COMUNICATO STAMPA SULLA MORTE DI UN LAVORATORE ALLA SASIL DI BRUSNENGO
COMUNICATO STAMPA VERITA' E GIUSTIZIA PER FRANCO ROSETTA E PER TUTTI I MORTI SUL LAVORO
Lo scorso anno ad Ottobre moriva il lavoratore della SASIL di Brusnengo Franco Rosetta a causa delle esalazioni letali di acido solfidrico che si erano liberate dal decantatore della linea di riciclo del vetro.
Ventitre tra soccorritori e colleghi accorsi furono ricoverati in osservazione al Pronto Soccorso.
Nell’inchiesta per omicidio colposo risultano indagati il titolare Lodovico Ramon, due dirigenti ed il medico aziendale e, nei prossimi giorni, è attesa la conclusione dell’istruttoria svolta dal PM incaricato e la formalizzazione delle richieste di rinvio a giudizio.
La SASIL è una azienda che fa parte della multinazionale Minerali Industriali che ha tredici unità produttive in Italia, quattro in Europa, tre in Nordafrica, sette in Centro e Sudamerica.
Oltre all'attività mineraria da qualche anno la Sasil si occupa del recupero di scarti industriali e civili a base di vetro.
Questa azienda ha ricevuto finanziamenti per svariati milioni dalla Comunità Europea nell’ambito di vari programmi LIFE, anche in co-progettazione con la stessa Provincia di Biella (progetto NOVEDI), ente preposto alla concessione delle autorizzazioni ambientali.
Rifondazione Comunista, nel rinnovare rispetto e solidarietà ai famigliari per la morte del loro caro, chiede piena verità e giustizia.
L’oblio della società civile troppo sovente è la principale modalità per sfumare la gravità e le responsabilità di queste tragedie nel mondo del lavoro.
Nel biellese tanti sono stati gli incidenti lavorativi, il più grave quello alla Pettinatura di Vigliano,ma il bollettino di morte non si è fermato.
In questo caso confidiamo sia fatta chiarezza sulle cause che hanno reso possibile questa tragedia e siano perseguiti, con rigore, i soggetti responsabili.
Chiediamo che nella valutazione delle concause e responsabilità siano considerati anche i provvedimenti autorizzativi adottati e i controlli svolti da Regione Piemonte, Provincia di Biella, ASL e ARPA.
Ci chiediamo se ci sia stato un deficit istruttorio o nei controlli che, se svolti correttamente, avrebbero potuto evitare la tragedia. In ogni posto di lavoro, prevedono le norme, deve essere inoltre svolta una attenta rilevazione dei rischi ed predisposto un adeguato piano per la sicurezza.
Nella tragedia SASIL occorre appurare se i rischi erano stati attentamente considerati in relazione alle caratteristiche e idoneità dell’impianto di trattamento dei rifiuti vetrosi. Gli enti preposti in materia di sicurezza sul lavoro hanno svolto specifici controlli preventivi ed in corso d'opera? Numerose segnalazioni a carattere ambientale erano state peraltro fatte prima della tragedia (odori pestilenziali, le schiume nel rio ove confluiscono gli scarichi, ecc.) ed avevano portato anche a dei sopralluoghi, condotti da ARPA.
Tutti questi segnali di palese malfunzionamento e /o inadeguatezza dell’impianto al trattamento della parte organica presente nel processo produttivo sono stati colposamente sottovalutati ?
Ad avviso di Rifondazione Comunista le morti sul lavoro non sono mai da correlare alla mera fatalità.
Il numero degli incidenti e delle morti sul lavoro è sempre fortemente condizionato dalle logiche di mercato e di sfruttamento capitalistico della forza lavoro e dell'ambiente,bene comune.
Su queste logiche e politiche si fonda l’attuale legislazione sulla sicurezza, orientata principalmente a non gravare sui costi produttivi, contenere i controlli e blandamente colpire le responsabilità.
Rifondazione Comunista di Biella, rigettando questa prospettiva, è dunque a fianco delle vittime a chiedere giustizia per l’omicidio colposo alla SASIL e a denunciare il silenzio che su tale vicenda sembra paralizzare anche il mondo sindacale.
Per la Segreteria di Rifondazione Comunista Biellese.
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