presidio contro gli omicidi sul lavoro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro operaio è morto sul lavoro, un altro omicidio!

Qualcuno lo vorrebbe chiamare incidente o “omicidio bianco”, forse perché ci vuol far credere che non ci siano responsabilità, ma solo una fatalità,  il destino “cinico e baro”…

Ma quell’operaio è morto mentre lavorava, non lavorava in un cantiere e non correva con l’auto, non aveva bevuto, voleva solo fare quel dannato e onesto lavoro che gli permetteva di vivere… Ma è morto, è morto a 40 anni!

Il silenzio è delle vittime e noi dovremmo fare silenzio abbracciando il collega che ha perso la vita, i suoi amici e i famigliari, ma l’indignazione per il cinismo di una società che starnazza i valori morali, che vomita i doveri dei cittadini, e urla i principi ispiratori ce lo impedisce.

Senza gridare, diciamo che i responsabili ci sono: sono i suoi “padroni”, quelli che lo facevano lavorare in quelle condizioni, ma anche i suoi subpadroni, già, perché lavorava alla Botto Giuseppe, una impresa tessile che fa della qualità una “abito mentale”, come dipendente di una società esterna. Ma evidentemente quell’abito si deve esportare e per farlo bisogna abbassare i costi, e questi si abbassano se i problemi si scaricano sulle ditte esterne, insieme alle precarietà e forse anche le responsabilità. Questo è il mercato, queste sono “le magnifiche sorti e progressive” del mercato…

E così ci viene voglia di gridare, di mostrare la nostra rabbia impotente…, ma siamo rimasti senza voce. Un po’ afoni chiediamo all’Unione Industriale Biellese come e quanto vigila sulla sicurezza nell’aziende a lei associate? perché non interviene presso le aziende e stabilisce regole esclusive in materia di sicurezza per far parte della UIB? perché non stabilisce di estromettere dalla UIB quelle aziende che non osservano, anche in parte, le leggi sulla sicurezza (come è stato fatto in Sicilia per “il pizzo” e i legami con la mafia)?

La UIB sa di essere corresponsabile delle morti sul lavoro (che per la società e i lavoratori sono omicidi)? Forse sì, ma l’individualismo provinciale e l’ignavia che caratterizza la cultura degli industriali biellesi le permetterà di fare finta di niente!

Ma ora ci stringiamo attorno ai colleghi di Alessandro Opizzi e a tutti quei lavoratori pazienti, iscritti ad un sindacato che spesso ha fatto prevalere gli interessi dell’impresa su quelli dei lavoratori, facendoci credere che i due coincidessero.

 

 

 

Biella, 20 febbraio 2008

 

La Segreteria Provinciale del PRC, Biella