UNIRE PER DIVIDERE
Paolo Ferrero, segretario del Partito della Rifondazione Comunista:
«Stamattina (domenica) è uscito sul manifesto l'appello Sinistra Lavoro firmato da 250 persone di cui larga parte della componente “essere comunisti” di Rifondazione Comunista. Vista la confusione che ha creato in giro preciso quanto segue:
1) Questo appello non rappresenta in alcun modo la posizione di Rifondazione Comunista. In questo appello infatti si parla di unire la sinistra senza precisare che rapporto dovrebbe avere questa sinistra con il PD. Non chiarire il rapporto con il PD significa lasciare la porta aperta ad un futuro accordo con il PD, ovvero pensare di costruire una sinistra che non si costituisca come polo politico autonomo ma come ala sinistra del centro sinistra.
2) Rifondazione Comunsita ritiene – lo abbiamo deciso a larga maggioranza al Congresso – che la sinistra si debba unire in forme democratiche e partecipate, evitando un puro assemblaggio di gruppi dirigenti, su un progetto politico strategicamente autonomo ed alternativo al centro sinistra. L'autonomia e l'alternatività al progetto politico del PD, così come il carattere democratico e partecipato del processo di costruzione della sinistra, non sono un fatto tattico ma un punto dirimente: il PD è liberista e noi combattiamo il liberismo, siamo cioè sull'altro lato della barricata. Inoltre al al populismo fascistoide dell'uomo della provvidenza noi contrapponiamo la faticosa costruzione di una soggettività di massa, di un popolo pensante, unico antidoto alla distruzione della democrazia.
3) Questo ragionamento valeva anche un anno fa, per questo non abbiamo fatto alcun accordo con Bersani nel 2013. Oggi la distanza con il PD è molto maggiore perchè il PD di Renzi non è solo un partito liberista ma pratica e teorizza una politica apertamente di destra che punta a demolire la democrazia nel paese, i diritti dei lavoratori e il welfare. Il PD di Renzi è un avversario da sconfiggere, non un potenziale alleato.
4) Rifondazione Comunista ritiene necessario che a partire dalla lista “l'altra Europa con Tsipras” si debba dar vita ad un processo costituente di un nuovo soggetto politico della sinistra, di un polo politico della sinistra autonomo sia culturalmente che politicamente dal centro sinistra e dal PD. A questo processo di costruzione noi auspichiamo partecipino tutti e tutte coloro che da sinistra si oppongono alle politiche liberiste: uomini e donne, comitati, associazioni, partiti. Non si tratta di unire i partiti di sinistra ma di dar vita ad un percorso partecipato in cui le centinaia di migliaia di uomini e donne che in Italia fanno battaglie di sinistra – dal lavoro all'ambiente, dal sociale alla cultura alla pace, passando per i diritti sociali e civili – possano riconoscersi in un comune progetto e per questa via avanzare una proposta di alternativa al paese. Questa è la scommessa che abbiamo per noi e per i nostri figli, non la costruzione di un ennesimo taxi elettorale disponibile a qualsiasi accordo.
5) Ricordo a tutti che Rifondazione Comunista è un partito democratico. Questo significa che il sottoscritto, che fa il segretario e rappresenta l'organizzazione è tenuto ad osservare i deliberati assunti dai congressi e dagli organismi dirigenti ma che le minoranze interne – se ritengono – possono continuare a sostenere le proprie posizioni anche se bocciate dagli iscritti nei congressi. Per questo non deve stupire che alcuni dirigenti firmino un appello in palese contraddizione con la linea del partito. Come avrebbe detto qualcuno “è la democrazia bellezza”.
6) Sperando di aver contribuito a fare un po' di chiarezza voglio aggiungere un'ultima annotazione. Vi sono alcune operazioni politiche in corso – l'appello di stamani è una di queste - che puntano a costruire una sinistra “compatibile” con il PD. Ritengo la cosa non solo sbagliata politicamente ma letteralmente priva di senso. Detto questo io non penso che sia necessario attardarsi a discutere di questo. Il punto è cosa facciamo noi e cioè se la lista Tsipras è in grado in tempi e modi ragionevoli di avanzare una proposta di costruzione di un soggetto unitario di sinistra autonomo ed alternativo al PD. Il punto è se siamo in grado di valorizzare il risultato elettorale delle europee per costruire anche in Italia una sinistra degna di questo nome. Questo è il punto importante, il resto sono chiacchiere prive di alcuna rilevanza su cui - a mio parere - è inutile perdere tempo».
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