Prc Pmli Anpi Valle Elvo Coordinamento antifascista rispondono al sig. Mantovani

In risposta alla lettera inviata a “Eco di Biella” dall’ex senatore Mario Mantovani, di Fratelli d’Italia, l’Organizzazione biellese del Partito marxista-leninista italiano intende precisare che la nostra Sezione – unitamente al Partito della Rifondazione Comunista (PRC), all’ANPI Valle Elvo e Serra e al Coordinamento Biella Antifascista – presente alla commemorazione partigiana, in memoria dei venti partigiani trucidati a Salussola nel 1945 dai nazifascisti, dello scorso 12 marzo, non è “Un gruppetto di sconosciuti inviati per cantare Bella ciao” ma una radicata e qualificata presenza antifascista biellese che da decenni mantiene vivi gli ideali antifascisti e democratici che, proprio quei venti martiri partigiani, regalarono all’Italia attraverso il loro sangue e la propria vita. Il senatore Mantovani prosegue la sua missiva affermando che “La storia non è una bandiera a brandelli di cui ognuno si prende un pezzo e ne fa un vessillo per i propri scopi” mentre è proprio il partito del senatore Mantovani che cerca di utilizzare qualsiasi occasione per propagandare il più malevolo revisionismo storico equiparando i valorosi partigiani che hanno liberato l’Italia ai loro massacratori nazi-fascisti, accomunando i brutali regimi nazisti e fascisti al comunismo. Il senatore Mantovani scrive di pacificazione e riconciliazione nazionale poi però afferma che “Quel gruppetto a Salussola sventolava la bandiera rossa con la falce e il martello che tanto avrebbe da farsi perdonare, in Italia e nel mondo, oggi e anche relativamente al periodo della lotta partigiana” concludendo con “Furono parecchi i comunisti che si macchiarono di crimini in periodo ormai di pace”. No senatore Mantovani la verità storica è che i comunisti e la bandiera rossa con la falce e martello non hanno nulla da farsi perdonare dalle masse popolari all’opposto del suo velenoso discorso revisionista – da noi unitariamente contestato – che ha l'obiettivo di rilanciare sotto nuove forme l'ideologia fascista, riscrivere la storia a proprio uso e consumo, criminalizzare la Resistenza e la lotta partigiana, confondere le vittime coi carnefici in nome di una "memoria e di una storia condivisa'' e di una "pacificazione nazionale'' tra antifascisti e fascisti attorno ai “valori della nazione” e della "patria''. Il senatore Mantovani conclude il suo scritto dando nuovamente esempio di cosa intenda la destra neofascista, oggi al potere, per “riconciliazione e unità nazionale” definendoci “Chi è pervaso da un’ideologia gretta e anacronistica arrivi a sporcare il ricordo di venti martiri”. È invece lei che ha sporcato il ricordo dei venti partigiani con la sua presenza e il suo provocatorio discorso revisionista e non certamente le forze antifasciste che hanno scolpito nel proprio DNA tutti gli ideali di libertà e giustizia sociale per i quali quegli eroici partigiani sono stati trucidati. Nota positiva della contestazione di Salussola è certamente la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini deliberata dalla Maggioranza consigliare del Comune di Salussola lo scorso lunedì 27 marzo che, con un documento della sindaca Manuela Chioda, giustifica tale opportuna decisione al fine di “Promuovere una cultura di pace e di libertà”. Ottimo

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