"Liberazione" sbatte "la Stampa" in prima pagina e racconta la storia del nostro Adriano Guala
«Cupio comunista sei il primo della lista». Vicenda surreale e
violentissima, quella in cui è incappato un operaio di Biella. La
possiamo sintetizzare così: sembra che da una postazione - così pare -
qualcuno abbia suggerito al suo padrone, un imprenditore tessile, di
licenziare quell’operaio. Perchè è comunista e gay - questo vuol dire
cupio, termine dialettale piemontese per ”omosessuale”. La riduzione
dell’omosessuale a “contenitore” (è facile immaginare di che cosa) ha
riscontro in molti dialetti, per esempio nel napoletano vasetto, nel
meridionale lumino, nel toscano buco e bucaiolo, e nell’emiliano
busone).
Sono i primi di questo marzo quando l’operaio in questione scrive una
lettera aperta al suo datore di lavoro, presidente della Zegna Baruffa.
Scrive consapevole e grato di quanto finora fatto perché nessuno
uscisse dall’azienda «in maniera sgradevole», ossia col massimo
possibile di ammortizzatri sociali. Ma l’operaio, e con lui i suoi
compagni di lavoro, sono angosciati dalle modalità della cassa
integrazione, gliene sfuggono le logiche, anziché vedere una guerra tra
poveri con uno stabilimento che lavora e un altro dove si campa con i
750 euro della cassa integrazione. Così. l’operaio suggerisce di
lavorare meno ma lavorare tutti per venir fuori, insieme, dal mare
della crisi. La lettera ha toni pacati, gentili ed esce l’11 marzo su
"La nuova Provincia di Biella". Il giorno dopo arriva anche sulle
scrivanie de "il Biellese" e de "la Stampa".Un altra testata è
dell’Unione industriali, inviargli un testo del genere sarebbe inutile.
Il 12 marzo, sulla cartella delle mail indesiderate, l’operaio trova
questa mail indirizzata al suo datore di lavoro: «Questo è un cupio
bastardo e comunista. Il De Nuzzo della Provincia lo ha pubblicato. Lui
è solo bastardo (se fossi in te parlerei anche con l’avvocato Rosso per
vedere se ci sta la diffamazione... non credo ma ne varrebbe la pena).
Io non pubblico sta schifezza, sempre se fossi in te lo metterei in
cima alla lista dei primi da licenziare. Ciao».
Adriano Guala, è lui il nostro operaio, compirà 49 anni il mese
prossimo, è operaio da 31. Comunista, certo (è responsabile diritti
della federazione Prc), è stato portavoce del Biella Pride e leader di
Eurialo&Niso, associazione che opera sul territorio sulle tematiche
glbtq. «Che cazzo hanno scritto? chi è questa qui?!», esclama leggendo
il nome e cognome nello spazio che indica il mittente: si tratta di una
redattrice locale dell’house organ della famiglia Agnelli. La sera
stessa una seconda mail nella quale la giornalista precisa di non
essere lei l’autrice materiale, la sua postazione potrebbe essere stata
utilizzata da qualcun altro. «No comment» del caporedattore subito
interpellato dai suoi colleghi.
Adriano si consulta con Rifondazione e con le organizzazioni glbtq e
convoca una conferenza stampa. Il giorno prima la redattrice in
questione lo chiama, lui decide di non avere nulla da dirle. Allora lo
cerca il caporedattore locale de "La Stampa" che gli raccomanda avere
cura e attenzione. Guala fa ciò che ritiene giusto e, in conferenza
stampa, legge le due mail senza fare nomi. I nomi li fa il giornale
tirato in ballo dalla prima ,mail, quello che sarebbe «solo bastardo»,
ma la vicenda scompare dalle pagine e sopravvive solo sui siti gay. Per
la cronaca: i dirigenti della Zegna Baruffa si sono dissociati dal
contenuto della prima missiva, apprezzando i toni pacati della lettera
aperta di Guala. La Filtea e la Cgil, con una telefonata privata, hanno
solidarizzato con l’operaio. Solo due amministratori pubblici ci hanno
messo la faccia, gli stessi che l’avevano messa dal palco del Biella
Pride. "La Stampa" non ha scritto una riga.
