Legge elettorale tedesca. E' il modello più democratico. Un commento di Renato Sassi.

Pubblichiamo questo contributo dell'ex Sindaco di Sala Biellese, sui sistemi elettorali e nello specifico su quello tedesco. Buona lettura.

 

LEGGE ELETTORALE TEDESCA

Nel dibattito che il colloquio Veltroni-Berlusconi ha generato, l’argomento della legge elettorale ha un peso notevole.

Pare che alcuni politici si siano dichiarati favorevoli alle “legge tedesca” e qualche giornale si è anche preso la briga di illustrare com’è questa legge.

Purtroppo chi ne parla sembra non conoscerne la caratteristica fondamentale e spesso viene trasmessa l’impressione che essa sia essenzialmente lo sbarramento del 5%.

In Germania nelle elezioni politiche gli elettori eleggono solo la camera dei deputati, mentre i membri del senato vengono eletti dai parlamenti regionali.

Per la camera dei deputati la Germania è divisa in un numero di circoscrizioni elettorali (precisamente 299), che è la metà del numero dei deputati da eleggere.

Gli elettori hanno due schede da riempire: nella prima votano per un candidato della circoscrizione e chi ottiene il maggior numero di voti viene eletto. Ci possono essere candidati che non appartengono a nessun partito, ma normalmente gli eletti hanno una appartenenza partitica.

Nella seconda scheda i cittadini votano un partito ed il risultato di questa seconda votazione è quello che determina il numero di deputati a cui ogni partito ha diritto: di conseguenza ogni partito aggiunge ai candidati che sono stati eletti sotto la sua etichetta con la prima scheda, quanti sono necessari per arrivare al numero cui ha diritto.

E se gli eletti direttamente superano il numero cui un partito avrebbe diritto in base alla seconda scheda? Il partito se li tiene.

Non capita comunque mai che il numero dei parlamentari superi di molto quello previsto: nelle elezioni del 1998 ne risultarono tredici in più, in quelle del 2002 cinque.

Quindi la possibilità, che un partito abbia più seggi di quelli che la percentuale di voti ottenuti con il secondo voto gli darebbe, è talmente limitata che è proprio questo secondo voto che determina la forza dei partiti.

A cosa serve allora il primo voto? Serve moltissimo, perché permette di valorizzare le persone che si candidano.

Se un elettore vede, candidata da un partito che non è il suo, una persona a suo giudizio meritevole, può favorirne l’elezione con la prima scheda, senza danneggiare il proprio partito la cui totale presenza in parlamento dipende solo dalla seconda.

Concludo con il dire che essendo questo doppio voto il nocciolo della legge elettorale tedesca, finché in Italia voteremo sia per la Camera, sia per il Senato, di legge elettorale alla tedesca non si può parlare. Quattro schede in mano all’elettore sarebbero un po’ troppe.

A meno che si voti per i due rami del parlamento in giorni diversi.

Renato Sassi