Biella: il Bilancio è orfano della Sinistra

 


 

La Sinistra abbandona la maggioranza in Comune e per la prima volta non vota il Bilancio che passa comunque con 21 voti a favore. Lo «strappo» politico che era comunque nell’aria dopo la decisione del Pd di correre da solo alle prossime elezioni e lo sbarramento del 4% introdotto nella nuova legge elettorale, si è consumato a livello locale ieri sera poco prima delle 20 dopo un pomeriggio in bilico tra la sincera commozione e la sceneggiata. La commozione per il lungo partecipato ricordo dedicato dal Consiglio all’assessore provinciale Marisa Lucano, scorpassa domenica, e la sceneggiata sui «presenti/assenti» con i membri dell’opposizione che si dichiaravano «assenti» durante l’appello per la verifica del numero legale. Fin dal primo intervento di Vaglio (Udc) si capiva che il centrodestra non aveva voglia di votare un bilancio non solo per i suoi contenuti ma anche per una questione di metodo: la mancanza delle relazioni degli assessori allegate ai dati rendevano difficile «capire» e quindi «giudicare» spese e interventi decisi della giunta Barazzotto. Ma anche perché, aveva aggiunto il leghista Rey, il conto preventivo non era stato approvato come prescrive la legge entro il 31 dicembre in quanto «il sindaco ha deciso di darsi alla politica».

Ma quando ha preso la parola il capogruppo di Rifondazione, Roberto Pietrobon sono bastate poche battute per richiamare l’attenzione di tutti. «Questo bilancio è la conclusione di un ciclo», ha cominciato lanciandosi in un esame molto critico delle cose fatte dal centrosinistra e sulle scelte volute dal sindaco Barazzotto. E giù con sciabolate sui 250 mila euro impegnati sulle telecamere, il piano casa per gli anziani e le famiglie in difficoltà, l’esternazionalizzazione di servizi importanti come gli asili. Rivendicando invece alla tenacia del suo partito le cose di sinistra fatte, compreso l’accordo in estremis firmato ieri mattina con i sindacati per destinare maggiori sociali al sociale.

Su questa traccia critica si è mantenuto anche Tony Filoni dei Comunisti, fornendo quindi un ottimo pretesto a Gentile (futuro candidaco sindaco per il Pdl) di inserirsi per allargare la crepa nella maggioranza. Ma mentre Pdl, An, Lega e Udc, riconfermando la loro posizioni uscivano dall’aula senza attendere l’attesa replica del sindaco, Barazzotto con un colpo a sorpresa faceva precipitare la situazione: rinunciava a parlare e si andava subito al voto. Rifondazione e i Comunisti non partecipavano e il Bilancio passava con il voto di Pd e Socialisti e il «no» del Pdl per il Biellese.

Maurizio Alfisi da "La Stampa" 3.3.'09