Il voto a "la Sinistra l'Arcobaleno" è utile anche contro Berlusconi. Ecco i dati...


A proposito di chi parla di voto utile vi giro questi scenari sulla ripartizione di seggi al Senato. Solo se La Sinistra l'Arcobaleno guadagna seggi (cioè supera lo sbarramento dell'otto percento in tutte le Regioni) Berlusconi non avrà una maggioranza schiacciante al Senato. La fonte è "la Repubblica" e potete consultare dirattamente il tutto su http://www.repubblica.it/speciale/2008/sondaggi_ipr/seggi_senato.html

buona lettura e buon voto di parte
roberto

IPOTESI SCENARI VOTO AL SENATO SENZA CIRCOSCRIZIONE ESTERO E Valle d'Aosta


IPOTESI 1
IPOTESI 2
IPOTESI 3
IPOTESI 4
PD+IDV, COALIZIONE VELTRONI 120 127 130 134
SINISTRA ARCOBALENO
18 18 18 18
(TOTALE SEGGI PD+IDV+SA) 138
145 148 152

UDC

14 13 13 13
(TOTALE SEGGI TUTTA OPPOSIZIONE)
152 158 161 165
PDL+LEGA+MPA, COALIZIONE BERLUSCONI
156 150 147 143

TOTALE SEGGI

308
308
308
308

DIFFERENZA SEGGI

4 -8 -14 -22


IPOTESI SCENARI VOTO AL SENATO COMPRESA CIRCOSCRIZIONE ESTERO E Valle d'Aosta


IPOTESI 1
IPOTESI 2
IPOTESI 3
IPOTESI 4
PD+IDV, COALIZIONE VELTRONI 123 130 133 137
SINISTRA ARCOBALENO
18 18 18 18
(TOTALE SEGGI PD+IDV+SA) 141 148 151 155

UDC

14 13 13 13
(TOTALE SEGGI TUTTA OPPOSIZIONE)
155 161 164 168
PDL+LEGA+MPA, COALIZIONE BERLUSCONI
160 154 151 147

TOTALE SEGGI

315 315 315 315

DIFFERENZA SEGGI

5 -7 -13 -21



RIEPILOGO, MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE


PDL-MPA-LEGA
TOTALE OPPOSIZ.
DIFF
IPOTESI 1
160
155 5
IPOTESI 2 154 161 -7
IPOTESI 3 151 164 -13
IPOTESI 4 147 168 -21

IPOTESI 1 (PIU' FAVOREVOLE AL PDL)
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PDL CHE VINCE ANCHE IN: PIEMONTE, LIGURIA, LAZIO, PUGLIA ,CALABRIA E SARDEGNA
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PD CHE VINCE ANCHE IN: ABRUZZO,
SA PRENDE SEGGI IN:PIEMONTE, LOMBARDIA, LIGURIA, EMILIA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA
UDC PRENDE SEGGI IN:VENETO, MARCHE, LAZIO, ABRUZZO PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA.

IPOTESI 2 (FAVOREVOLE AL PDL)
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PDL CHE VINCE ANCHE IN: PIEMONTE, LIGURIA, PUGLIA ,CALABRIA E SARDEGNA
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PD CHE VINCE ANCHE IN: LAZIO, ABRUZZO,
SA PRENDE SEGGI IN:PIEMONTE, LOMBARDIA, LIGURIA, EMILIA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA
UDC PRENDE SEGGI IN:VENETO, MARCHE, LAZIO, ABRUZZO PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA.

IPOTESI 3 (MENO FAVOREVOLE AL PDL)
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PDL CHE VINCE ANCHE IN: PIEMONTE, LIGURIA, PUGLIA, SARDEGNA
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PD CHE VINCE ANCHE IN: LAZIO, ABRUZZO, CALABRIA
SA PRENDE SEGGI IN:PIEMONTE, LOMBARDIA, LIGURIA, EMILIA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA
UDC PRENDE SEGGI IN:VENETO, MARCHE, LAZIO, ABRUZZO PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA.

IPOTESI 4 (FAVOREVOLE AL PD)
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PDL CHE VINCE ANCHE IN: PIEMONTE, PUGLIA
SEGGI CERTI+PROBABILI CON PD CHE VINCE ANCHE IN: ABRUZZO, LAZIO, CALABRIA, SARDEGNA, LIGURIA
SA PRENDE SEGGI IN:PIEMONTE, LOMBARDIA, LIGURIA, EMILIA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA
UDC PRENDE SEGGI IN:VENETO, MARCHE, LAZIO, ABRUZZO PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA.

