ODIA

Francesco Piobbichi

E' ora di reinstaurare l'odio di classe

Romeo era un muratore provetto ma quattro anni fa per lui era iniziato il calvario: aveva perso il lavoro da dipendente di una ditta edile, così aveva deciso di aprire una partita Iva, di mettersi in proprio continuando a pagarsi i contributi da solo per arrivare alla sudata pensione. Ma, dopo la riforma Fornero, Romeo si era visto spostare la linea del traguardo a 67 anni e i 700 euro da versare all’Inps diventavano via via un incubo mostruoso. Del resto non poteva fare altrimenti se voleva vedersi riconosciuto il fatidico Durc, l’altro spettro che non lo faceva più dormire, il documento unico di regolarità contributiva, un certificato che consente di lavorare alla luce del sole. Se non hai il Durc, l’unica strada percorribile diventa il lavoror nero. Così Romeo aveva acceso due mutui, presso una banca e una finanziaria, per un totale di 15 mila euro. Ma lavorando in nero e con ditte sempre più spregiudicate non riceveva le paghe ormai da 10 mesi e la situazione era precipèitata: <Ho 10 mila euro di lavori non pagati, alla vigilia di pasqua il principale è fuggito a Napoli> (…) La pensione sociale della moglie e quella del cognato, ex capofabbrica in un calzaturificio della zona, non bastavano a coprire tutte le spese. E pchi giorni fa è arrivata la mazzata definitiva: una cartella esattoriale di Equitalia che minacciava le ganasce alla povera vecchia loro >Fiat panda blu parcheggiata in cortile. A quel punto i copniugio Dionisi si sono visti perduti, l’equilibrio si è rotto. Anche l’automobile pignorata. L’onta della rovina economica dev’essere sembrata insuperabile…(Fabrizio Caccia, Corriere della Sera del 6/4/2013).

Ho letto questo stralcio di un articolo riportato nel blog militant, l'ho letto ed ho pensato a quello che scriveva Sanguineti poco prima di lasciarci rispetto alla necessità che abbiamo di rimettere in piedi l'odio di classe. Le sue parole scritte nel 2007 sono una torcia accesa nel buio della crisi. Oggi l'odio di classe dello sfruttato contro lo sfruttatore non è semplicemente una necessità politica quanto semmai una necessità sociale. L'odio di classe oggi è necessario innanzitutto per rimuovere il senso di colpa che il sistema dominante fa assumere allo sconfitto sociale. Si può essere poveri e miseri, si può essere sconfitti e piegati, ma non si può restare soli con la colpa sulle spalle. Lo Stato oggi è un avversario dei proletari e lo diventerà sempre di più.  Come dimostra questo articolo la storia di questi pensionati, esodati, indebitati è la storia di una composizione di classe mutata velocemente nella crisi, è la storia di un welfare che non c'è più, di uno stato gabelliere per le banche che è in grado di redistribuire solo sacrifici verso il basso. Nello stesso giorno in cui ho letto questa notizia un pensionato di Palermo dopo ore di fila ( dalle 5 del mattino ) è morto per infarto mentre litigava con un altro per i posti di fila per l'esenzione dal ticket. Disperazione, suicidi, guerra tra poveri. Storie come questa sono il bollettino che questa crisi ci offre, e diventano giorno dopo giorno notizie naturali, come i morti sul lavoro. Se non c'è odio vuol dire che non si sente l'ingiustizia addosso, vuol dire che si percepisce la crisi come un evento climatico. Un temporale infatti non si odia perchè non è frutto di scelte umane. La crisi invece ha dei responsabili, le politiche di austerity hanno dei mandanti, e nella crisi c'è chi si ammazza per il senso di colpa e chi si arricchisce nel privilegio. E' ora di mettere nomi e cognomi a chi ha provocato tutto questo. E' ora di reinstaurare l'odio di classe...
"perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare. “Loro” sono i capitalisti, “noi” siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma «tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro.

A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione. E’ il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. E’ un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza.

Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di oggi, è essenziale.

E’ importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni".

E.Sanguineti

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