Positiva iniziativa De Magistris. Lavoriamo per costruire alternativa popolare
Positiva iniziativa De Magistris. Lavoriamo per costruire alternativa popolare
Pubblicato il 30 nov 2018
di Maurizio Acerbo
Domani sabato 1 dicembre parteciperemo all’assemblea proposta e organizzata da Luigi De Magistris al Teatro Italia a Roma. Giudichiamo positivamente l’appello lanciato dal sindaco di Napoli con cui abbiamo costruito fin dall’inizio un’esperienza di governo locale in alternativa al Pd e alla destra e poi anche al M5S. Da tempo lo sollecitiamo a un impegno diretto sul piano nazionale nella costruzione di uno schieramento popolare che unifichi chi in questi anni ha resistito.
Pensiamo che debba essere un imperativo categorico quello di costruire un’alternativa al governo gialloverde e a chi come il Pd ha svenduto diritti sociali e beni comuni. Apprezziamo l’appello di De Magistris per la radicalità e la consapevolezza della necessità di una rottura rispetto alle politiche dominanti da due decenni, il richiamo alla Costituzione e ai contenuti delle lotte che abbiamo condiviso da anni, mentre quella che i media chiamano sinistra faceva cose di destra.
Come dimostrano le tante mobilitazioni c’è un’Italia che non si riconosce in questo governo e nei suoi decreti razzisti ma che non condivide neanche le politiche di privatizzazione e precarizzazione condotte da chi ora è all’opposizione in parlamento. O l’ipocrisia di chi ora finge di preoccuparsi per i diritti umani ma ha condannato migliaia di rifugiati alla prigionia nel deserto libico.
Siamo convinti che vi siano le condizioni per la convergenza su un programma antiliberista di rottura con i trattati europei. E su un progetto di alternativa per l’Italia e l’Europa.
È un dovere lavorare in questa direzione. E questa posizione l’abbiamo sostenuta e la sosteniamo ovunque.
Le elezioni europee sono un passaggio importante. Non riteniamo invece sensato che in Italia ci si divida sulla base dell’adesione a differenti sensibilità e posizioni che animano la sinistra antiliberista in Europa dato che tutte sono collocate nel medesimo gruppo parlamentare rosso-verde Gue/Ngl come la nostra compagna Eleonora Forenza e gli altri parlamentari eletti con L’Altra Europa.
Ma la necessità va ben oltre. E’ da irresponsabili pensare che c’è da coltivare un proprio splendido isolamento mentre in questo paese come segnala il primo numero dell’edizione italiana della rivista Jacobin viviamo in un paese “senza sinistra”, almeno nella percezione di milioni di persone e nel dibattito pubblico.
Anzi cosa ancor peggiore è visibile a livello di massa solo una “sinistra” che quotidianamente critica da destra un governo egemonizzato da Salvini invocando la Tav in Val di Susa, la difesa della legge Fornero e del Jobs Act, la sacralità degli antipopolari parametri di Maastricht e del Fiscal Compact.
Non è tempo di coltivare autorefenzialità o autoesaltazioni identitarie.
C’è necessità di unire le lotte e anche su questo piano non si può non registrare negativamente la mancata convergenze sulle scadenze di movimento neanche in una vicenda fondamentale come quella del decreto Salvini.
E c’è necessità di costruire una proposta anche sul terreno elettorale che abbia efficacia, almeno quanta hanno avuto negli ultimi anni le convergenze della sinistra antiliberista negli altri paesi europei.
In questione non sono delle “poltrone” come sostengono certi neo-grillini che si pensano leninisti o un qualunquismo diventato dominante. Sono dieci anni che siamo fuori del parlamento e in tutte le regioni e città ci presenteremo in alternativa al PD con quel che comporta anche nell’anno che ci attende. Siamo sopravvissuti e continueremo a resistere andando in direzione ostinata e contraria.
Ma è sul piano della resistenza alla barbarie e al neoliberismo che si pone l’urgenza di provare a costruire un fronte popolare che esprima i contenuti delle tante lotte che facciamo.
E’ un luogo comune smentito dall’esperienza delle sinistre radicali in Europa come in America Latina che la ricerca dell’unità sia meramente un esercizio politicista e non una delle condizioni per dare forza alle istanze che condividiamo con tante e tanti altri.
La connessione di sociale e politico è fondamentale per costruire un fronte popolare e certo c’è bisogno di credibilità nei comportamenti, nei contenuti programmatici e nella collocazione. Non si può essere credibili in Europa stando dalla parte di chi ha condiviso e continua a condividere le politiche di rigore neoliberiste della Commissione Europea e della Bce come i “socialisti”, non si è credibili in Italia se si sta col Pd.
Giudichiamo l’assemblea promossa da De Magistris un passaggio importante per capire dopo mesi di incontri e mobilitazioni se si riesce a fare tutte e tutti insieme un passo in avanti.
Domani ascolteremo con attenzione e rispetto pronti a proseguire il confronto con tutte e tutti.
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