giro della padania
Ceffone al Giro padano, pronti nel Vicentino oltre 2.000 tricolori
Sindacati, Pd e Caritas preparano la protesta. Venerdì nel Veronese tra Villafranca e Brentino Belluno, sabato a Montecchio
MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) —Doveva essere una gara del livello di Giro d'Italia e Tour de France, si sta trasformando in una via Crucis. Tappa dopo tappa, il Giro di Padania è diventato il bersaglio di drappelli di contestatori: con bandiere tricolori o seduti sulle strisce pedonali a cantare «Bella ciao», hanno reso la gara tra le 25 squadre iscritte un percorso ad ostacoli. Domani il giro, voluto dal sottosegretario leghista Michelino Davico ed inserito nel circuito professionistico dell'Unione ciclistica internazionale, sbarcherà in terra veneta. Dove si attendono scintille. «Quello che sta accadendo al Giro di Padania dimostra cosa succederebbe alla democrazia nel caso in cui al Governo ci fossero i vari Di Pietro, Grillo e Vendola. In questo Paese non si può svolgere liberamente neanche una manifestazione sportiva » sbotta il senatore del Carroccio Paolo Franco, paragonando i «sobillatori» a Massimo Tartaglia, «l'individuo che ha spaccato una statuetta sulla faccia del Presidente del Consiglio».
In Piemonte, la notte prima della tappa d'esordio del 6 settembre, hanno fatto sparire tutti i cartelli che indicavano il percorso. A Mondovì la carovana ha dovuto dribblare come birilli gli attivisti di Rifondazione Comunista sdraiati sull'asfalto, e mercoledì a Savona si è visto il replay, con le persone sedute a terra che hanno costretto allo spostamento in tutta fretta del percorso. Un poliziotto è stato investito da un'auto dell'organizzazione e un ciclista, il bresciano Sonny Colbrelli (in forza alla trevigiana Zalf Euromobil Fior ma qui come «stagista» per la Colnago) si è preso uno schiaffone da parte di un anziano contestatore. Venerdì la quarta tappa passa per 40 chilometri nella provincia di Verona, da Villafranca a Bussolengo, per poi imboccare la Valpolicella: Fumane, Marano di Valpolicella, Sant'Anna di Alfaedo e su verso il Trentino. Sabato la tappa finale ritornerà in Veneto dalle aspre prealpi vicentine: Vallarsa, Valli del Pasubio, e poi giù verso Schio, Marano, Malo, Trissino e Montecchio. Da Montecchio di nuovo a Sovizzo e Trissino, un circuito di 23 chilometri ripetuto tre volte.
Tra i «sobillatori» ci sono i partigiani dell'Anpi, Cgil, Cisl e Uil, Partito Democratico, Sel e Federazione della Sinistra, e anche don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas. «Saremo almeno in duemila a Montecchio - dice Marta Goldin della lista civica Vicenza Capoluogo - A Villa Cordellina, dove è previsto l'arrivo alle 16, sventoleremo il tricolore. In migliaia appenderemo le bandiere italiane dalle finestre ». Un effetto straniante, con il vincitore della «maglia verde» (da ieri è il veronese Elia Viviani) accolto da una selva di tricolori. La protesta monta sul web: il gruppo Facebook «Montecchio tricolore» ha 150 aderenti, altri 665 gli iscritti al gruppo «La Padania non esiste!» promosso dai No Dal Molin e dalle associazioni di Montecchio, che dalle 14.30 saranno nei pressi di Villa Cordellina con camion, megafono e l'intenzione di bloccare i ciclisti. A patto che ci arrivino, a Montecchio. Sul Pasubio si organizzano gruppetti guidati dall'alpinista e artista Alberto Peruffo, che ha chiamato a raccolta gli amanti della montagna per difenderla dall' «invasione padana» i luoghi sacri all'Italia, come il rifugio intitolato al partigiano Antonio Giuriolo e il sacrario della Grande Guerra. Si troveranno alle 9 di mattina a Pian delle Fugazze, da dove scenderanno verso Anghèbeni, disegnando decine di croci bianche sull'asfalto. L'organizzazione del giro sta predisponendo un servizio d'ordine, e intanto il Comune di Montecchio chiuderà le strade dalle 6 alle 18 di sabato, fra le proteste dei commercianti.
Giulio Todescan
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