Rifondazione lancia le sue proposte sulla gestione dei rifiuti

In questi giorni sta partendo la nostra campagna sul problema rifiuti. Di seguito pubblichiamo il nostro documento, il manifesto che sarà affisso in tutta la Provincia, la mozione che abbiamo presentanto in tutti i comuni nei quali siamo presenti. Su questo sito continuerà la discussione nell'apposito forum.
In questa pagina i primi resoconti giornalistici ("La Stampa" e "Liberazione") sulla conferenza stampa che ha illustrato le nostre posizioni. E sul sito della Provincia di Biella tutta la rassegna stampa degli ultimi giorni.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Biella

Governare i rifiuti! Le proposte del PRC biellese.

Nel biellese non c’è una emergenza rifiuti. Tutti coloro che ne parlano hanno l’obiettivo di nascondere la fallimentare gestione dei rifiuti degli ultimi 15 anni, evitare il confronto vincolante con i cittadini, rinviare le scelte strutturali adeguate a garantire la salute della popolazione, promuovere scelte sconsiderate che favoriranno il business dei rifiuti!

A testimoniare gli errori commessi ci sono le vicende luttuose della discarica di Masserano che tutti conosciamo (e non dimentichiamo); le scelte dei siti della Valledora (bacino del fiume Dora Baltea) nonostante l’inadeguatezza ambientale; il fallimentare “polo tecnologico” di Cavaglià: un impianto sovradimensionato, per il biellese, che per ridurre i costi e aumentare i guadagni ha scelto di lavorare e stoccare in discarica rifiuti provenienti da altre province, con il risultato che la discarica del “polo tecnologico” è prossima alla saturazione; le caratteristiche del “polo tecnologico” che preludono tecnicamente all’insediamento di un impianto di incenerimento; l’assenza di verifiche di impatto ambientale del “polo tecnologico” sul territorio (pensiamo alle falde acquifere sotto la Valledora ma non solo); l’assenza di indagini sistematiche sulla salute degli abitanti di Cavaglià e di altri residenti vicino a impianti di stoccaggio e riciclaggio di rifiuti; il ritardo con il quale si è avviata, in tutta la provincia, la raccolta differenziata, che resta sotto il 35% (33,7%)… In ultimo l’incapacità di affrontare la gestione dei rifiuti con il dialogo, il confronto, la condivisione della popolazione, non comprendendo che solo attraverso la partecipazione dei cittadini, non solo consultiva, è possibile governare i rifiuti.

 

I cittadini sono già stati ingannati abbastanza sulla gestione dei rifiuti, e quando sentono dire che la preoccupazione degli amministratori è tenere basse le tariffe lo sono ancora di più. I rifiuti sono una affare solo per chi li tratta e li brucia, non può esserlo per chi li produce, cioè noi. I rifiuti sono sempre un costo: un costo economico, sociale e ambientale. Dobbiamo per questo sottrarre il controllo dei rifiuti alle imprese private che sui rifiuti fanno affari.

Razionalizzazione, investimenti e controllo popolare della produzione e gestione dei rifiuti sono l’unica via possibile. Ed ora la parola è alla lotta!

 

Il “polo tecnologico” di Cavaglià arriverà presto a saturazione. Ci arriverà per colpa di un disegno errato rispetto alle previsioni iniziali. Vi sono responsabilità politiche e tecniche operate in questi anni e per le quali Rifondazione Comunista ha sempre manifestato le proprie perplessità. In questo senso la richiesta di sopralzo della discarica, come il progetto sul bio-reattore, sono figlie della stessa logica sbagliata.

Diventa innanzi tutto determinante aprire un confronto vero con la popolazione coinvolta, è necessario che si rispettino e si considerino il loro parere e le loro proposte. Il futuro del “polo tecnologico” va oltre il territorio biellese e deve diventare l’occasione per affrontare, senza sterili beghe tra vicini, la questione con tutto il territorio della Valledora nella sua complessità ed estensione.

Ridiscutere la presenza degli stoccaggi provenienti da fuori Provincia è un pre-requisito minimo per cominciare un possibile confronto. Per questo riteniamo fondamentale limitare l’intervento sui rifiuti provenienti da altre Province alla sola lavorazione dei bio-cubi, non più al loro conferimento presso l’invaso di Cavaglià. Questo per non far cadere il principio della solidarietà tra comunità nella gestione del territorio e quindi dei rifiuti.

 

 

Non c’è rischio di confondere questa lotta con la politica della famiglia Aiassa (l’attuale sindaca e l’ex sindaco). Il ricorso al Tar l'hanno fatto i cittadini, insieme a Legambiente e ProNatura, la sindaca non era d'accordo, soltanto successivamente, dopo aver ricevuto pressioni, l'amministrazione ha firmato il ricorso, peraltro pagato dai cittadini e dalle Associazioni ambientaliste, 1700 euro. Adesso la sindaca vende l'operazione “ricorso al Tar” come fosse sua, ma e' importante sapere che il movimento della Valdora, duemila persone che avevano manifestato anni fa contro le discariche, non ha nulla a che fare con l'amministrazione di Cavaglia', di cui ben conosce il pessimo operato (a Cavaglià solo ora parte la raccolta differenziata dei rifiuti!).

