, perbenista, autoritaria e repressiva.
Ora è venuto il tempo di ritrovare quello spirito, quelle motivazioni, quelle speranze per imprimere uno slancio nuovo ai movimenti e alla sinistra, per provare a cambiare davvero, per rispondere a quelle aspettative che insieme siamo stati capaci di suscitare.
Finora non è stato così. Il governo di centrosinistra non ha fatto la sua parte fino in fondo come avrebbe potuto e dovuto. Ne abbiamo avuto la misura concreta negli interventi sulle pensioni, sul welfare, sul mercato del lavoro. Misure che non abbiamo condiviso e che vogliamo cambiare.
Questo squilibrio è stato determinato dall'imporsi delle soggettività di Confindustria, delle tecnocrazie internazionali e della rendita finanziaria, che hanno condizionato sistematicamente il programma dell'Unione.
Nelle sue varie anime, il Pd è stato a suo modo permeabile all'influenza di tali soggettività, quindi e un'idea della politica come governo dell'esistente, come interrelazione tra i centri di potere tesa a stabilizzare la realtà e a temperarne - quasi fino a nasconderle - le contraddizioni.
Per questo c'è bisogno di una ripresa di protagonismo sociale, quel protagonismo che è stata la vera risorsa alternativa non solo rispetto a Berlusconi ma rispetto alle politiche della destra. In questo senso la manifestazione del 20 ottobre è un'occasione di straordinario rilievo da intendersi prima di tutto come un appello a tutto il popolo dell'Unione.
E in questo contesto è decisivo anche il ritorno in campo di una sinistra unitaria che si proponga per cominciare come soggetto partecipato, come luogo e pratica di democrazia. Perché altrimenti non è a rischio solo l'azione del governo, ma il senso stesso della politica e della democrazia, del nostro agire collettivo ciascuno a partire dalla propria condizione sociale e umana.
Ecco. Credo che ci sia bisogno in primo luogo di restituire un senso e anche un'anima alla politica. Credo ci sia bisogno di rispondere a una crisi della politica che si presenta in modo duplice, da un lato come rivoluzione passiva e dall'altro come smarrimento di ogni possibilità di trasformazione sociale. Una politica le cui utopie si inchinino di fronte al pensiero dominante e al processo di valorizzazione del capitale diventa infatti una parola vuota, diventa meccanica della pubblica amministrazione, tecnocrazia e anche omologazione culturale.
Per questo credo che dobbiamo guardare alla manifestazione del 20 ottobre in primo luogo come occasione di ritorno partecipato della politica; come luogo e pratica per restituire significato all'agire collettivo e alla democrazia, per restituire soggettività alla sinistra e per rendersi così capaci di intervenire sull'azione di governo.
Dunque proviamoci. Tutti insieme, ciascuno a partire da sé. Proviamo a riaccendere la partecipazione, la speranza, la politica nel suo senso più alto di agire culturale, di progetto condiviso, di percorso di liberazione umana e sociale.
Segretario Nazionale Prc-Se


04/08/2007