Vicenza non si arrende! Occupato il Dal Molin!
In trecento hanno recintato una porzione della base
Blitz a Vicenza, occupato
l'aeroporto Dal Molin
Checchino Antonini
Ruspe se ne vedono ancora poche al Dal Molin ma
ieri mattina una trentina di operai stavano delimitando l'area del
cantiere quando almeno 300 vicentini hanno sorpreso la guardia (una
gazzella dei carabinieri e un'auto-civetta della digos) ed hanno
occupato una porzione di aeroporto, sul lato est. Gli operai,
forza-lavoro delle cooperative "rosse" che si sono
aggiudicate l'appalto da 325 milioni di dollari, saltano sui furgoni
e vengono portati via. Sono più o meno le dieci di un sabato
invernale. L'ennesimo, da più di due anni di mobilitazione contro la
nuova base Usa che la stragrande maggioranza della popolazione non
vuole. I manifestanti, che arrivano dal tendone del presidio
permanente, una delle anime della protesta, recintano la porzione su
cui intendono accamparsi a oltranza. E, dall'altra parte, tagliano la
recinzione che dà sullo stradone di S. Agostino per far entrare i
cittadini. Per un'ora fila tutto liscio. Una decina di "nobase"
salgono sul tetto di uno degli hangar. Poi arriva la polizia in
assetto antisommossa. La polizia taglia la recinzione issata poco
prima dai manifestanti ma, intanto, si apre una trattativa. Le
agenzie battono la notizia che la questura ha chiesto rinforzi e che
sta arrivando la celere da Padova e da Bologna. Imprevedibile,
l'intervento di Mario Martello e di Giovanni Giuliari evita l'assalto
dei robocop sulla piccola folla pacifica. Martello è il liquidatore
della società mista (70% camera di commercio e il resto del comune e
di altri) che gestiva l'aeroporto civile, sfrattato dall'arrivo degli
americani (il governo ha promesso, finora senza seguito, di
riaprirlo). Giuliari è l'assessore alla Pace della giunta di
centrosinistra. I due prendono contatto con l'Enac, l'ente titolare
di quella fetta di aeroporto. L'ente per l'aviazione civile si
dichiara disinteressato allo sgombero dei cittadini dalla sua area.
La gente fa festa alla vista delle guardie che si ritirano. A chi li
vede da vicino sembra di cogliere sguardi contrariati dietro le
visiere mentre si disfano delle imbottiture per il corpo a corpo.
Achille Variati - democristiano per bene divenuto sindaco Pd proprio
credendo nel no alla base - arriva nel pomeriggio all'aeroporto
occupato. Tra gli altri trova Cinzia Bottene, una consigliera della
sua maggioranza, eletta con una lista espressamente No Dal Molin che
ha preso il 5% alle elezioni di primavera. Variati teme che sulla
città si facciano di nuovo «scelte sbrigative e superficiali come
quelle che hanno liquidato come minoritarie o Nimby le lotte dei
cittadini e dei comitati contro la base». Il timore di Palazzo
Trissino, senza mezzi termini, è che la stessa superficialità venga
applicata nelle decisioni di sgombero dell'area. Si congratula per la
selta saggia di Martello e chiede «Nessuno si assuma la
responsabilità di portare le tensioni oltre il punto di non
ritorno». Ma il questore in carica, da mesi, ha dato un biglietto da
visita diverso da quello del dialogante collega Rotondi che l'ha
preceduto (c'era anche un altro governo). Da quando s'è insediato
non sono mancati scontri, feriti, cariche e denunce: le ultime il 6
settembre per lo sgombero di una torretta di avvistamento (quatro
tubi e un paio di palanche) issata «abusivamente» a ridosso della
rete dell'aeroporto per spiare l'arrivo di eventuali ruspe. Poche ore
prima, l'ennesimo incontro con il supercommissario bipartizan Costa:
missionario delle grandi opere sia in qualità di sindaco ulivista di
Venezia, che di componente del governo di centrosinistra o di
commissario buono per qualsiasi schieramento. E' lui a gelare chi
spera in Obama: ha confermato il ministro della difesa di Bush, lo
stesso con cui sono stati sottoscritti gli accordi. L'incontro con
Costa doveva servire a Variati per esporgli l'insoddisfazione per le
mancate risposte del governo alle preoccupazioni tutt'altro che
ideologiche dei vicentini. Preoccupazioni ambientali e urbanistiche,
oltre che di natura etica. In città esiste una multiforme cultura
pacifista e perfino il Giornale di Vicenza (organo ufficiale del Sì
Dal Molin) ha dovuto registrare un sondaggio in cui il 74% dei quasi
58mila partecipanti hanno confermato il no alla devastante grande
opera. Ma anche quest'ultimo abboccamento è stato una farsa.
L'impressione è che si voglia chiudere in fretta - e male - la
partita. La richiesta di una seria valutazione di impatto ambientale
non ha mai ricevuto risposte. Costa s'è limitato a consigliare di
riscrivere al governo. Anche sulla "compensazione" -
concetto «coloniale» che Variati rigetta - a nessuno sfugge che la
tangenziale nord (peraltro mai finanziata) sia solo utile a rendere
funzionale la base. Costa tanto e, come la base, è pericolosa per la
falda e l'ambiente.
In serata, 400 persone in assemblea al Dal
Molin occupato, decidono che si dorme lì. E che si vigila. A
oltranza. «Il Governo, nella persona del commissario Costa, vorrebbe
impedire che venga svolta la Valutazione di Impatto Ambientale.
Allora la faremo noi, autogestita, a partire da questo spazio che
abbiamo liberato». Oggi si svolgerà la prima assemblea tecnica
pubblica e gli esperti che sostengono il Presidio Permanente
illustreranno lo stato dei lavori. E oggi verrà riaperto il parco
della pace, la zona in cui, nel settembre 2007, i No Dal Molin
piantarono 150 alberelli. Lunedì sera una fiaccolata partirà da
Porta S. Bortolo alle 20.30 e arriverà agli hangar dei No Dal Molin.
da Liberazione, 1.02.09
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Commenti
Fino alla vittoria! (non verificato)
Dom, 01/02/2009 - 20:07
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Sostegno
Anonimo (non verificato)
Mar, 03/02/2009 - 16:29
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NO ALLO SBARRAMENTO DEL 4%!