CHI HA PAURA DELL'UOMO NERO?
GUERRA – FAME – MISERIA
Per sfuggire a questo, milioni di uomini e donne nel mondo sono costretti a spostarsi, cercando di trovare luoghi dove salvare la propria vita e quella dei loro cari, migliorando le proprie condizioni.
L’Africa, colonizzata dai paesi capitalistici, sfruttata, maltrattata nel territorio come nei suoi abitanti, dalle navi negriere per le schiavitù, dal petrolio, dai diamanti, è il continente dove vi è il maggior numero di persone che cercano di sfuggire alla morte.
Capita che nelle loro migrazioni vadano a lavorare in Libia, paese ricco di petrolio, sfruttati forse peggio che nel ricco occidente.
Capita che il famoso e purissimo petrolio libico sia ambito dai francesi, oltre che dagli italiani ecc…, capita che i francesi dichiarino guerra al legittimo governo adducendo fantasiose lotte di popolo contro il regime dittatoriale che fino al giorno prima veniva osannato da tutti, seguiti a ruota da tutti gli occidentali che hanno a cuore il petrolio, bombardando e uccidendo.
I primi a pagare le conseguenze di questa guerra oltre alla popolazione locale sono stati gli immigrati, lavoratori provenienti dal resto dell’Africa.
Per salvarsi scappano per la via più rapida e meno pericolosa che è il mare, riuscendo a raggiungere l’Italia.
Oggi una cinquantina di questi profughi sono ospiti a Muzzano, Italia, Piemonte, Biella.
Cosa succede? Le istituzioni, presidente della provincia in testa, invece di accoglierli e dare loro dignità e rispetto, iniziano a farneticare frasi assurde di forte discriminazione razziale e tramite la Lega Nord si cerca di instaurare terrore e paura tra i residenti e gli abitanti del biellese, al limite della istigazione all’odio razziale.
Il centro dei salesiani di Muzzano, struttura che ospita i migranti, diventa così una specie di prigione, con cancellate per impedire il contatto e impossibilità di uscire con la chiara minaccia della clandestinità e la indecente minaccia sulla sicurezza messa in campo dal Simonetti che metterebbe a rischio l’agibilità della struttura.
E i biellesi? E le altre istituzioni democratiche? E gli antifascisti, gli operai, i precari, i giovani? Dove sono?
A parte qualche debole posizione come la nostra, non vi sono altre iniziative a sostegno della dignità di quegli uomini che se leggessero i giornali locali e sapessero che qualcuno non iscrive i propri figli al centro estivo dei salesiani o addirittura ritira l’iscrizione e altri che invece accompagnano le loro figlie ai bus o a spasso per il paese per paura nei loro confronti, avrebbero ragione a indignarsi e vergognarsi di appartenere alla razza umana, e i biellesi, così credenti, così cattolici, così emigranti nel loro passato, stanno dimostrando la loro sempre minore umanità.
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