"Blu Notte" sul G8 di Genova 2001
Domenica scorsa su Rai Tre a Blu Notte-Misteri d'Italia il bravo Carlo Lucarelli ha trasmesso oltre due ore di controinchiesta sul G8 di Genova 2001. Di seguito pubblichiamo un articolo comparso su "il manifesto" e vi consigliamo se potete, di scaricare sui siti peer to peer (P2P) o richiedendolo direttamente a noi (rifondazione@prcbiella.191.it) copia della tresmissione.
Un'ottima inchiesta che si avvale anche delle importanti novità degli ultimi mesi apparse con il video "OP-Ordine pubblico" del Genoa Legal team (anche questo in distribuzione presso la Federazione del PRC di Biella).
A Raitre, la notte cilena di Genova
di Norma Rangeri da www.ilmanifesto.it
Il fermo-immagine resta negli occhi: sulla piccola porta illuminata della palestra della scuola Diaz si ammassano i caschi dei poliziotti che stanno per entrare. La ripresa è dall'alto, di notte, con caschi che brillano ai riflessi della luce artificiale. Un'immagine cilena. L'altra sequenza terribile mostra il corpo di Carlo Giuliani, schiacciato come un cencio sotto le ruote della gip dei carabinieri.
I filmati degli scontri durante il G8 di Genova, tra il 20 e il 22 luglio del 2001, si erano già viste all'epoca dei sanguinosi scontri e in seguito. Il sangue, l'uccisione di Carlo Giuliani, gli scontri furiosi, il pestaggio organizzato da polizia e carabinieri, i black block lasciati agire indisturbati, le testimonianze di alcuni manifestanti e quelle dei poliziotti. Ma nella puntata di Blu notte (domenica, Raitre), la scelta di selezionare al massimo nel copioso materiale della documentazione ha chiarito gli elementi essenziali.
Nella ricostruzione di Carlo Lucarelli e dello staff della trasmissione colpisce l'esame delle armi in dotazione alle forze dell'ordine, puntigliosamente descritte: i manganelli non più di gomma ma di metallo, il gas dei lacrimogeni (in guerra considerato arma chimica e vietato dalle convenzioni internazionali). Lascia increduli la dinamica degli spostamenti dei plotoni dei poliziotti e dei carabinieri quasi una studiata strategia per creare violenza anziché sedarla. Le parole dei poliziotti (comunisti estremisti anche loro?) impiegati in quei giorni combaciano con i racconti di donne e uomini picchiati e torturati.
A sei anni dai fatti, con una Commissione parlamentare di inchiesta contenuta nel programma dell'Ulivo e mai avviata, con i processi che, come afferma uno degli avvocati interpellati, «non arriveranno mai a sentenza definitiva», si rischia la solita soluzione all'italiana: un lento trascinarsi dei procedimenti giudiziari, qualche pesce piccolo da sacrificare, senza riuscire a colpire gli stati maggiori che avevano la responsabilità del comando dell'ordine pubblico nella città. Si spera però di arrivare alle sentenze di primo grado, mentre alcune cause di risarcimento per i danni ricevuti sono già state vinte. Nei meandri dell'inchiesta e della contro-inchiesta Lucarelli nuota spedito come un pesce nell'acqua.
Il programma si conclude con una frase pronunciata da un poliziotto molto amato dai telespettatori, il Commissario Montalbano. Durante un episodio della serie, di fronte alle molotov messe nella scuola Diaz dagli stessi poliziotti per falsificare le indagini, Montalbano pensa alle dimissioni e, con un smorfia di disgusto, esclama: «Quella non è la mia polizia». Noi restiamo in attesa di sapere di chi è.
nrangeri@ilmanifesto.itI filmati degli scontri durante il G8 di Genova, tra il 20 e il 22 luglio del 2001, si erano già viste all'epoca dei sanguinosi scontri e in seguito. Il sangue, l'uccisione di Carlo Giuliani, gli scontri furiosi, il pestaggio organizzato da polizia e carabinieri, i black block lasciati agire indisturbati, le testimonianze di alcuni manifestanti e quelle dei poliziotti. Ma nella puntata di Blu notte (domenica, Raitre), la scelta di selezionare al massimo nel copioso materiale della documentazione ha chiarito gli elementi essenziali.
Nella ricostruzione di Carlo Lucarelli e dello staff della trasmissione colpisce l'esame delle armi in dotazione alle forze dell'ordine, puntigliosamente descritte: i manganelli non più di gomma ma di metallo, il gas dei lacrimogeni (in guerra considerato arma chimica e vietato dalle convenzioni internazionali). Lascia increduli la dinamica degli spostamenti dei plotoni dei poliziotti e dei carabinieri quasi una studiata strategia per creare violenza anziché sedarla. Le parole dei poliziotti (comunisti estremisti anche loro?) impiegati in quei giorni combaciano con i racconti di donne e uomini picchiati e torturati.