Le prese di posizioni di Alleanza Nazionale inoltre dimostrano la schizofrenica necessità di una destra in perenne crisi politica, di cavalcare le proteste popolari. A Vercelli il Presidente della Provincia Masoero, di AN, si dichiara favorevole alla riapertura di Alice 2 e all’ipotesi inceneritore, in Regione i Consiglieri nazional-alleati sono sempre stati favorevoli a costruire inceneritori su ogni provincia del Piemonte, come prevedeva il piano della passata giunta Ghigo. La coerenza imporrebbe almeno il silenzio sull’intera vicenda.

Governare i rifiuti vuol dire programmare l’intervento sul territorio e farlo con la partecipazione attiva e decisiva dei cittadini. Governare i rifiuti vuol dire nuovi e diversi consumi, cultura del paesaggio, senso della comunità e solidarietà tra le comunità.

Scegliere di affrontare la questione rifiuti con l’insediamento di un inceneritore dimostra di non avere una politica di governo dei rifiuti. Noi siamo contrari e ci batteremo senza esitazione contro questa soluzione!

Se gli Enti locali, Provincia e Comuni, si adeguano a questa strategia non solo rinunciano ad una efficace politica di governo dei rifiuti ma contribuiscono all’avvio di un processo di squilibrio ambientale.

Tutti gli inceneritori (anche i termovalorizzatori) rilasciano sostanze nocive (in particolare la diossina, che è pericolosissima!). Un inceneritore tecnologicamente avanzato è costosissimo: i privati possono costruirlo e gestirlo solo perché ricevono forti finanziamenti pubblici. Nessun privato potrebbe avviare una attività di combustione dei rifiuti senza l’intervento pubblico, quindi (anche in una logica di mercato) non sono economicamente produttivi e efficienti!

Ma dobbiamo tutti sapere che la combustione dei rifiuti cancella qualsiasi “processo virtuoso” di smaltimento dei rifiuti: non contribuisce alla diminuzione di produzione dei rifiuti, anzi la incentiva; non favorisce la raccolta differenziata e il riciclaggio; non ci sarebbe nessun recupero di materiali ma al contrario produzione di ceneri non più degradabili! Inoltre aumenterebbe l’inquinamento dell’aria per la circolazione dei mezzi pesanti che trasportano rifiuti.

E’ miope e irresponsabile investire nel ciclo dei rifiuti partendo dalla fine del ciclo e quindi dalla combustione.

Il clima emergenziale creatosi intorno alla vicenda della Campania ci pare costruito ad arte per favorire la riapertura di massicci finanziamenti a chi brucia rifiuti: il CIP6 e l’assimilazione dei rifiuti alle energie rinnovabili è la chiave per aprire ai nuovi finanziamenti. Ora si chiedono a gran voce inceneritori (così come alla prossima “emergenza” energetica si chiederanno centrali nucleari!).

Lobbies potentissime hanno avviato una campagna che trova nel Partito Democratico consensi a tratti entusiastici!

Nessun Comune, pur colpito dal patto di stabilità, può barattare il ripiano dei bilanci con la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente!

Dobbiamo avviare subito, ora, una politica di riduzione, alla fonte, dei rifiuti:

- provvedimenti di riduzione degli imballaggi, sviluppo di reti di distributori di detersivi liquidi, ecc..;

- investimenti per una politica di riuso dei materiali (es. bottiglie di vetro);

- investimenti per l’estensione della raccolta differenziata, fino ad arrivare alla raccolta porta a porta, ponendoci l’obiettivo realizzabile del 60%;

- la conseguente progressiva introduzione di tariffe relative alla effettiva quantità di rifiuti prodotti;

- investimenti per la costruzione di una “catena di riciclo” capace di produrre materiali riusabili e vendibili;

- al fine di ridurre al massimo i materiali residui da conferire in discarica.

 

Rifondazione Comunista nel biellese governa in Provincia e nei centri più importanti e vuole contribuire alla costruzione di una politica dei rifiuti che sappia guardare lontano, nel rispetto della salute delle persone, dell’equilibrio ambientale e della qualità della vita di tutte e tutti.

Non intende condividere o avvallare politiche che favoriscano lobbies affaristiche.

Siamo pronti a qualsiasi confronto che favorisca l’avvio di una seria politica di governo dei rifiuti e per questo agiremo per sostenere e far crescere un movimento di massa che diventi l’espressione collettiva della volontà di ciascuno di gestire la propria salute e i propri bisogni!

Biella, gennaio 2008