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Ritratto di roberto

di Anubi d'Avossa Lussurgiu da "Liberazione" 

Siamo al dunque, in questa campagna elettorale. A indicarlo è il calendario stesso: al voto mancano ormai due settimane e una manciata di giorni, 17 per la precisione. Conto vagamente jettatorio e in grazie del quale oggi si troverà sui giornali e in televisione il seguente duetto dei protagonisti della sfida "bipartitica" di queste elezioni: da una parte Walter Veltroni che, forte d'un sondaggio per "scenari" di Repubblica , proclama di conoscere già il risultato e di risultati ne annuncia due, «o governeremo noi (cioè il Pd con i Radicali più Di Pietro, ndr ) o non ci sarà maggioranza al Senato»; dall'altra Silvio Berlusconi che lo accusa di continuità con «lo stalinismo» in termini di «bugie» e spara la previsione di «una maggioranza di 30 senatori» per il Pdl suo e di Fini con Lombardo più la Lega, pur avendo sin dall'inizio della corsa alle urne lanciato l'esca di un «governo di larghe intese». E pur avendo inaugurato lui il surreale leit-motiv di questa campagna, il «voto utile» poi brandito come arma decisiva dalla leadership del Partito democratico.
E' una tentazione suadente e melliflua soffiata all'orecchio d'ogni elettrice ed elettore. Surreale perché s'era detto, proprio da parte dei due "grandi partiti", che queste elezioni avrebbero rappresentato la tomba del «vecchio bipolarismo» sul quale è naufragata la cosiddetta II Repubblica. E l'effetto è la riduzione ad una esclusiva opzione - ecco il «voto utile - tra i due "neo-partiti", che in realtà si sono blindati in altrettante mini-coalizioni ma che deterrebbero il monopolio della «governabilità». Salvo scoprire che, come dice Veltroni, il risultato potrebbe essere l'«ingovernabilità». E allora?

Voto utile a cosa, a questo punto? A ritornare subito al voto, previa riforma elettorale da farsi in un mese dopo non averla varata durante l'incarico esplorativo a Marini? Oppure utile a cos'altro?
La realtà, come al solito in questo frangente elettorale, è sfuggente: come sfumano le passate responsabilità di governo, come sfumano il conflitto di classe e i conflitti sui diritti, così anche sfuma la logica dei numeri. Il sondaggio Ipr per Repubblica di ieri, per esempio, risulta una cabala indecifrabile. Si danno quattro diversi scenari sulle proporzioni degli eletti al Senato dai diversi schieramenti, progressivamente sfavorevoli al blocco berlusconiano, da una maggioranza di 5 senatori fino ad uno svantaggio di 21. Ma il raffronto è con l'intera «opposizione», che riunirebbe magicamente Pd e Idv con la Sinistra e con l'Udc. Non solo: per una magia ancor più potente gli scenari si differenziano avendo come invariante il risultato, precisamente, dell'Arcobaleno e di Casini. Recitano letteralmente le tabelle, in tutti e quattro i casi: «Sinistra Arcobaleno prende seggi in: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia. Udc prende seggi in: Veneto, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia». Ripetiamo: in tutti e quattro gli scenari.
Si tratta d'un trucco perché, come sa chiunque maneggi a sufficienza l'attuale legge elettorale e sia capace di incrociarne gli effetti con la media delle intenzioni di voto riportate sin qui dagli stessi sondaggi - l'ha fatto anche, tre giorni fa, il direttore di questo giornale senza bisogno di commissionare costose alchimie d'algoritmi ad esosi istituti di ricerca - , sono proprio i risultati delle due principali formazioni fuori dal "duopolio", ossia l'Udc e ancor più la Sinistra, a risultare determinanti per il controllo o meno della maggioranza al Senato da parte di Berlusconi, partito in vantaggio. Tradotto: che il centrodestra non "prenda" Palazzo Madama è una possibilità direttamente proporzionale alla riuscita, in particolare, della Sinistra nell'eleggere senatori in alcune di quelle regioni. All'inverso di quanto propagandato sul «voto utile» dal loft veltroniano.
Ma per l'appunto questo sondaggio-tornante della campagna elettorale (dal punto di vista piddino) rappresenta altresì un paradosso per quella propaganda: perché, cercando di rendere irrilevante ciò che è decisivo nelle possibilità di arginare le destre e cioè il risultato della sinistra, apparentemente si vanifica proprio l'appello al voto utile. E però è solo apparenza, perché il meccanismo propagandistico è intatto, anzi vive un salto di qualità. Che sta tutto in quella frase di Veltroni a commento del sondaggio: «O governeremo noi...». Frase perfettamente infondata, dal momento che nemmeno il più veltroniano dei sondaggisti ha previsto uno svantaggio minore di 5 punti del Pd-coalizione rispetto al Pdl-coalizione, dunque nessuno nemmeno immagina una vittoria di Veltroni alla Camera. Eppure, è così che si rilancia il voto utile.
Lo spiegava in anticipo, ieri, l'illuminante editoriale del Corriere della Sera , a firma di Michele Salvati. Il quale affermava, in particolare: «La battaglia cruciale si gioca al centro: se il vantaggio del Pdl iniziasse seriamente a ridursi, la resistenza della sinistra tradizionale comincerebbe a cedere». Affermazione che appare anch'essa paradossale. E infatti lo è. Ma è il paradosso sul quale punta interamente la scommessa veltroniana. Argomentava Salvati: «La testimonianza della propria identità di forza antagonistica, la polemica contro i vicini più moderati, è a costo zero solo quando si è convinti che vincerebbe Berlusconi in ogni caso e non ci sarebbe "voto utile" che potrebbe rovesciare la situazione». Conclusione: «E' probabilmente un Veltroni diverso, più aggressivo, quello che vedremo in azione nei prossimi giorni. Sarà un bello scontro». De gustibus ...
Il punto è che il tipo di "aggressività" di cui parla Salvati si sta già sperimentando. Nemmeno un po' in termini di contenuti di «scontro» nei confronti del centrodestra, ché altrimenti sarebbe smentita proprio la convergenza politica «al centro». D'altronde, Salvati medesimo affermava in premessa che a questo punto della campagna elettorale proprio i «sondaggi sembrano dire» che «né Veltroni né Casini sono riusciti per ora a erodere sensibilmente il vantaggio del Pdl». Aggiungendo: «Né sembra che, sul lato sinistro, il Pd sia riuscito a intaccare la fortezza Arcobaleno». Ecco: fosse per caso questo il "problema", al loft ?
Tra i problemi ne resta, in ogni caso, un altro: dal momento che il Pd, pardon ... dal momento che nessun sondaggio dice che il Pd vincerà alla Camera, se invece il Pdl non controllerà il Senato - magari grazie al risultato della Sinistra - cosa intende fare Veltroni? Si impegna a chiedere il giorno stesso della proclamazione del risultato di tornare alle urne, con una legge migliore, in due mesi? Al massimo in sei, inclusi luglio agosto e settembre? Attendiamo risposta.


