TTIP ADDIO AL DOC?
fabio sebastiani
Ttip, oggi se ne parla a Roma con Tsipras e Rodotà. Maltese e Cofferati sottoscrivono intento comune
Settembre sarà un mese cruciale per il Ttip, il trattato sul libero commercio tra Usa e Italia. Dalle poche informazioni che filtrano si sta chiudendo la fase preliminare e si dovrebbe cominciare ad esaminare i primi capitoli, che sono stati divisi per settori economici. Di Ttip si parlerà con Stefano Rodotà e Alexis Tsipras oggi alle 12.30, sede del Parlamento Europeo, Via IV Novembre 149. All’incontro parteciparanno anche gli europarlamentari de "L'Altra Europa" Barbara Spinelli ed Eleonora Forenza. Il nodo attorno a cui ruoterà la discussione è che mentre in Italia si profila lo stravolgimento della Costituzione e l'approvazione di una legge elettorale liberticida; in Europa le larghe intese tra conservatori, socialisti, liberali e parte dei verdi hanno assunto il controllo della Commissione Europea e del Parlamento Europeo per continuare l'austerita' e imporre il trattato TTIP. Quindi la lotta contro l’accordo non può avere assolutamente una dimensione nazionale.
Lo hanno fatto capire molto bene Curzio Maltese e Sergio Cofferati,entrambi europarlamentari, che hanno stilato una sorta di “decalogo” in cui sostengono che l'istituzione di un'area di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea avrebbe effetti positivi soltanto se contenesse questi elementi: 1) maggiori diritti per i lavoratori; 2) garanzie riguardo alla protezione dei dati personali; 3) maggiori tutele dei consumatori; 4) massima trasparenza nelle trattative e con il pieno coinvolgimento del Parlamento Europeo; 5) misure favorevoli per il nostro tessuto produttivo, senza istituire un sistema di risoluzione delle dispute tra investitori e stati parallelo rispetto alle normali procedure legali. Oggi, nessuna di queste certezze e' acquisita". "La Confederazione Europea dei Sindacati e la Federazione Americana del Lavoro, - proseguono Maltese e Cofferati - in una inedita e importante dichiarazione congiunta, hanno ribadito, in aggiunta alle nostre critiche di merito sopra descritte, che per loro la conclusione di un accordo sarebbe accettabile solamente a patto che garantisse il miglioramento delle condizioni e dei diritti dei lavoratori, basandosi anzitutto sulle principali Convenzioni dell'ILO. Queste condizioni oggi mancano: l'impostazione del negoziato e l'assoluta opacita' nella quale esso e' stato condotto non consentono di intravedere una soluzione positiva. Appare percio' del tutto incomprensibile un negoziato sottratto alla reale conoscenza del parlamento e - concludono - cosi carico di rischi".
Secondo l’ambasciatore americano a Roma, l’abbassamento degli standard di qualita' e sicurezza è solo un "malinteso attorno a quello che stiamo facendo", ma "la verita' - secondo l'ambasciatore - e' che in molti campi gli standard americani sono superiori a quelli della Ue, non in tutti ma in certi settori e' cosi'". Gardner vede per il nostro Paese sicuri benefici per l'export, specie di prodotti agricoli, e vantaggi per la Fiat, "perche' c'e' una sovracapacita' in Italia" e l'azienda prevede che "150mila veicoli, prodotti nel vostro Paese, saranno esportati verso gli Usa": "se riusciamo a eliminare i dazi, le barriere doganali, questo significherebbe per la casa automobilistica un grosso vantaggio".
Lo hanno fatto capire molto bene Curzio Maltese e Sergio Cofferati,entrambi europarlamentari, che hanno stilato una sorta di “decalogo” in cui sostengono che l'istituzione di un'area di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea avrebbe effetti positivi soltanto se contenesse questi elementi: 1) maggiori diritti per i lavoratori; 2) garanzie riguardo alla protezione dei dati personali; 3) maggiori tutele dei consumatori; 4) massima trasparenza nelle trattative e con il pieno coinvolgimento del Parlamento Europeo; 5) misure favorevoli per il nostro tessuto produttivo, senza istituire un sistema di risoluzione delle dispute tra investitori e stati parallelo rispetto alle normali procedure legali. Oggi, nessuna di queste certezze e' acquisita". "La Confederazione Europea dei Sindacati e la Federazione Americana del Lavoro, - proseguono Maltese e Cofferati - in una inedita e importante dichiarazione congiunta, hanno ribadito, in aggiunta alle nostre critiche di merito sopra descritte, che per loro la conclusione di un accordo sarebbe accettabile solamente a patto che garantisse il miglioramento delle condizioni e dei diritti dei lavoratori, basandosi anzitutto sulle principali Convenzioni dell'ILO. Queste condizioni oggi mancano: l'impostazione del negoziato e l'assoluta opacita' nella quale esso e' stato condotto non consentono di intravedere una soluzione positiva. Appare percio' del tutto incomprensibile un negoziato sottratto alla reale conoscenza del parlamento e - concludono - cosi carico di rischi".
Secondo l’ambasciatore americano a Roma, l’abbassamento degli standard di qualita' e sicurezza è solo un "malinteso attorno a quello che stiamo facendo", ma "la verita' - secondo l'ambasciatore - e' che in molti campi gli standard americani sono superiori a quelli della Ue, non in tutti ma in certi settori e' cosi'". Gardner vede per il nostro Paese sicuri benefici per l'export, specie di prodotti agricoli, e vantaggi per la Fiat, "perche' c'e' una sovracapacita' in Italia" e l'azienda prevede che "150mila veicoli, prodotti nel vostro Paese, saranno esportati verso gli Usa": "se riusciamo a eliminare i dazi, le barriere doganali, questo significherebbe per la casa automobilistica un grosso vantaggio".
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