SEGA LA LEGA, ovvero nessuno spazio ai fascisti!
Una riflessione in occasione della Giornata dell’Orgoglio antirazzista a Pontida – 22 aprile 2017
Come nasce la Lega. La Lega nasce negli anni Ottanta e Novanta, nella fase crepuscolare della prima repubblica, sulle parole d’ordine del federalismo. La lega di Bossi era per superare gli stati nazionali in un’Europa liberista, ma formata da macroregioni a trazione tedesca. Una di queste macroregioni era il Nord Italia contrapposto il Sud-Italia, da tenere fuori – secondo la Lega di allora – dalla stessa Ue. Non a caso proprio Salvini è stato colui che ha firmato da eurodeputato leghista per conto di Bossi il trattato iperliberista di Lisbona.
La Lega oscillava quindi tra liberismo, secessionismo e autonomismo. Questi ultimi due poli erano unificati dall’invenzione della Padania. E’ per dare corpo al “nazionalismo Padano” che è stato simbolicamente attuato un distorto recupero della lega lombarda medievale con il raduno di Pontida e inventata quella ridicola cerimonia neo-pagana del rito dell’ampolla delle sorgenti del Po: cerimonie simboliche che sostanziavano un’invenzione politica nelle menti e nei cuori dei ceti popolari del nord, in particolare la piccola e più minuta imprenditoria.
Cos’è oggi la Lega? La crisi ha travolto gli schieramenti consolidatisi nella seconda repubblica con la tendenza alla costituzione di forze centriste, liberiste filo europeiste (di questa Europa iperliberista).
La vecchia Lega federalista era nel contesto del XXI secolo una forza ormai inutile nella nuova geografia politica europea disegnata dalle banche e dalla finanza. Quindi viene svelata dagli stessi media, che tanto l’avevano sostenuta, la vera natura corrotta e farsesca della Lega e del suo leader Bossi, prima osannato come un genio politico dalla stampa italiana e poi deriso come un corrotto.
La Lega, travolta dagli scandali e dalle malversazioni, sembrava destinata a estinguersi. A questo punto Salvini per salvare ciò che rimaneva del patrimonio politico della Lega intraprende una strada diversa da quella regionalista di Bossi pensando di potersi riciclare assumendo il discorso delle destre populiste e nazionaliste rinate in Europa dentro l’aggravarsi della crisi. Da qui l’interesse al discorso della Le Pen in Francia.
Le due tesi principali di Salvini sono note. La crisi è colpa dell’Euro e degli immigrati. Da filo tedesca e europeista la Lega diviene antitedesca e antieuropeista. Abbandonato quindi l’antimeridionalismo diviene ancor più organicamente razzista e xenofoba, con forti accenti antislamici, e quindi da neo-pagana ridiventa cristiana e cattolica.
Il deterioramento dei rapporti economici, sociali e dell’ambiente naturale sono la cifra più evidente della globalizzazione neoliberista che viviamo. Una situazione che genera frustrazione e rabbia sociale che viene convogliata dalle destre razziste-nazionaliste, tra cui oggi si colloca la Lega, non contro le responsabilità oggettive del capitalismo in crisi, ma in una dannosa guerra dei poveri contro i più poveri individuati sulla base del colore della pelle, dell’etnia, della religione o della regione di abitazione. I più poveri, i diversi diventano così i nemici da sconfiggere. “Prima i nostri” è la proposta dei razzisti da dare ad una umanità impoverita, in una guerra fratricida dei penultimi contro gli ultimi.
La Lega presenta in questa fase un insieme di contraddizioni clamorose. Mantiene il riferimento al Nord e a Pontida, ma cerca di costruire una forza politica nazionale di destra. E’ regionalista, ma cerca l’alleanza strategica con le tradizionali forze della destra nazionalistica italiana, cioè i fascisti. E’ per questo che Salvini si ostina ad andare a proporsi al sud, a quei meridionali che ha insultato sino a ieri. Bossi e la Padania sono solo un lontano ricordo, e il radicamento della Lega, man mano che diventa nazionale, nelle aree del nord attraversa una crisi fortissima di militanza e presenza politica. E questo senza riuscire – per fortuna – a sfondare al sud.
Razzismo leghista e liberismo europeista: le due facce della stessa medaglia. Il progetto identitario xenofobo della Lega è pesante e pericoloso, ma in questo momento i nemici principali sono oggi i liberisti, tipo Forza Italia o Pd, che con le loro politiche antisociali stanno aumentando le diseguaglianze nelle quali sguazzano i populisti. Le destre razziste-nazionaliste e quelle tecnocratiche sono infatti le due facce della stessa medaglia, tanto da scambiarsi i ruoli come mostrano i Decreti Minniti-Orlando che sembrano fatti da Salvini.
Ma non è un caso che i media di regime concedano a Salvini e alla Meloni spazi abnormi, perché evidentemente vogliono accreditare le forze liberiste-europeiste come l’unica barriera possibile contro i “barbari” razzisti-nazionalisti, le cui ipotesi di ritorno alla sovranità degli stati nazionali sono peraltro solo un’utopia reazionaria che non può avere futuro.
L’orgoglio antirazzista contro chi impoverisce i popoli. E’ in questo contesto che deve essere inquadrata la mobilitazione odierna a Pontida. E’ assolutamente necessario denunciare la Lega che viene usata dai poteri forti per scatenare le guerre tra poveri, che del razzismo fa la cifra della sua politica, che dietro discorsi antisistema poi alla fine propone la Flat Tax per far pagare meno tasse ai ricchi e di più ai poveri. Dobbiamo contrapporci alla Lega e estirparla dai nostri territori con l’attenzione di non cadere in una contrapposizione tra bande, cioè evitando di fare il gioco del nemico principale: cioè quelle forze liberiste-europeiste che oggi dominano l’Europa devastandone i paesi, le società, le condizioni di vita dei ceti popolari, senza nemmeno farsi scrupolo di portarci alla guerra. (21.04.17, Rifondazione Comunista – Bergamo e provincia)
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