A sei anni dai fatti, con una Commissione parlamentare di inchiesta contenuta nel programma dell'Ulivo e mai avviata, con i processi che, come afferma uno degli avvocati interpellati, «non arriveranno mai a sentenza definitiva», si rischia la solita soluzione all'italiana: un lento trascinarsi dei procedimenti giudiziari, qualche pesce piccolo da sacrificare, senza riuscire a colpire gli stati maggiori che avevano la responsabilità del comando dell'ordine pubblico nella città. Si spera però di arrivare alle sentenze di primo grado, mentre alcune cause di risarcimento per i danni ricevuti sono già state vinte. Nei meandri dell'inchiesta e della contro-inchiesta Lucarelli nuota spedito come un pesce nell'acqua.
Il programma si conclude con una frase pronunciata da un poliziotto molto amato dai telespettatori, il Commissario Montalbano. Durante un episodio della serie, di fronte alle molotov messe nella scuola Diaz dagli stessi poliziotti per falsificare le indagini, Montalbano pensa alle dimissioni e, con un smorfia di disgusto, esclama: «Quella non è la mia polizia». Noi restiamo in attesa di sapere di chi è.
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Commenti
Anonimo (non verificato)
Dom, 16/09/2007 - 13:04
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Giuliano Giuliani su "Blu Notte"
Anonimo (non verificato)
Mar, 25/09/2007 - 11:02
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- Avete appena parlato di
Luca (non verificato)
Mar, 25/09/2007 - 13:29
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C'e' chi non vuol capire...
Non ho tempo per scrivere un pezzo approfondito e smontare punto su punto quello che dice perche' sto studiando (magari lo faro' tra una settimana) ma non posso esimermi dal buttare giu' un paio di pensieri sparsi che proprio non posso tacere quando leggo ancora di qualcuno che dopo sei anni di documenti, testimonianze, controinchieste e anche finalmente qualche pezzo di verita' giudiziaria ribadisce le solite, trite e ritrite affermazioni che al nocciolo si riducono a "be', si', forse la polizia ha un po' esagerato e ha fatto qualche errore, ma cosa pretendete, in una situazione del genere, con tutto il casino fatto da quei manifestanti violenti e facinorosi cos'altro potevano fare..."
Quello che evidentemente lei ancora non e' riuscito a capire, o meglio non vuole capire perche' accecato da pregiudizi e luoghi comuni, e' che il caos usato come giustificazione dalle forze dell'ordine (che peraltro, in quanto professionisti, dovrebbero essere in grado di gestire in bel altra maniera) e' stato in gran parte, attivamente o passivamente, creato proprio da esse stesse. Cito solo ad esempio il fatto, provato dalle intercettazioni del 113 usate nei processi e che se ricordo bene sono state fatte sentire anche a Blu Notte (e comunque si trovano sul dvd OP), che una colonna di poliziotti a cui era stato ordinato di recarsi a Marassi dove erano in azione i black block abbia volutamente preso una strada sbagliata e si sia mossa cosi' lentamente da ritrovarsi, guarda un po', davanti al corteo delle tute bianche (che violente non sono mai state) e lo abbia ripetutamente caricato senza motivo, senza obbedire ai ripetuti ordini della centrale di andarsene e lasciarli passare.
A lei sembra strano che si indaghi sui manganelli usati da polizia e carabinieri, ma sa com'e', quando i tutori dell'ordine utilizzano armi improprie come i manganelli girati al contrario in modo da fare molti piu' danni o spranghe di ferro come mostrato dai video o ancora i gas CS che sono proibiti dalle convenzioni internazionali sulle armi chimiche, comincio a dubitare di vivere in uno stato di diritto e non in un regime di polizia...
Ultima cosa su Carlo. La versione di Placanica e' cosi' palesemente falsa che lui stesso ha piu' volte ritrattato, e pare abbastanza chiaro che si stia coprendo qualcuno piu' alto in grado e quindi non tacciabile di inesperienza o paura che era nel defender. Sbaglio o subito dopo l'omicidio di Carlo la polizia provo' a far credere che era stato ucciso da un sasso lanciato da un manifestante e che se non fosse per i video girati dai manifestanti ancora oggi la versione ufficiale sarebbe probabilmente quella? Ma, al di la' di questo, dall'analisi emersa dai filmati appare ormai chiaro che Placanica o chi per lui non abbia estratto la pistola alla vista dell'estintore di Carlo, ma sia avvenuto esattamente il contrario e cioe' che Carlo abbia alzato l'estintore a mo' di protezione quando si e' accorto che il carabiniere aveva spianato la pistola; e i colpi di pistola sparati dalle forze dell'ordine nella giornata di venerdi' sono stati parecchi, anche se fortunatamente non letali, come dimostrato dai bossoli che sono agli atti del porcesso.
Allora, di chi era la legittima difesa?
Chiudo qui, anche se avrei molto molto altro da dire e avrei voluto essere molto piu' livoroso. Le consiglio di informarsi meglio, e documentarsi con le fonti indipendenti come l'ottimo programma di Lucarelli piuttosto che con le veline di regime.
Luca Giacone
Omnia sunt communia
Anonimo (non verificato)
Mar, 25/09/2007 - 14:57
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Si continua a tergiversare....
roberto (non verificato)
Mar, 25/09/2007 - 17:14
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io c'ero!
Anonimo (non verificato)
Ven, 28/09/2007 - 13:46
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