ELEZIONI " CHE FARE? "

La coscienza dei pirla”
Lettera aperta della Rete dei Comunisti
Le valutazioni che abbiamo diffuso in questi giorni sulle prospettive indicate dalla Federazione della Sinistra sullo scenario politico dei prossimi mesi, hanno suscitato reazioni opposte: consenso tra molte compagne e compagni che hanno in qualche modo metabolizzato la divaricazione tra loro e le esperienze delle forze che costituiscono la FdS; acrimonia e reazioni viscerali tra compagni non certo marginali del PRC che può essere ben sintetizzata con la categoria dei “pirla” rivolta dal compagno Ferrero verso i compagni che non condividono o non “comprendono” l’alleanza democratica indicata dalla FdS con il PD in funzione antiberlusconiana. Non solo. Abbiamo risentito in giro inefficaci ragionamenti del passato e una personalizzazione delle accuse che nega qualsiasi dimensione politica del confronto.

L’incidente di percorso dell’articolo sul Corriere della Sera e la conseguente smentita dei portavoce della Federazione della Sinistra su un possibile passaggio in carico di alcuni candidati della FdS in quota Ulivo, ha diradato un polverone  ma non ha affatto sciolto il nocciolo di fondo della questione: la sinistra anticapitalista ha un futuro e una funzione nel nostro paese se non riesce a immaginare il suo spazio politico in modo indipendente dall’alleanza – per forza di cose subalterna – con il Partito Democratico e la possibile coalizione antiberlusconiana?

Al contrario, i portavoce della FdS hanno confermato che la collocazione di questa esperienza sarà dentro l’alleanza con il PD e con tutte le forze disposte a sostituire il governo Berlusconi con un altro esecutivo. I portavoce della FdS hanno ripetutamente sostenuto che sarà solo un’alleanza elettorale e che non prevede una partecipazione all’eventuale nuovo governo. Per questo motivo i candidati della FdS si limiteranno a presentarsi per la Camera (dove la maggioranza al governo viene assicurata dal premio previsto dal Porcellum) e non al Senato dove potrebbero rivelarsi invece decisivi per sostenere o far cadere la maggioranza del nuovo governo.

A ben vedere dunque l’articolo del Corriere ha seminato un bel po’ di veleno e di ipotesi smentite dai suoi protagonisti, ma rimane tuttora difficile liquidare la vicenda come scenario del tutto fantasioso.

La realtà infatti manda segnali piuttosto chiari:

1)     La legge elettorale attuale consente di vincere le elezioni solo se ci sono due grandi coalizioni, una delle quali accede anche per un solo voto in più al premio di maggioranza. Se qualcuno vuole battere il blocco berlusconiano deve quindi coalizzarsi e raccogliere più voti. Lo spostamento a destra dell’asse politico del paese, fa si che questo venga ritenuto possibile solo “sottraendo voti” alla destra populista e trasferendoli al centro-destra moderato (Fini,Casini, Rutelli etc.) coalizzato con il centro-sinistra. E’ pensabile che questa operazione possa prevedere il simbolo della Federazione della Sinistra al fianco non solo del PD ma anche di partiti moderati e di destra? Se i portavoce della FdS si sentono e si dicono sicuri di questa possibilità buon per loro, ma il tasso di credibilità e praticabilità di questa ipotesi appare decisamente improbabile (oltre che – a nostro avviso -politicamente discutibile) anche tenendo conto della “tagliola” che sta preparando l’asse Vendola-Veltroni.

 

      2)     Il dispiegarsi concreto della crisi economica e l’accentuazione della lotta di classe dei gruppi dominanti contro i settori sociali subalterni     (lavoratori, precari, disoccupati, immigrati), continua a far saltare ogni tentativo di stabilizzazione del sistema da parte del blocco berlusconiano. La crisi e la rottura nella destra di governo, rivelano che dal punto di vista dei poteri forti Berlusconi è diventato “una tigre di carta” che va sostituita con una leadership più simile a Montezemolo che agli evasori fiscali della Padania, più obbediente al nascente governo europeo che alla pancia profonda dell’Italietta, più sintonizzato con le grandi banche che con i capitali extralegali. Berlusconi in questi anni è stato veramente la “variabile indipendente” che ha scombinato – in nome dei propri interessi personali e di un blocco sociale neo-borghese arretrato– il progetto di normalizzazione capitalistica del paese concepito nel 1992. Da questo punto di vista concentrare sulla caduta di Berlusconi tutto il conflitto sociale e la potenziale soggettività politica anticapitalista, significa dare una chiave di lettura parzialissima e arretrata della realtà e correre il rischio di “lavorare per il Re di Prussia” ripetendo ad libitum il vero errore fatto dalla sinistra negli ultimi 15 anni. Un errore che, ripetuto nel tempo, si è trasformato in deriva rovinosa per la sinistra non solo sul piano della rappresentanza istituzionale ma anche in relazione al tasso di autorevolezza politica nella società.