«Mai avuto problemi a vivere le mie scelte in questa città, neanche
durante il Pride», racconta Guala a "Liberazione". Eppure ci furono
problemi per avere la piazza. Ma alla fine, dice Roberto Pietrobon,
segretario locale del Prc, «fu uno schiaffo ai perbenisti: più di 5mila
persone! In un minuto quella che era stata paventata come una mostra di
culi e tette, si rivelò una piazza per i diritti e le libertà. Non
sarebbe potuto avvenire senza coraggio di Adriano». La mattina, però,
lo slargo all’imbocco del Corso era pieno di celtiche e scritte
omofobe. Stessa regia dell’“Eteropride” messo in scena un paio di mesi
prima dai ragazzotti di An, con strip tease e lap dance. Ma oltre
questo poco o nulla, Guala ricorda solo una tentata aggressione al suo
compagno, «più bullismo - dice - che omofobia, non succede quello che
succede da voi a Roma».
Ora la faccenda è in mano ai legali per valutare una querela per
ingiurie cui potrebbero accodarsi, come parti civili, le associazioni
glbtq.
A rompere il silenzio, una lettera di Mario Pozzo, del sindacato dei
giornalisti, che denuncia l’omertà di tutti: stampa, partiti, sindacati
e giornalisti: «Ringhia solo De Nuzzo. Ci mancherebbe, si è preso a sua
volta del bastardo!». E sui giornali di oggi ci sarà una lettera delle
Rsu della Zegna Baruffa, solidale con Guala e con le ragioni che lo
hanno spinto a scrivere al datore di lavoro. Altri macchinari e altri
dipendenti saranno spostati dalla fabbrica in questione: «Un altro
pezzo di storia che se ne va da Valle Mosso».
«Adriano impersonifica, nella sua condizione materiale, la sintesi tra
battaglie per i diritti sociali e diritti civili. Ecco perché qualcuno,
dal giornale di Agnelli, si scaglia contro di lui. Ecco perché Adriano
sarà il nostro capolista alle comunali. Sperando che Biella, con
trent’anni di ritardo, abbia il suo Harvey Milk», conclude Roberto
Pietrobon, a sua volta candidato sindaco per le sinistre. Adriano,
comunista e gay, sarà il primo della lista.
di Checchino Antonini da "Liberazione" 4 aprile 2009 www.liberazione.it
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Commenti
L'arcangelo (non verificato)
Sab, 04/04/2009 - 16:48
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a quali fini ?
Nunzia (non verificato)
Sab, 04/04/2009 - 20:35
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Diserta le urne -non votare!
Aldo (non verificato)
Sab, 04/04/2009 - 21:59
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Omaggio a Piero Ciampi.comunista livornese
AdrianoBiella
Dom, 05/04/2009 - 09:49
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Al Sig. Gamba
L'Arcangelo (non verificato)
Dom, 05/04/2009 - 20:01
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Al sig. Guala
andres
Mar, 07/04/2009 - 15:12
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Adriano, Daniele
Caro Adriano,
noi ci siamo visti solo una volta (al Biella Pride) e ci siamo scambiati un paio di mail poco prima (ti avevo scritto per avere qualche idea sul programma, in quanto dovevo prenotare il volo da Londra).
Leggere le notizie della tua vicenda ha fatto personalmente schifo (shifo riguardo il giornale La Stampa). Ho publicato un link a un'articolo su Eurialo&Niso su facebook, ma non ti ho scritto personalmente.
Non so se ho sbagliato o meno, ma non mi andava di invadere la sfera del "tuo" personale. La solidarieta' in un momento come questo e' "gratis". Bisogna poi vedere quante delle persone che esprimono solidarieta' per il fatto specifico sono poi pronte ad accettare argomenti come il matrimonio fra gay, l'adozione, l'entrata nelle forze armate etc.
Daniele e Roberto hanno una "storia" lunga alle spalle, e un paio di volte sono intervenuto a pacare i toni.
Lo faccio di nuovo in questo momento solo per chiederti di non mettere in dubbio la sincera solidarieta' di Daniele, e per offrirti la mia.
Concordo con Daniele quando dice che per l'impegno civile riguardo l'omosessualita' e' importante, ma non sufficiente.
Non so che piani tu abbia per presentare la tua piattaforma, ma ricordati che il sito di rifondazione biella e' a tua disposizione.
Un abraccio a tutti e due,
Andres
Simone da Cefa (non verificato)
Dom, 05/04/2009 - 20:11
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Il Signor Guala