GIOCO D'AZZARDO

OGGI UN GIORNALE LOCALE TITOLA IN PRIMA PAGINA LA NOTIZIA DI UNA FORTE VINCITA NEL COSSATESE, UN INCITAMENTO AL GIOCO D'AZZARDO PREOCCUPANTE. PUBBLICHIAMO UN INTERESSANTE ARTICOLO DEL MANIFESTO, SIAMO FORTEMENTE PREOCCUPATI PER IL SEMPRE MAGGIORE NUMERO DI PERSONE CHE CADONO NELLA ASSUEFAZIONE DEL GIOCO ROVINADOSI E ROVINANDO LA PROPRIA FAMIGLIA. UN PUNTO PRIORITARIO PER RIVOLUZIONE CIVILE. il manifesto | Autore: Raffaele K.Salinari 15 miliardi al gioco della povertà L'Italia diventa più povera, cresce l'esclusione sociale, aumenta la disoccupazione. Brilla invece la sirena del gioco d'azzardo nella sua versione on line. Parliamo di un giro d'affari da 15 miliardi all'anno, che pone l'Italia al primo posto in Europa, e tra i primi paesi al mondo, con il 22% del mercato globale. Se si considera che la popolazione italiana è l'1% di quella mondiale, l'enormità salta agli occhi. E dunque, ci dice uno studio del portale Netbetcasino.it, nel 2012 gli italiani hanno speso in slot e videopoker al computer 15 miliardi e 406 milioni. Mentre i francesi «appena» 9 miliardi e 408 milioni, 3 miliardi gli inglesi, e «solo» 2 miliardi e 354 milioni gli spagnoli. Lo studio mostra la correlazione stretta che tra la crescente diffusione del gioco su internet e l'aumento della povertà e dell'abbandono scolastico. Ultimo dato: la bassissima tassazione delle vincite: su tutta l'enorme massa di danaro il fisco incassa dalle puntate online solo lo 0,6%. Ma sono solo la povertà e l'ignoranza, l'esclusione sociale, che confinano i singoli a rintanarsi dietro agli schermi dei video giochi nei bar di periferia, o nella solitudine dei computer a casa, la spiegazione di tutto questo? Sarà soltanto il cercare una vincita economica, a fronte della disoccupazione e del lavoro precario, il motore che spinge milioni di italiani a questa vera e propria dipendenza patologica? Roger Caillois, nel suo saggio Il gioco e gli uomini, sostiene che lo spirito di gioco è essenziale alla cultura, e dunque il gioco può essere utilizzato per leggere l'evoluzione di una civiltà, analizzando quali tipologie ludiche sono «centrali», e quali «periferiche», rispetto agli usi correnti. A questo proposito, confortato anche da Johan Huizinga nel suo Homo Lundens, ritiene che nell'evoluzione dei «giochi prevalenti», si possa vedere il progredire della civiltà, anzi la nascita stessa della civiltà, nella misura in cui questa consiste nel trasmutare della comunità umana dal sottostare ai capricci di un cosmo caotico ed imprevedibile, legato ai giochi che producono visioni estatiche, l'altalena ad esempio, ad un universo governabile, che poggia su un sistema di diritti e doveri regolati dall'interno del consesso sociale. Qui, come giochi prevalenti, troviamo invece quelli legati all'Agon, competitivi e, per compensazione, i giochi di Alea, parola latina che indica il gioco dei dadi, la Sorte: entità impersonale ed imperscrutabile, dispensatrice di favori o torti senza che entri nel gioco nessuna caratteristica personale del giocatore, né di ordine morale, né abilità di alcun tipo. Evidentemente stiamo parlando dell'esatto opposto dell'Agon. Nell'Alea per così dire "pura", la sfida è allora quella di vincere, non contro un avversario, ma contro il Destino, chiamato a guardare con favore il giocatore proprio perché egli si mette totalmente nelle sue mani. Una sfida alla realtà competitiva che esclude, per essere presi per mano almeno dalla Dea bendata.

Commenti

Ritratto di Aldo Fappani

L'analisi di Raffaele K. Salinari credo sia giusta. D'altronde le cifre ufficiali che elenca sono lì a dimostrarlo. Quello che stupisce - e a volte sconvolge - è il fatto che di costoro che hanno il vizio patologico del gioco d'azzardo o cose simili la maggior parte è povera gente o gente normale ma con stipendi da operai e impiegati o con pensione magari medio bassa. Nel mio paese ad esempio conosco persone che stentano a pagare le bollette di luce, acqua, telefono, affitto di casa, ma non rinunciano affatto per risparmiare a " giochi " tipo: - gratta e vinci - lotto - slot machines - videopoker. Certo anche gli interessi  economici che lo Stato riceve da questa massa di persone sono rilevanti, ma c'è da chiedersi sino a che punto la cosa è lecita, giusta, etica, morale. Gli esempi pratici in questo senso sarebbero tanti ma ne cito solo tre, emblematici ma anche drammatici. * La settimana scorsa in Tv abbiamo visto che una donna matura avendo accumulato troppi debiti nel gioco d'azzardo ha simulato una rapina soffocando la madre anziana per rubargli i soldi. * Una mia conoscente affetta da questa " sindrome - malattia " per anni ha fatto fuori soldi della famiglia che aveva depositati in banca finchè il marito non se ne è accorto ed è successo il finimondo. * Un signore che conosco con uno stipendio da ragioniere di circa 2000 euro mensili è stato sfrattato perchè troppo moroso con l'affitto dell'appartamento. D'altronde a volte gioca per ore al gratta e vinci mangiandosi anche 600-700 euro. Ecco, questi paiono rarissimi e banali casi limite ma anche nel Biellese la questione esiste e ha risvolti e ricadute pure medico-sociali non indifferenti. Questa ossessione nella ricerca di evasione dalla realtà e di un guadagno facile elargito dal Destino o dalla Dea bendata sarà anche una libera scelta e apparentemente una cosa logica, un diritto individuale, ma allora ci bendiamo tutti gli occhi e facciamo finta di niente ? Insomma, il discorso appena abbozzato darebbe ancora lungo e oltremodo un poco arduo ma credo che dobbiamo porci il problema e in qualche modo intervenire come singoli, comunità, collettività, classe dirigente, Stato. A partire da una maggiore educazione culturale e civica ma non soltanto.