 

La Federazione della Sinistra sembra voler ripercorrere esattamente i passi e la logica che ha portato la sinistra alternativa di questo paese alla attuale crisi. E’ decisamente difficile affermare che i patti di desistenza, i rospi da ingoiare, l’Arcobaleno, il tatticismo elettorale, la cultura del meno peggio, la mediazione come presupposto e non come eventuale punto di arrivo di una battaglia, abbiano in questi anni evitato…. il peggio!Sono lì a certificarlo i sondaggi elettorali diffusi in questi giorni e che vedono i partiti della sinistra scomparire come opzione politica, ma soprattutto rendono evidente la difficoltà ad individuare una prospettiva politica che definisca una funzione reale e non residuale di una sinistra anticapitalista in questo paese.

L’insistenza con cui da quindici mesi la Rete dei Comunisti pone al centro del confronto - anche con la FdS - l’indipendenza politica e di classe come presupposto per un processo di ricomposizione e rappresentanza politica e sociale di una sinistra anticapitalista, non è una “pirlata” come ingenerosamente l’ha ritenuta il compagno Ferrero, ma è la proposta sulla quale abbiamo costruito sia il confronto con la Federazione della Sinistra sia il dibattito con le ormai numerose soggettività politiche e sociali che da questa si sono tenute alla larga o allontanate nel corso del tempo.

E’ un punto di vista e una concezione della politica che – come abbiamo affermato in numerose occasioni – comporta una rivoluzione culturale oltre che un atteggiamento attivo dentro il conflitto sociale, altrimenti lo scadenzario elettorale diventa l’unico orizzonte di sopravvivenza a tutto discapito della progettualità, dell’identità e di una visione complessiva del conflitto sociale in relazione alla crisi di sistema del capitalismo.

Rinnoviamo dunque l’invito al confronto già avanzato anche nei giorni scorsi con tutte le forze che si vanno dando come priorità la ricostruzione di una soggettività politica anticapitalista, inclusa - se realmente disponibile - la Federazione della Sinistra, rispetto a quella che abbiamo definito in questi anni la necessaria ed ora inderogabile costruzione della rappresentanza politica in questo paese dei lavoratori e dei settori sociali subalterni.

Un impegno ed un obiettivo da consolidare  non solo per decidere come affrontare le eventuali elezioni, a partire da quelle già indette in alcune grandi aree metropolitane nel prossimo anno, ma soprattutto per definire come affrontare la realtà immanente e le conseguenze antisociali della crisi.

20 settembre 2010

La Rete dei Comunisti

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Commenti

Ritratto di MarcoAlbeltaro

Risposta alla lettera aperta delle compagne e dei compagni della Rete dei Comunisti

di Paolo Ferrero

Pubblichiamo la lettera di risposta inviataci dal compagno Ferrero alla nostra  lettera aperta del 20 settembre “La coscienza dei pirla”

 

Care compagne e compagni della Rete dei Comunisti, ho visto la vostra lettera aperta e mi pare corretto rispondervi, sia per chiarire equivoci che per proseguire il dibattito.

 

1)     Penso di aver usato il termine pirla rispondendo ad un compagno su face book. Il carattere informale dei dialoghi su face book è tale che a volte utilizzo termini che normalmente si utilizzano in conversazioni private. Forse capita anche a voi e non mi pare corretto nè utile utilizzare i modi di una comunicazione informale ed immediata per spostarli su un altro piano, quello della comunicazione e della discussione politica. Ovviamente sta a voi decidere.

2)     Quello accaduto sul Corriere della Sera, con l’attribuzione ai dirigenti della Federazione della volontà di farsi eleggere nelle liste del PD non è un “incidente di percorso” come lo chiamate voi, ma una azione voluta di disinformazione, che non a caso, nonostante le smentite, è proseguita nei giorni successivi e prosegue tutt’ora. Forse sarebbe il caso di prendere atto che i poteri che puntano ad un ricambio morbido di Berlusconi, sostituendolo con Montezemolo o altri, in modo da poterne proseguire le politiche, sono esattamente quei poteri che puntano a screditare la Federazione della Sinistra con queste azioni di disinformazione.

3)     Dire che l’elezione di dirigenti della Fed all’interno del PD, nonostante le smentite “rimane tutt’ora difficile liquidare la vicenda come scenario del tutto fantasioso”, è semplicemente falso. Questa ipotesi non è mai esistita se non nelle calunnie del Corriere della sera e si tratta quindi di uno scenario del tutto fantasioso. Chi afferma il contrario contribuisce semplicemente all’azione di disinformazione.

