I soldi degli industriali "volano" via dal biellese!
Apprendiamo che l'Unione Industriale ritira denari e rappresentante dal Consiglio di amministrazione della Sace. Non parteciperà al nuovo progetto di gestione.
Da una parte abbiamo una indiretta conferma della vacuità del "piano di rilancio" dell'aeroporto, che non convince nemmeno gli industriali biellesi, che rappresentano la vera utenza dell'aeroporto. Dall'altra si ribadisce la politica dell'Unione Industriale Biellese, rinchiusa nella difesa dell'esistente, incapace di vedere oltre e lontano, rintanata a difendere, e illusoriamente rilanciare, il marchio tessile biellese.
Due questioni che ci dicono molto di noi e della fase che stiamo attraversando.
Quell'aeroporto, che non potrà essere altro che un "piccolo aeroporto privato", non ha più l'appoggio di un pezzo importante, economicamente e politicamente, della società biellese. Ciò rende ancora più difficile la posizione della Pubblica amministrazione: ci abbiamo provato, abbiamo investito risorse umane ed economiche, ma nulla ci fa pensare che da oggi in poi quel progetto si possa trasformare in un prodotto avente una nuova funzione di servizio, in qualche modo, della collettività. Ed ora che uno dei più importanti partner privati lo abbandona come può essere ancora sostenuto? Come si possono investire ancora i denari dei contribuenti in un progetto privato, senza un ruolo di servizio certo, e senza la collaborazione degli industriali biellesi?
Crediamo che si debba ridiscutere e si debbano rivedere le scelte di investimento della Provincia e del Comune di Biella per l’aeroporto!
Più in generale le scelte dell'Unione Industriale (anche relative alle riduzione delle borse di studio universitarie) ci dicono molto delle miserie biellesi... Questa è una crisi senza precedenti, è la crisi strutturale del tessile, quando se ne uscirà nulla sarà più come prima. Crediamo, e tutti gli studi più autorevoli lo confermano, che si è aperta quella che va sotto il nome di “fase postindustriale” (in verità cominciata da un po' di anni). Uno di quei momenti della storia nella quale, alla tendenza al ripiegamento e agli atteggiamenti difensivi, va contrapposta una mentalità dinamica di rilancio, di innovazione e di investimenti in settori divesi da quelli tessili e, in parte, diversi da quelli industriali.
Nuove tecnologie e ricerca, cura del territorio e cura della persona, cultura e formazione dovrebbero essere al centro degli interessi degli operatori economici, mentre invece gli industriali biellesi si chiudono nella difesa dell'esistente, incapaci delle aperture necessarie per non essere travolti dal futuro, che è già pericolosamente presente.
I processi economici e sociali procederanno comunque e se ci trovano impreparati pagheremo un prezzo molto alto; come è già accaduto a Torino e a Genova, che per anni hanno visto miseria e disagio sociale, e ancora oggi, in una fase di nuovo rilancio, se ne vedono le piaghe profonde!
Cosa attendiamo ad agire per una nuova progettualità? La politica può molto: questo è il banco di prova decisivo, che va oltre le consolatorie ed esauste pratiche del "buon governo", per disegnare un futuro meno nero di quello che appare all'orizzonte!
Biella, 14/6/97
Marco Abate
Assessore della Provincia di Biella
Marco Sansoé
Segretario Provinciale PRC
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