Genova 2001: le voci dell'orrore

 

GENOVA - C'è la poliziotta che scherza sulla tragedia di Carlo Giuliani ("speriamo che muoiano tutti... tanto uno già...1 a 0 per noi.."), il funzionario che impreca per i ritardi, l'agente che non sa che accade, l'altro che racconta di teste spaccate, il capoufficio stampa di Gianni De Gennaro "dimenticato" per strada, il capo della celere distrutto dalla nottata, quello della Digos che cerca di disfarsi delle due molotov. Sono le 26 telefonate che gli avvocati delle parti offese del processo per il blitz alla Diaz nel luglio 2001 - 29 tra funzionari e agenti imputati per lesioni, falso e calunnia - depositeranno nell'udienza di oggi, l'ultima prima della pausa estiva. Le comunicazioni sono quelle che intercorrono tra i poliziotti sul campo e la centrale operativa del 113 in questura.

Ore 21.35 l'irruzione deve ancora essere decisa ma vengono inviate pattuglie per verificare la situazione attorno alla scuola che ospita la sede del Genoa Social Forum. Una funzionaria della centrale operativa (Co) parla prima con una pattuglia della Digos: "In piazza Merani ci hanno segnalato questi dieci zecconi (i manifestanti ma anche i giovani di sinistra, ndr) maledetti che mettevano i bidoni della spazzatura in mezzo alla strada...". Alle 21.57 la stessa poliziotta parla via radio con un collega (R) il tono è rilassato e scherzoso.

R: "Ma guarda che io dalle 7 di ieri e di oggi sono stato in servizio fino alle 11, quindi... ho visto tutti 'sti balordi queste zecche del cazzo... comunque...". Co: "... speriamo che muoiano tutti...". R: "Eh sei simpatica". Co: "Tanto uno già va beh e gli altri... 1-0 per noi... tanto siamo solo sul 113 e registrano tutto".


A cavallo della mezzanotte, al 113, arrivano le telefonate allarmate di residenti della zona. Ore 23.58: "... via Cesare Battisti... guardi che è un macello... "; ore 23.59: "Lo sapete che hanno attaccato i ragazzi qui della scuola Diaz".

I primi feriti. Ore 00.17, l'agente al posto di polizia dell'ospedale San Martino chiama il 113: "Ascolta ha chiamato il 118 che sta arrivando una valanga di feriti, è possibile?". 113: "Sì no, guarda io non te lo so dire...".

Non hanno idea della situazione neanche gli agenti del reparto prevenzione mandati a piantonare i feriti all'ospedale. Alle 2.36 uno di loro chiama la Centrale operativa. "Sono 25 persone, uno ha problemi al torace... l'altro lo metti in chirurgia, l'altro in neurologia..", 113: "Sono in stato d'arresto?". Il poliziotto: "No devono essere accompagnati... si vede che questi sono i protagonisti degli scontri di oggi... però chi ha proceduto io non lo so". Co: "Guarda non lo so neanche io... ".

Alla stessa ora il poliziotto al San Martino spiega al 113, che chiede se ci sono ferite da taglio: "No, no teste aperte a manganellate".
Uno degli imputati il commissario Alfredo Fabbrocini parla al telefono con il 113 che chiede informazioni su quanto accaduto alla Diaz. Co: "Allora scusami esatto... quante persone avete accompagnato voi a Bolzaneto?".

F: "Guarda ti direi una bugia, non lo so... c'era un tale caos, guarda, anche perché noi non accompagnavamo, noi facevamo la scorta... comunque c'era il funzionario della Digos, il funzionario della mobile". Co: "E lì ti fermi... perché non c'era altro". F: "Non lo so se non c'era altro, c'era qualche funzionario addetto della Digos, ce n'erano almeno tre o quattro.. c'era il dottor Sgalla, c'era anche Ciccimarra che li conosco, quella là più alta in grado non so chi era, comunque ce n'erano altri... ah c'era Gratteri, c'era il dottor Gratteri... loro hanno disposto il servizio, noi abbiamo fatto manovalanza...".

