Noi non abbiamo paura! L'intolleranza e l'omofobia crescono anche a Biella...
A seguito dell'articolo di Adriano Guala sulla "Zegna Baruffa" comparso oltre che su "La nuova Provincia" anche su questo sito ecco cosa può succedere a Biella se si disturbano i padroni del vapore...
da "La nuova Provincia di Biella" del 21 marzo 2009 di Walter Leotta
BIELLA(lva) «Questo è un cupio, bastardo e comunista. Se fossi in te lo metterei in cima alla lista dei primi da licenziare».
A essere insultato così pesantemente è stato Adriano Guala, personaggio
di spicco del movimento gay biellese, colpevole di aver pubblicato
sabato scorso sulle colonne di questo giornale un fondo in cui
denunciava, molto semplicemente e ancor più pacatamente, lo stato di
difficoltà in cui versa lo stabilimento in cui lavora, la Zegna Baruffa
di Vallemosso. Gli epiteti invece, contenuti in una mail, sono partiti
da un computer della redazione cittadina de "La Stampa", precisamente
dal terminale in uso alla giornalista Paola Guabello. Quasi certamente
la persona che ha spedito il messaggio invece di rispondere al suo
diretto interlocutore con il quale commentava i contenuti del fondo, ha
inviato la risposta a tutti i soggetti in elenco, compreso lo stesso
Guala. L'esponente gay comunque non è stato l'unico a essere insultato:
altrettanto colpevole per aver pubblicato il fondo ritenuto
giornalisticamente una "schifezza", nella stessa mail il nostro
direttore Massimo De Nuzzo, definito «un bastardo contro il quale
potresti vedere con l'avvocato se ci sono gli estremi per una querela».
L'episodio è stato denunciato ieri pomeriggio in un'apposita conferenza
stampa svoltasi nei locali della "Città di sotto" dallo stesso Guala
con a fianco il segretario di Rifondazione Roberto Pietrobon ed Enzo
Francone del Torino Pride.
Nell'esposizione dei fatti Guala si è detto preoccupato del clima di
avversione nei confronti del mondo gay: «Quello che è accaduto in
questi giorni è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi di
intolleranza. Spiace che in questo caso la protagonista appartenga a
una categoria, quella dei giornalisti, che dovrebbe mostrare maggiori
responsabilità e sensibilità. Mi accorgo che nonostante tutti gli
sforzi fatti in questi ultimi anni l'omofobia è ancora a livelli
preoccupanti. Davanti a queste cose non potevo rimanere zitto facendo
finta di nulla». Nel suo intervento Guala non ha voluto fare nomi, nè
quello della giornalista nè quello della testata per cui lavora, ma si
è limitato a raccontare la vicenda, iniziata mercoledì, lo stesso
giorno in cui sulla Nuova Provincia è stata pubblicata la sua lettera
aperta. «Quando ho letto la mail sono rimasto sconvolto per toni e
termini utilizzati. Ne è poi arrivata una seconda con la quale la
giornalista smentiva di avere materialmente scritto la lettera
affermando che il suo computer poteva essere stato utilizzato da altri:
non lavoro in un giornale e non so come funzioni il sistema ma dubito
che chiunque possa accedere alle singole postazioni». Per quanto
riguarda futuri sviluppi, sia Guala che Francone assicurano che «oggi
ci limitiamo alla denuncia pubblica ma certamente, una volta accertati
i fatti, procederemo per vie legali».
La conferenza stampa è stata chiusa dall'intervento di Roberto
Pietrobon, segretario di Rifondazione comunista, anch'egli amareggiato
ma soprattutto allarmato per la vicenda.
BIELLA(fme)Le parole offensive, inviate per errore ad Adriano Guala
sono partite da un indirizzo elettronico della redazione biellese de La
Stampa.
La conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata attraverso
una seconda mail scritta da Paola Guabello nella quale la giornalista
ha affermato di non essere stata l'autrice materiale del messaggio, in
quanto la postazione poteva essere stata utilizzata da altri.
Ovviamente abbiamo raggiunto telefonicamente il responsabile delle
pagine locali del quotidiano che, come previsto, ha preferito non
aggiungere altre parole sulla vicenda. «Immagino il motivo della
chiamata - ha risposto il direttore Daniele Cabras anch'egli presente
alla conferenza stampa di ieri pomeriggio nei locali della Città di
sotto - ma al momento non ho nessun commento da fare. Grazie». La mail
ingiuriosa, quella in cui Guala viene definito "cupio, bastardo,
comunista", "da licenziare" e il direttore della Nuova Provincia,
Massimo De Nuzzo, "bastardo", sembra essere inserita in un colloquio
informatico con qualcuno vicino all'industria tessile presso la quale
Guala è impiegato. A parte la smentita secca dell'azienda (vedasi
l'articolo a fianco), nella conferenza stampa lo stesso Guala ha
confermato come i suoi rapporti all'interno della ditta siano
improntati da anni alla massima correttezza senza che mai si fossero
verificati particolari problemi.
biella(lva)«Nessuna mail è mai giunta in Zegna Baruffa. La Zegna
Baruffa non c'entra assolutamente nulla e in ogni caso mi dissocio
totalmente dai contenuti della stessa». Così Alfredo Botto Poala
smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento della società nella
vicenda che ha interessato Adriano Guala, dipendente dell'azienda di
Vallemosso. Per quanto riguarda le problematiche lavorative sollevate
da Guala, la parola passa all'amministratore delegato Paolo Todisco.
«Innanzitutto voglio dire che si è trattato di una lettera dai toni
garbati in cui Guala riconosce gli sforzi fatti dalla proprietà per la
salvaguardia di un importante patrimonio industriale e umano ma su
alcuni punti non sono d'accordo. La cassa integrazione interessa circa
180 persone su 620 impiegate nello stabilimento di Borgosesia e 60 su
180 a Vallemosso: non è corretto quindi parlare di un interessamento
quasi totale verso la Valsesia a discapito del Biellese. La situazione
è stata esaminata lunedì in un incontro con rsu e sindacati, convocato
sin da gennaio, nel corso del quale tutti, ognuno nel rispetto del
proprio ruolo,hanno mantenuto un atteggiamento costruttivo».
biella(lva)«Se questa vicenda fosse solo grottesca potremmo
semplicemente farci una risata sopra, tra mail arrivate per sbaglio,
tipo le lettere di Giulietta e Romeo...Purtroppo qui ci vanno di mezzo
la più rozza omofobia, l'ipocrisia e l'incoerenza di chi usa diversi
linguaggi in base su cosa o a chi scrive, per non parlare del problema
del licenziamento...». Così Vladimir Luxuria commenta l'episodio di cui
è stato vittima Adriano Gaula. «Conosco personalmente Adriano -
continua - la sua umanità, il suo coraggio e la sua coerenza, la sua
moralità, la sua generosità, il dare dare dare senza preoccuparsi di
ricevere qualcosa in cambio in tutti i settori in cui ha operato. Ci
siamo conosciuti per un dibattito a Biella sui diritti civili e allo
scorso Pride, primo nella provincia italiana, una grande sfida, un
grande successo. Esprimo non solidarietà ma affetto e vicinanza a una
bella persona, so che queste volgarità non lo piegheranno. Mi auguro
che nessuno lo discrimini sul lavoro per il suo orientamento sessuale,
che non si lasci accecare dal pregiudizio ma si faccia guidare dalla
luce di chi le persone le giudicano per ciò che fanno e non per ciò che
sono».
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Commenti
Anonimo (non verificato)
Ven, 03/04/2009 - 23:19
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complimenti a De Nuzzo e
Aldo (non verificato)
Sab, 04/04/2009 - 09:29
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