Sulla moschea di Via Mirabella e sulla "tolleranza" leghista...
Coloro che accusano
La dimostrazione di quest’affermazione sta nella diatriba sorta a proposito della moschea di Via Mirabella.
Per parecchi anni, centinaia di ragazzi biellesi hanno frequentarono una palestra situata negli stessi locali senza che, né gli amministratori, né i solerti leghisti sollevassero la minima contestazione sul fatto che fosse accatastato come magazzino.
Tutti quei ragazzi biellesi hanno rischiato la vita in locali pericolosi facendo ginnastica, judo, karate e altre attività fisiche e i nostri paladini della legge e dell’ordine non si sono mai accorti del rischio che correvano i rampolli locali, gli stessi che avranno come compito futuro difendere le tradizioni nostrane.
Oggi che quei locali sono utilizzati da un gruppo di musulmani come luogo di culto, loro, i paladini dell’integrazione, ne difendono l’incolumità con più solerzia che per i propri ragazzi.
I musulmani non possono avere una moschea in quei locali, così come a Bologna si è deciso di sospendere una delibera del consiglio comunale che permetteva la costruzione di una moschea, sempre per le stesse ragioni, la difesa degli interessi dei musulmani.
I leghisti ci tengono a loro, all’ospitalità, li difendono addirittura da loro stessi, che con questa smania di fare moschee sono disposti a rischiare e finire in locali poco consoni.
Forse sarebbe il caso di consigliare ai musulmani di andare a pregare nelle catacombe.
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