comunicato del circolo di Cossato
All’indomani delle elezioni comunali dicemmo che il centrodestra aveva vinto ma non ci aveva convinto e in base ad alcune affermazioni di Corradino dicemmo anche che non era il nostro sindaco, invitando i democratici cossatesi a vigilare.
Fummo facili profeti. Perché fino ad oggi il sindaco, la maggioranza, , che sono vissuti, dal punto di vista amministrativi di rendita, hanno solamente connotato il comune nella sfera leghista.Le polemiche sul crocifisso. Il 25 Aprile, dove hanno svilito la lotta partigiana e non hanno onorato i caduti cossatesi nell’inaugurazione del monumento al Margosio. Il 1° Maggio, dove il gonfalone del comune di Cossato non era presente alla manifestazione a Biella evidenziando una scarsa sensibilità verso il mondo del lavoro, che si era già notata nella vicenda delle cooperative e si nota oggi con una assoluta mancanza di mobilitazione contro il progetto dell’autostrada che isolerà Cossato nella sua area artigianale portandosi dietro uno scempio ambientale non indifferente. Progetto che riverserà sul centro del paese il traffico che ora va sulla superstrada, lavandosi la coscienza con un progetto di ronde ambientali che hanno il solo scopo di imitare le famose ronde padane.
Fino a questa ordinanza sul burqa.
Finora a Cossato di burqa se ne era visto solo uno indossato da una giornalista di un bisettimanale locale ma questo non ha impedito al sindaco di emettere questo provvedimento dichiaratamente razzista e sessista.
Partendo dall’immaginario collettivo che fomenta la paura, in nome di uno strano concetto di sicurezza si vieta alle donne di coprirsi il viso per motivi religiosi.
Se leggiamo le cronache locali, i reati commessi dove il viso viene coperto vede molte volte usato il casco da motociclista , il passamontagna o le sciarpe. Non si hanno notizie di reati commessi col burqa.
Qualcuno obbietta che tale ordinanza serve a proteggere le donne dalle vessazioni maschili di integralisti religiosi.
Se leggiamo le cronache di questi giorni sui maltrattamenti alle donne, nel nostro biellese, si parla di italianissimi mariti che menano o minacciano anche senza l’obbligo del burqa, senza che nessuna voce si sia levata per discutere su come affrontare questo problema di sicurezza sociale.
C’è bisogno di una seria riflessione sulla immigrazione e sulla integrazione, occorre una consulta o quant’altro dove insieme si parli di diritti e doveri e dove insieme si trovino le giuste interpretazioni per fare rispettare le leggi vigenti in Italia.
Non servono ordinanze razziste che anziché integrare allontanano ancora di più.
Cordiali saluti
Valter Clemente
Segretario circolo Cossato-Vallestrona del P.R.C:
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