INTERVISTA AD ADRIANO SU "MONDO CAPOVOLTO"

 


 

Elena Dionisio da "Mondo Capovolto"

Mercoledì 14 aprile ho incontrato Adriano Guala (nella foto), Presidente dell’Associazione Eurialo & Niso di Biella, a seguito dei pesanti insulti contenuti in una mail spedita per errore allo stesso Adriano dalla redazione cittadina de “La Stampa”: “ Cupio, bastardo e comunista” e poche righe più avanti “ in cima alla lista dei primi da licenziare”.
Intendo raccogliere direttamente da Adriano quale lettura dà a questo sconcertante episodio di discriminazione.
“Intanto devo dire che proprio oggi, su “La Nuova Provincia di Biella” è apparso un commento nel quale mi si rimprovera l’eccessivo clamore dato a questa vicenda, che si limita ad una mail, sia pure discutibile nei contenuti.
Io ritengo che in quanto Presidente dell’associazione “Eurialo & Niso “, che è nata per contrastare la cultura omofoba diffusa nel Biellese, garantendo un minimo spazio di aggregazione, di confronto e di ascolto, non potessi permettermi di passare sotto silenzio questo episodio, tanto più quando l’associazione invita i propri associati a non subire gli episodi di discriminazione, ma a reagire, anche con la denuncia. Nei miei confronti si è trattato di una mail, ma in altre realtà, a Roma per esempio, persone omosessuali vengono quotidianamente aggredite e uccise sotto casa. In molti paesi del mondo gli omosessuali vengono tutt’ora condannati a morte, pensa all’Iran, al Senegal, alla Nigeria…..Gli omosessuali non scelgono di essere omosessuali, semplicemente si accorgono di esserlo in qualche fase della loro vita. E purtroppo è immediata la presa di coscienza di come questa condizione porti a dover lottare ogni giorno per il proprio diritto di esistere. Gli omosessuali non rappresentano un pericolo per nessuno: io vivo da venti anni con il mio compagno, lavoro, pago le tasse ….”

Forse gli omosessuali rappresentano effettivamente un pericolo,ma solo in quanto la loro esistenza delegittima di per sé la cultura sessista, che assegna a uomini e donne ruoli di genere connotati da una diversa considerazione sociale.
“Infatti, in questa cultura il maschio deve essere sessista, macho e omofobo.”

Perché pensi che questa mail ti sia stata inviata, seppure per sbaglio, proprio in questi giorni?
“Penso che sia stata una reazione diretta alla lettera aperta che ho inviato a “ La Nuova Provincia di Biella”, in quanto operaio di una importante azienda tessile di Biella, la Zegna Baruffa, in cui con toni assolutamente pacati chiedevo di dare risposte sul futuro dei lavoratori dell’azienda, a seguito della cassa integrazione avviata nello stabilimento di Vallemosso. Mi si rimprovera, in quanto semplice operaio, di aver “osato” porre delle questioni sulla pesante crisi economica che attanaglia il Biellese, di chiedere a chi ne ha la responsabilità ed il ruolo, di risolvere il problema del lavoro, di esporre i propri programmi per il futuro. A livello nazionale, a febbraio, la cassa integrazione ha toccato il 932%, e nel contempo il paese ha avuto il debito più alto mai registrato. Noi operai, con uno stipendio fermo al 1993, da quando non è stato più legato alla scala mobile, o in cassa integrazione a 750 euro al mese, non abbiamo gli strumenti per risolvere la crisi: eppure l’anno scorso, per poter aiutare l’azienda con gli ammortizzatori sociali e far arrivare al pensionamento diversi lavoratori, abbiamo lasciato all’azienda 100 euro a testa di premio di produzione: di più non possiamo fare, di più non ci può essere chiesto. La Legge Biagi, che sarebbe più corretto chiamare legge Maroni, ha scardinato le regole del mercato del lavoro: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Ora si vuole dare un ultimo assalto alla contrattazione nazionale collettiva, dividendo il sindacato: ma quale contrattazione di secondo livello può essere realisticamente portata avanti, da lavoratori precari, in aziende in difficoltà…
Io credo che il contenuto della lettera non fosse attaccabile, e quindi si è voluto attaccarmi sul piano personale. “
Hai avuto manifestazioni di stima e di solidarietà dai vertici dell’azienda, dalla Provincia e dal Comune di Biella, da Vladimir Luxuria, dal Presidente di ARCI Gay. Cosa ti aspetti presentando denuncia?
“Mi aspetto di promuovere una cultura del rispetto, e una maggiore tutela, anche sul piano legale, per gli omosessuali: nelle iniziative che ho portato avanti ci ho sempre messo la faccia: lo faccio anche questa volta”