4)     Com’è noto a tutti l’ipotesi che la possibile alleanza elettorale comprenda Fini e Casini semplicemente non esiste e non ha nessun senso logico. Se non si crede ai dirigenti della Federazione, basta guardare ai fatti: Fini e Casini a tutto sono interessati salvo che ad una alleanza con il centro sinistra. Sono interessati a costruire il centro o il centro destra, non mi pare ad altro.

5)     Definire Berlusconi una “tigre di carta” mi pare sbagliato. Mi pare che l’attacco che Berlusconi sta conducendo contro le classi sociali subalterne e la democrazia nel paese sia sotto gli occhi di tutti e non sia una illusione ottica. Berlusconi è tutt’ora un pericolo e ragionare come se Berlusconi non ci fosse più a mio parere è un grave errore. Sono d’accordo che il ciclo di Berlusconi volge al termine ma la lunghezza di questa fase terminale e i danni che può combinare Berlusconi nella medesima sono tutt’altro che di poco conto. Ad esempio, io penso che il problema principale oggi è quello di riorganizzare l’opposizione per cacciare Berlusconi e per questo ritengo assai importante la manifestazione del 16 ottobre convocata dalla Fiom.

6)     Fatta questa precisazione sono d’accordo che sia necessario concentrare l’attenzione non solo sulla caduta di Berlusconi ma anche su cosa viene dopo. Infatti la Federazione della Sinistra ha posto al centro della propria proposta politica la cacciata di Berlusconi, la difesa della Costituzione e la modifica della legge elettorale in senso proporzionale, senza fare alcun accordo di governo. Non si tratta di una articolazione di poco conto e proprio per questo la nostra proposta non è la riedizione del 1996 o del 2006. A me pare infatti evidente, che la possibilità che si è aperta riguarda la crisi del berlusconismo politico non certo la sconfitta del berlusconismo sociale. La possibilità che ci è data dalla eventuale crisi di governo, è delimitata. E’ quella di cacciare Berlusconi e nel contempo di modificare la legge elettorale in senso proporzionale ponendosi l’obiettivo di uscire dal quadro istituzionale della seconda repubblica. Il quadro istituzionale bipolare è infatti lo strumento attraverso cui le classi dirigenti hanno reso la politica impermeabile al conflitto sociale e hanno messo in difficoltà la sinistra anticapitalista che non a caso ha avuto tutte le sue scissioni attorno alla questione del governo e del rapporto con il PD. Il nostro obiettivo è quello di sconfiggere Berlusconi e di utilizzare questa congiuntura per costruire una legge elettorale maggiormente proporzionale. Questa modifica della legge elettorale permetterebbe con più facilità una riunificazione della sinistra di alternativa che a quel punto sarebbe con ogni evidenza una forza di opposizione.

7)     Come ho detto penso che noi ci troviamo di fronte alla crisi del berlusconismo politico ma in presenza di una fortissima offensiva del berlusconismo sociale, di cui Montezemolo e Marchionne sono i rappresentanti. Attraverso il fronte democratico si può sconfiggere il berlusconismo politico, non certo quello sociale che deve essere combattuto attraverso la costruzione di un blocco sociale di alternativa e di una sinistra di classe. La nostra proposta elettorale non rappresenta quindi la totalità della nostra linea politica ma semplicemente una sua articolazione per quanto importante. Il punto della costruzione di un movimento di massa contro il capitale, della unificazione della sinistra di alternativa si accompagnano alla proposta elettorale e non sono certo sussunti in questa. Da qui l’importanza del 16 ottobre e della necessità di consolidare quella manifestazione in una rete di relazioni stabili che proseguano il lavoro sul territorio e sui luoghi di lavoro.

8)     Per tutte queste ragioni ritengo che una sinistra autonoma strategicamente dal centro sinistra non si possa costruire al di fuori di una battaglia per la sconfitta del berlusconismo che rappresenta oggi una delle modalità concrete più pesanti con cui avviene l’attacco dell’avversario di classe. Il punto è fare la battaglia contro Berlusconi mantenendo la nostra autonomia. Guardando troppo a come noi immaginiamo il piano della borghesia si rischia di non vedere come concretamente la borghesia si muove.

Fatte queste considerazioni che mi paiono necessarie vi propongo di incontrarci per discutere direttamente su questi temi, al di fuori di banalizzazioni e caricature.

 

Roma, 22/09/2010

 

 

Un caro saluto.

Paolo Ferrero