2001/2018 QUALE GIUSTIZIA,QUALE VERITA' PER I MORTI SUL LAVORO BIELLESI?

                                 

Primo Maggio2018  dedicato alla sicurezza sul lavoro: come non  ricordare quel terribile scoppio della Pettinatura di Vigliano che nel 2001 bruciò la vita di  Carlo Coletta, Renzo Triban, Graziano Roccato,

ferendo gravemente altri sei lavoratori, segnati per sempre dalle ustioni.

 Per questo vennero condannati i titolari ed i responsabili per la sicurezza a due anni, ma furono tutti  assolti in appello “per non aver commesso il fatto”!

 

Questa  grande tragedia, la sofferenza dei famigliari, dei compagni di lavoro, di tutti, è una ferita profonda per la società intera, ma non è fatalità, è il profitto messo al primo posto, è lo sfruttamento elevato a potenza oggi dal Jobs Act e dalla Legge Fornero, è la mancanza di controlli e vere sanzioni.

L'oblio, l'indifferenza, l'assuefazione e la complicità di fatto con il padronato  non hanno dato giustizia, cosi come a : Adrian Joan Marcu, 21 anni,morto nel 2005, travolto da una ruspa; Alessandro Opizzi, 41 anni, tecnico manutentore morto nel 2008 schiacciato dal carrello elevatore del magazzino automatico del Lanificio Botto Giuseppe di Vallemosso (condanna del titolare ad un anno ed otto mesi e sospensione della pena);   Roger Marcu, 26 anni,morto nel 2009 nel cantiere del Maghettone (sei imputati,tutti assolti);  Roberto Rossetti, 27 anni,morto nel 2011 folgorato da un cavo scoperto a Gifflenga;   Maria Elena Toppan, 39 anni,morta nel 2013, ghermita dal macchinario alla Anordibiella di Cerreto Castello;  Filippo Turati, 18 anni, morto nel 2016 e Stefano Pellerei,                                                                   28 anni morto nel 2017 schiacciati entrambi  da un mezzo nel taglio delle piante per la ditta AGO Energia di Cossato ;  Franco Rosetta,,morto  nel 2016 soffocato da acido solfidrico presso impianto riciclo del vetro della SASIL di Brusnengo.

Noi quei morti li vogliamo presenti oggi con noi,vogliamo dire loro che non abbiamo dimenticato, che vigileremo, lotteremo e  faremo in modo che resti alta la voce di chi ancora nutre coscienza  e  capacità di indignarsi ed organizzarsi contro l'ingiustizia degli omicidi sul lavoro

 

 

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