All'1.23 Lorenzo Murgolo alto funzionario della questura di Bologna, indagato e poi prosciolto, si infuria con il 113 perché non arriva un pullman per il trasferimento dei "prigionieri" arrestati: "Sono il dottor Murgolo porca... perché non rispondete porca.. è tutt'oggi che non rispondete a sto ca... di 113.. ".
Cinque minuti dopo è ancora lui, in sottofondo si sente la gente che urla "assassini assassini". L'operatrice del 113 è in difficoltà di fronte alla rabbia di Murgolo e chiama un funzionario ma la musica non cambia: "Ma porca... ma mi volete dire dov'è 'sto pullman..". 113: "La navetta è sul posto...". M: "Mah.. io non la vedo".

Alle 2.07 Mario Viola funzionario collaboratore di Roberto Sgalla capo ufficio stampa del capo della polizia chiama ripetutamente il 113 per avere una volante che li riporti indietro perché tutti i mezzi sono partiti "scordando" i due dirigenti. Alle 2.44 richiama e dice che è stato accompagnato dal capo della mobile "perché se aspettavamo una volante stavamo ancora lì".

Mentre attendono di essere collegati dal centralino Viola parla con dei colleghi: "Che ha detto?... ha detto che non è stata proprio una bella cosa quella che abbiamo fatto" e un altro ribatte "che se ne andasse a fan... ".

Alle 3.05 Vincenzo Canterini ("... sai che non connetto più io.. dissociato.. davvero so dissociato...") capo della celere romana parla con un suo attuale coimputato, Spartaco Mortola, ex dirigente Digos di Genova che agli agenti nel suo ufficio dice: "Oh ragazzi le molotov non lasciatemele qui...". Sono le due bottiglie che, scoprirà la procura, furono introdotte nella Diaz dagli stessi poliziotti.

 

Ecco le registrazioni delle telefonate al G8 di Genova 2001...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/07_Luglio/06/genova_multimedia.shtml
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=91ae5e96-2bda-11dc-999b-0003ba99c53b
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=6c9dc36e-2bd8-11dc-999b-0003ba99c53b


- Nei processi del G8 genovese del 2001 sbarca anche internet. Mentre sulla scena politico istituzionale tengono banco le polemiche sulle sconcertanti telefonate tra poliziotti della notte del 21 luglio ("speriamo muoiano tutti... tanto uno già..1 a 0 per noi" dice una agente del 113) ieri nel tribunale del capoluogo ligure si sono svolti tre processi per fatti relativi al luglio del 2001. In uno, quello che vede imputati 25 giovani accusati di devastazione e saccheggio il consulente della difesa Carlo Bachschmidt ha ricostruito gli spostamenti delle forze dell'ordine e delle tute bianche in via Tolemaide, teatro degli scontri più duri. Lo ha fatto utilizzando delle mappe della zona scaricate da Google Earth. La tesi dei difensori è quella per cui i manifestanti reagirono con violenza dopo le cariche immotivate delle forze dell'ordine. Le altre due udienze hanno riguardato il processo per le violenze nel carcere del G8 a Bolzaneto e quello per l'assalto alla Diaz. In quest'ultima gli avvocati del Genoa Social Forum hanno depositato la memoria e il cd con le telefonate che i lettori di Repubblica.it possono ascoltare direttamente dal sito.

Le comunicazioni raccontano il cinismo, ma anche la confusione, lo stupore, l'imbarazzo "per le teste rotte a manganellate", il caos che fa perdere la testa a funzionari di primo piano e che lascia abbandonati in mezzo alla strada senza autisti né scorta i responsabili dell'ufficio stampa del capo della polizia.

