BRINDATE ORA SE POTETE (di Francesco Piobbichi )

 

Il massimo della crisi istituzionale con il massimo della crisi economica. Il nostro Paese si è trovato con un “Governo incredibile” nel centro dell'attacco speculativo più consistente che l'Europa abbia mai visto da quando è scoppiata la crisi. Sia chiaro pertanto che Berlusconi viene cacciato da destra e non dalle pressioni popolari. Quelle sono state fatte sparire alla svelta con i blindati lanciati a tutta birra a Piazza San Giovanni il 15 ottobre. Siamo in Italia del resto, sarebbe stato troppo, vedere per i mercati il popolo italiano fermarsi in una piazza e cacciare un governo nel mentre contestava la BCE. Meglio ritornare al vecchio schema allora, anzi, superarlo da destra. Dalla logica dell'alternanza bipolare si passa direttamente alla continuità liberista sotto commissariamento, con un bel governo tecnico appoggiato da tutti. Non è detto che ci si riesca, certo è che ci si proverà. Napolitano ora, prenderà in mano la situazione, statene certi. La Marcegaglia poi già oggi è stata chiara, non importa chi ma importa che si facciano le riforme, mica possiamo – ha detto – andare avanti con il differenziale dello spread a 500 punti. Possiamo abbracciarci e gioire del fatto che Berlusconi viene cacciato, ma dobbiamo essere preoccupati che lo ha fatto la speculazione lasciata libera di azzannare il nostro paese. La complicità della BCE in questo gioco è enorme, ha tollerato la speculazione fino a farla arrivare al punto di rottura, vicino a quel 7% dei rendimenti sui titoli di stato che segna il punto limite, oltre il quale tutto potrebbe succedere. Eppure sarebbe bastato acquistare i titoli di stato nel mercato primario, come fanno le altre banche centrali per fermare la speculazione. Peccato che nessun parlamentare, né della maggioranza né dell'opposizione abbia detto una parola su questo. Senza ritegno inoltre quel che resta della nostra borghesia nazionale. Incapace di concepirsi come classe guida di questo paese,  prima lo ha azzannato irresponsabilmente per decenni, poi lo consegna ai mercati internazionali per lanciarlo nel mondo grande e terribile della competizione liberista. Oggi l'Italia è terra di conquista, stretta tra i vincoli di bilancio esterni e i ricatti della speculazione sul debito sovrano. Non è importante chi verrà dopo Berlusconi, la scena è già pronta da un pezzo per il grande debutto del suo successore. Una persona che incarni la responsabilità nazionale, un tecnico con il quale far credere alla gran parte del paese che occorre fare i sacrifici perchè la crisi lo impone. Perchè il FMI lo impone. Perchè la commissione europea lo impone. Perchè la BCE lo impone. Perchè il semestre europeo lo impone. Perchè il Six Pack lo impone. Dobbiamo attirare capitali che fluttuano, e per far questo dobbiamo facilitare i licenziamenti, abbassare i salari ed i diritti dei lavoratori.

La gerarchizzazione tra Europa centrale e periferica necessita che uno dei più grandi paesi scenda di livello in poco tempo a ritmi impressionanti con finanziarie di decine di miliardi ogni anno a ripetizione. L'Italia deve diventare definitivamente il Messico dell'Europa e non c'è di meglio che lo spauracchio della crisi per raggiungere l'obbiettivo. Ben venga allora il governo tecnico, di scopo, che rassicura tutti ed allontana le elezioni. Quelle non servono quando c'è la crisi, tra l'altro sono anche costose. Perchè portare il popolo alle urne, si rischia di far irritare i mercati, com'è successo in Grecia con la proposta di referendum. Alla fine, se uno ci pensa bene, sono loro ad aver cacciato Berlusconi mica Di Pietro. Un Governo tecnico invece, quello si che sa fare di conto, quello si che sa fare le riforme, del resto basta seguire l'agenda europea, li c'è tutto scritto, obbiettivi, direzione, tempi e modi per raggiungerli. I Commissari della commissione europea arriveranno questa settimana per visionare il nostro bilancio, lavoreranno in parallelo a quelli del FMI e indicheranno la strada. Ci diranno ogni tanto che così non va bene, ci diranno che serviranno prestiti per uscire dalla crisi, e che per ottenere questi prestiti dovremo fare i sacrifici. Prima abbiamo fatto i sacrifici per entrare in Europa, ora li facciamo per restarci fino a quando la Germania non ci sbatterà fuori. Il futuro premier da buon tecnico prenderà nota, e tecnicamente con il massimo dell'efficienza imposterà le misure necessarie per il pareggio del bilancio. Adesso però tenete in fresco lo spumante. La prossima settimana si dimette Berlusconi. Quando un personaggio del genere esce di scena occorre brindare. Godetevi questi momenti di “liberazione” e godeteveli intensamente, per molto tempo a venire non avremo di che festeggiare.



 

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