Lettera aperta alle sinistre biellesi

Dpef, tesoretto, scalone, tutti nomi un po' orribili che però parlano la stessa lingua, o meglio che potrebbero permettere di parlarla: quella del risarcimento sociale. Un meccanismo redistributivo che permetta ai cittadini e alle cittadine di questo paese, di vedere i segni tangibili che marchino il carattere progressista del governo del paese. In questo senso la lettera dei quattro Ministri della sinistra dell’Unione segnala evidentemente questa necessità. Basta inseguire i dettami mercantilisti della commissione europea, del fondo monetario o della Confindustria; innescare invece un processo che finalmente preveda una pensione dignitosa per milioni di persone, che aumenti i salari, che ridia dignità alla scuola e alla ricerca. Piccoli esempi, ma concreti di ciò che il governo Prodi ha il dovere di fare, pena l’ulteriore scollamento con la sua base sociale.

In questa partita multipla, si giocano non solo le speranze e le attese del popolo dell’Unione che un anno fa ci ha votato, ma anche la possibilità non più rinviabile di unire sui contenuti tutte le sinistre politiche e sociali di questo paese. Con l’accelerazione impressa nel processo di costruzione del Partito democratico sta a coloro che a sinistra si riconoscono in un’idea altra di società, laica, progressista, ambientalista, antiliberista la sfida di “gettare il cuore oltre all’ostacolo”. Non importa la forma, ma ciò che è necessario è agire ora, fare presto per dare vita nel paese e anche qui nel biellese ad una nuova soggettività politica all’altezza delle sfide del presente. Ci siamo già trovati quasi informalmente, abbiamo elaborato un primo canovaccio di lavoro comune, ma tanto ancora è da fare. Anche localmente, le recenti fughe in avanti, dimostrano una certa urgenza (un po’ scomposta) ma anche una necessità di dialogo da troppo rinviata. I soggetti politici coinvolti in un nuovo processo aggregativo non devono vivere una sorta di “ansia da prestazione” che invece a partire dai contenuti, deve potersi rappresentare verso i cittadini e le cittadine biellesi come un soggetto credibile e soprattutto in ascolto. In fondo è proprio qui il punto vero di tutta quest’analisi, se il Governo Prodi o le giunte di Scaramal e Barazzotto riuscissero a recuperare quel dialogo e quell’ascolto con le popolazioni si renderebbero conto non solo dell’autoreferenzialità della politica del “palazzo", ma probabilmente acquisterebbero quelle sane indicazioni per poter raddrizzare la barra. Troppe volte a Biella abbiamo invocato il confronto e ci siamo spesi per ricercare soluzioni di rilancio programmatico della coalizione; ad oggi nulla va nella direzione sperata e allora non ci resta che farlo da soli. Rifondazione Comunista per questo propone a tutte le soggettività politiche e sociali, partitiche o di movimento delle sinistre diffuse, rappresentate nelle assemblee elettive o radicate nei territori di dotarsi di un coordinamento permanete dei gruppi consiliari, di creare alcuni tavoli tematici aperti e partecipati e di avviare una vera e propria campagna d’ascolto e di confronto con la cittadinanza a partire dei temi sociali e ambientali. Il lavoro, la precarietà, i rifiuti, il trasporto pubblico, la casa, il disagio sociale. Facciamo una scaletta di priorità - magari partendo dallo studio commissionato dalla Provincia di Biella sulle “dinamiche e prospettive del territorio biellese” - e confrontiamola nelle strade e nelle piazze con la cittadinanza, poi riportiamo ciò che è emerso nelle sedi istituzionali e politiche della coalizione e chiediamo, tutti e tutte insieme delle risposte certe.

Proviamo ad invertire per una volta la piramide, non tanti gazebo per decidere un leader che è già stato deciso dal vertice, ma un confronto vivo, che parte e ritorna, dal popolo, con il popolo, per il popolo.

roberto pietrobon

capogruppo di Rifondazione Comunista_Sinistra Europea

Città di Biella

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