In particolare le frasi sulla morte di Giuliani hanno spinto Vittorio Agnoletto, europarlamentare all'epoca portavoce del Gsf, a dire: "Le telefonate rese pubbliche oggi confermano quello che abbiamo sempre detto: a Genova ci fu un vero e proprio massacro". "Com'è possibile che le forze di polizia scherzino sulla morte di Carlo Giuliani, che si compiacciano delle violenze commesse, che si augurino altri morti? Quali sono stati e sono ancora i criteri per essere assunti in questo corpo?".

Interviene anche la madre di Carlo Giuliani, la senatrice di Rifondazione Haidi Gaggio: "Non ho parole per commentare il contenuto delle telefonate tra poliziotti e centrale operativa durante il G8, ho in mente soltanto domande: come è possibile continuare a permettere che dei delinquenti indossino ancora l'uniforme delle Forze dell'ordine? Come è possibile permettere che i responsabili di quanto è accaduto in quelle giornate vengano promossi e facciano carriera all'interno delle Forze dell'ordine?".

Analoghe richieste da Mauro Bulgarelli e Paolo Cento dei Verdi, Pino Sgobio Pdci, mentre l'ex senatore Gigi Malabarba chiede a Gianni De Gennaro e Francesco Gratteri se "si sentono così forti e protetti a destra e sinistra da permettersi di non dire niente".

(6 luglio 2007) da "La Repubblica"

__________________________________________________________________________________________

un commento di Adriano Guala

Biella 07/07/2007

 

 

Stupore, orrore,disgusto!

E’ agghiacciante quelle che è emerso ascoltando le registrazione delle telefonate al centralino del 113 la notte dell’assalto alla macelleria messicana della scuola Diaz.

Evitando di ripetere lo sdegno e l’assurdo che per anni siamo stati costretti ad ascoltare io vorrei soffermarmi solo su due telefonate traendone semplici considerazioni.

Mi stupisce oltre ogni limite il candore di quella signora che nel bel mezzo del pestaggio chiama il 113 chiedendo aiuto “ Pronto, polizia? Qui ci stanno massacrando! “ – quasi come se in un film di Dario Argento la vittima chiamasse l’assassino per dirgli che la stanno uccidendo, assurdo! Eppure è proprio andata cosi, ma la registrazione più terrificante è quella del risultato parziale; “ Speriamo muoiano tutti!!!!!! …intanto siamo 1 a zero per noi”…

Cosi Carlo è morto un’altra volta, l’ennesima, questo scempio fatto a tutte le vittime di quella stramaledetta giornata va per osmosi a scindersi con le vittime del terrorismo, della mafia, delle bande fasciste, come facciamo a non pensare a tutti quelli che nelle forze dell’ordine per tutti questi anni si sono battuti in maniera eroica e valorosa, per proteggerci, darci sicurezza e in questo loro lavoro ci hanno rimesso la pelle, poliziotti, carabinieri, giudici e magistrati.
E’ stato come se venissero uccisi nuovamente tutti, Falcone e Borsellino, l’ispettore Raciti , i carabinieri di Nassyria, tutti ammazzati un’altra volta, tutto il rancore e la rabbia rispolverati e rimessi a lucido come se Capaci e Via D’Amelio fossero state ieri.

C’è una cosa che io vorrei chiedere a questa donna, si perché era una donna quella che rispondeva cosi, magari sei anche madre, dimmi per favore, che storie racconti ai tuoi figli?

Che cosa gli dirai quando da grandi, magari, studieranno Genova e il suo G8, la verità o mentirai, giustificandoti col fatto che era tutto fuori dal mondo quella notte, tutti avevano perso la testa... Cosa gli regali a Natale? L' album delle figurine degli orrori di Abu Graib? Cosa pensi adesso ogni volta che, in servizio, rispondi al telefono?

Chiedici scusa per favore, chiedeteci scusa, ma non stupitevi se le vostre scuse non riusciremo ad accettarle.

Ah! Lo sdegno che provo è lo stesso di quando sento gridare 10, 100, 1000 Nassirya.