27/03/2008

Non credo che l’espressione “voto utile” possa venire utilizzata solo in relazione alla immediata -o meno- spendibilità del proprio voto per la formazione di un governo. Non mi piacciono gli slogan e mi annoiano le dietrologie come sport. Il problema di fondo è il sistema elettorale stesso, per non parlare della cultura italiana. Un dibattito politico dovrebbe essere fondato sulle proposte, centrato sui problemi. E invece vediamo che siamo agli antipodi. Guarda la farsa della par-condicio. Ecco, allora anche in questa situazione si può ammettere che esista la possibiità di utilizzare il proprio voto come investimento lungimirante, per far sì che venga introdotta in parlamento una forza portatrice di idee che si vogliono sostenere. Ovvio che una decisione simile trova senso specialmente contestualizzata in date circostanze, e cioè io credo che in questo momento votare V o B destini il Paese ad essere governato in modo piuttosto simile, e dalle solite persone che finora hanno fallito quasi su ogni fronte. Io voterò, secondo questa prospettiva, “Per il bene comune”, perché pur essendo S. Montanari un “troppo nuovo” della politica, e non dotato di doti comunicative sufficienti, è dotato di un programma semplice, chiaro e pragmatico. Dove non si produce distanza -per i soliti motivi strumentali- tra i princìpi ispiratori e i propositi di azione (trasparenti). Ma i miei dubbi restano, certo. Nel frattempo mi auguro che B possa tramontare definitivamente, perché V è -di poco- “meno peggio”. Beppe Grillo, oggi 10 aprile ha appena pubblicato un post intitolato proprio così, “Il meno peggio”, che pur colmo di fraintendimenti, slogan facili, semplicismi, contiene anche alcune verità. A forza di andare avanti col “meno peggio” l’Italia affonda. Certo che se la battaglia elettorale si fosse giocata attorno alle idee, avremmo avuto un 75% degli Italiani che non avrebbe capito un’acca dei problemi trattati, ma una esposizione su base paritaria dei vari candidati. Io trovo inconcepibile che si finisca a dare un minimo di spazio a roba anacronistica tipo quella propinata da Ferrando, ma non a “Per il bene comune”. I Verdi hanno abbondantemente deluso: passi il Pecoraro Scanio, ma a livello locale sono stati flebili quando non conniventi col potere; i risultati si vedono. Insomma siamo alle solite, rivoluzione culturale a quando? Da dove partire? Ognuno scelga e agisca, ma in fretta e in modo serio.