PRC: OCCIDENTE PIANGE NAVALNY E TACE SU ASSANGE
PRC: OCCIDENTE PIANGE NAVALNY E TACE SU ASSANGE
Siamo contro la guerra e la repressione del dissenso in Russia come in Ucraina.
La notizia della morte in carcere di Navalny arriva dopo quella della condanna in appello a 5 anni e mezzo di reclusione del compagno marxista Boris Kagarlitsky per un post contro la guerra.
Anche se Navalny fosse morto per un malore improvviso (infarto o trombosi) è indubbia la responsabilità di Putin per la detenzione e il regime carcerario duro imposto.
Noi italiani abbiamo sempre giustamente ritenuto Mussolini responsabile per la morte di Gramsci.
Non si può non condannare il governo russo come condanniamo USA e Gran Bretagna per quello che stanno facendo a Julian Assange, rinchiuso in regime carcerario durissimo a Londra o Erdogan per aver riempito le carceri di oppositori.
Troviamo ipocrita l’indignazione di politici e opinionisti che se Navalny fosse stato un prigioniero ucraino avrebbero fatto finta di non accorgersene e che non spendono una parola per chiedere la liberazione di Julian Assange.
E sui social media non si può nemmeno scrivere il nome di Ocalan, il Mandela curdo da 25 anni sepolto vivo nell’isola prigione di Imrali.
Siamo per la liberazione di tutti i prigionieri politici incarcerati per reati di opinione in tutto il mondo.
La logica di guerra sta producendo e produrrà sempre di più un’involuzione autoritaria in tutto il mondo.
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina noi del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo assunto una posizione chiara “contro Putin e contro la NATO” rifuggendo ogni semplificazione di campismo geopolitico ma avendo come bussola i principi dell’internazionalismo.
Come ha scritto Emiliano Brancaccio nel libro “La guerra capitalista” (Mimesis Edizioni 2023):
«assegnare all’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro alleati il ruolo di baluardo delle libertà civili e politiche sta diventando semplicemente grottesco, così come cercare nella ferocia capitalistica della oligarchia russa tracce residue del grande assalto al cielo dell’Ottobre rosso è qualcosa di persino più inverecondo».
C’è chi sta usando la morte di Navalny per rilanciare la guerra, noi diciamo che solo con la pace avanzano la democrazia e lo stato di diritto.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Giovanni Russo Spena, responsabile democrazia/Istituzioni
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