TRIVERO
All’indomani del voto amministrativo e in attesa dei ballottaggi nelle grandi città si susseguono discussioni e analisi. Anche a livello locale non mancano politici e politologi che si cimentano in tale sport.
Si gioisce per Trivero e Coggiola e ci si complimenta col segretario del PD triverese per il successo.
Per una corretta analisi del voto a livello politico vanno evidenziate le differenze tra queste due realtà: a Coggiola il centro sinistra e la Federazione della Sinistra hanno scelto di fare una lista civica chiedendo ai partiti di “ fare un passo indietro”, di non apparire Una scelta questa, a mio avviso, che dimostra lo scarso coraggio politico e incentiva la popolazione alla disaffezione, creando le condizioni per un allontanamento dalla vita politica che si potrà ripercuotere poi sulle scelte nazionali.
Quanto accaduto a Trivero potrebbe invece essere esportato in altri contesti.
Se oggi abbiamo Biasetti sindaco di Trivero lo si deve a un gruppo di uomini e donne e di rappresentanti dei partiti del centrosinistra e della sinistra che hanno discusso, parlato di programmi accettando il conflitto spesso espresso con insulti, male parole, accuse giustificate e ingiustificate che hanno messo a dura prova la resistenza personale e politica dei partecipanti.
Qual è il modello Trivero da cui si può attingere per sperare che sia un esempio per i livelli superiori?
La volontà di pensare e proporre un programma che tenesse conto dei bisogni espressi dal territorio e il riconoscimento dell’identità di ciascuna componente della coalizione hanno consentito di mettere in secondo piano le aspettative personali
E’ sempre prevalsa la volontà di essere vincenti uniti perché consapevoli di essere portatori di valori e idee al servizio della collettività.
Sono volati paroloni, accuse alle singole persone, ma sempre politiche, senza che mai abbiano lasciato strascichi personali.
Oltre al segretario del PD triverese che, ha saputo reggere nonostante la giovane età, un confronto scontro che avrebbe potuto piegare chiunque, bisogna dare atto ai rappresentanti dei Socialisti, dell’Italia dei Valori, di SEL e della Federazione della Sinistra di non aver mollato e di non aver accettato una discussione al di fuori del programma. Il nostro intervento e la nostra partecipazione è stata determinante nel raggiungere gli accordi finali e nel supportare il giovane segretario del PD.
Un grosso complimento va fatto anche ai non iscritti ai partiti che hanno partecipato e che hanno dimostrato come la politica dei partiti possa essere capita e aiutata a superare momenti difficili senza paura di essere contaminati.
Trivero dimostra che la vera coalizione vincete non è PD,SEL e IdV come qualcuno indica, ma è quella del centrosinistra e della sinistra contaminata da elementi esterni della società civile che non hanno avuto paura di essere insieme con bandiere e ideali diversi ma con valori comuni che hanno permesso la condivisione di un programma comune.
Nessuno si è nascosto dietro la foglia di fico della lista civica, si è fatta campagna elettorale con le proprie bandiere, chiedendo un voto prima di tutto alla coalizione poi ai singoli candidati. Costruendo così nel territorio la vittoria, dando fiducia alla gente si è ottenuto fiducia.
Noi abbiamo fatto una campagna più pesante rispetto ad altri della coalizione se si esclude il PD che ha messo in campo tutta la propria organizzazione, perché abbiamo dovuto far vedere che la Federazione della Sinistra esiste, abbiamo dovuto combattere una censura a livello nazionale che pochi conoscono, non un passaggio televisivo, pochissime citazioni sui giornali, l’esempio più eclatante è quello di Milano, non ci hanno mai citato nel sostegno a Pisapia e all’indomani del voto dove abbiamo avuto come lista un onorevole 3,1% non veniamo citati nemmeno da “Repubblica”
un giornale che si definisce democratico, e non abbiamo spaventato nessuno, nessuno si è spaventato dei comunisti nella coalizione a dimostrazione che la gente è più intelligente di qualche leader politico.
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