ancora la violenza del maschio...

 

 

 

 

 

 

Quando un mese fa le cronache cittadine raccontarono delle violenze verso l’operaia di Andorno, un titolo di prima pagina faceva da corollario alla fredda cronaca dei fatti. Nulla più, tutti troppo coinvolti a scagliarsi contro l’omicida di Giovanna Reggiani predisponendo leggi liberticide e razziste, per domandarsi come avremmo invece potuto difendere tutte le altre donne, da noi bravi maschi italiani. L’attenzione stava altrove, al rumeno delinquente e assassino, figuriamoci quindi se un onesto artigiano biellese avrebbe potuto reiterare un crimine dopo l’avviso delle autorità. Invece è successo di nuovo, come due anni fa contro Deborah, sempre fuori (o dentro) le nostre fabbriche, donne sequestrate e tradotte con la forza. Deborah non ce l’ha fatta. Simona fortunatamente sì. Ma dovevamo arrivare a questo? C’è una domanda che come un assillo non riesco a cacciare dalla mente: quando si sono manifestate le prime violenze a Simona, quanti uomini nel nostro biellese si sono chiesti se magari lei, alla fine, non le avesse meritate? Sembra brutale, ma è la stessa retorica che fa dire a molti maschi, che in fondo il confine tra lo stupro e l’atto volontario è solo un’arma in mano alle donne per incastrare noi “poveri” uomini…Quando un mese fa scrissi su Giovanna e Simona, l’indifferenza generale e le urla contro lo straniero, hanno offuscato il grido d’allarme che lanciavo, rispetto alla violenza che quotidianamente si scaglia contro le donne. Questo ennesimo episodio servirà a riflettere ed agire? Purtroppo no, si invocheranno leggi più severe, si imporrà la certezza della pena, ma nulla cambierà nelle mentalità dei legislatori e del sentire comune. Fino alla prossima vittima, fino al nuovo volto del “mostro” da sbattere in prima pagina, fino a quando quel volto non assomiglierà al nostro o a quello del vicino di casa…Ma allora sarà troppo tardi, purtroppo!

 

roberto pietrobon

capogruppo Rifondazione Comunista

Città di Biella

 

Biella 18.12.’07

Commenti

Ritratto di Anna

L'altro punto drammatico che viene sempre fuori ma mai analizzato è il cosiddeto "colpo di testa" dell'uomo nostro connazionale, cioè l'elemento che serve nella maggior parte dei casi a giustificare la violenza dell'ex(spesso è un ex). Basta dire che era innamorato oppure depresso oppure qualosa di simile per alleviare il giudizio di colpevolezza del senso comune nei cofronti del carnefice di turno, cosa che ovviament e non funziona MAI con l'extracomunitario, che resta sempre e comunque un bandito. Bandito più perchè è extracomunitario che per il gesto compiuto, questa la seconda violenza che si infligge alla donna.