La fascistizzazione della cultura a Biella.
La minoranza torna all’attacco della giunta Gentile. E dopo il caso che ha visto nel mirino il comandante della polizia municipale, ora tocca alla cultura. Dove ancora una volta l’opposizione lamenta sprechi. L’attacco arriva con 4 interrogazioni che hanno per oggetto la compagnia «Teatro del Sangro», di Pescara. Ad essa, l’amministrazione biellese avrebbe messo a disposizione 70 mila euro per pagare spettacoli e manifestazioni. Oltre a un progetto teatrale chiamato «Controscene 2010». Il tutto con motivazioni «poco chiare», che lasciano intendere un «rapporto privilegiato» con quella compagnia a scapito di quelle locali.
«Perché – chiedono Diego Presa e Roberto Pietrobon illustrando le interrogazioni in una conferenza stampa – è stata scelta proprio l’associazione Teatro del Sangro per un numero così rilevante di manifestazioni, e con quali criteri? E perché una cifra così consistente non è stata investita per dare un’occasione anche alle compagnie teatrali locali? La giunta nega i contributi alla cultura biellese, dicendo che non ha soldi, ma poi li trova per eventi scelti arbitrariamente».
Una delle obiezioni della minoranza riguarda la mancanza di confronto sulle scelte strategiche. «Nonostante le rassicurazioni del presidente del consiglio Silvano Rey – spiega il consigliere Benito Possemato, di I love Biella – finora non è mai stata convocata la commissione cultura».
Il progetto «Controscene 2010» è stato proposto al Comune lo scorso ottobre dal Teatro del Sangro. E la decisione di finanziarlo con 35 mila euro risale a dicembre. Si tratta di un premio teatrale nazionale rivolto ai giovani, «per diffondere una produzione non conformista – si legge nella delibera 614 con cui il Comune finanzia il progetto – dove le compagnie dovranno confrontarsi con due autori di fama internazionale come Luigi Pirandello e Yukio Mishima».
Secondo la minoranza sarebbe un’operazione di «egemonia culturale, con un concorso limitato a due autori, uno dei quali fortemente ideologico. Lo si dice anche nella delibera: la cultura non conformista si richiama a un filone che va dall’estrema destra alla destra sociale di Rauti. In questo modo l’identità locale soccombe davanti a un’operazione di stampo politico».
Alla giunta i consiglieri di opposizione chiedono anche perché gli incarichi più rilevanti nella partita della cultura siano stati affidati all’assessore Andrea Delmastro e non a Massimo Gaggino, che ha la delega alle manifestazioni. Tra gli eventi che già hanno portato a Biella la compagnia del Sangro, lo spettacolo «Borgo medievale e presepe medievale», lo scorso Natale. «Sono stati spesi – dice Presa – 12 mila euro senza consultare nessuno e favorendo un’associazione che evidentemente ha un rapporto fiduciario con la giunta. E per di più per uno spettacolo a cui hanno assistito 50 persone. Con gli stessi soldi si può organizzare un concerto di Paola Turci, Caparezza o Giuliano Palma»
da "La Stampa" del 12 febbraio 2010 di Samuel Moretti
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La Destra mente e il Comune di Biella fa propaganda.
Leggiamo la risposta al nostro comunicato (che rammentava ai distratti l’esistenza del reato di apologia del fascismo) che Maurizio Delsignore, segretario della Destra, ha pubblicato sui giornali locali. Le sue parole ci lasciano stupefatti per due ragioni: la prima è che provengano da lui che nelle nostre poche righe non veniva nemmeno citato: probabilmente il PDL biellese lo ha delegato a rispondere su argomenti dei quali è esperto come, ad esempio, il fascismo. Ne prendiamo atto. Il secondo è che egli mente allorquando afferma che i militanti di Rifondazione avrebbero fatto un’incursione durante un’iniziativa della Destra nel 2008 e che avrebbero insultato il relatore. Ciò è semplicemente falso e, quindi, non merita commenti: non vi fu nessuna incursione e nessun insulto.
Mentre leggiamo le parole di Delsignore apprendiamo anche che il Comune di Biella per celebrare degnamente il Giorno del Ricordo non ha trovato nulla di meglio che invitare tale Marco Cimmino a fare una conferenza sulle foibe. Cimmino pare sia un giornalista che si diletta di storia, non dunque uno storico. Egli è, tra l’altro, smaccatamente di destra e notoriamente revisionista.
L’impiego politico della Giornata del Ricordo (ennesima, inutile celebrazione in salsa qualunquista e mediatica) è cosa vecchia. La sua stessa istituzione venne proposta per compensare la presenza di troppe ricorrenze «di sinistra».
Delle foibe è giusto parlare, ma non certo affidandosi ad un giornalista noto per il suo anticomunismo viscerale e per la disinvoltura con cui piega la storia alle esigenze politiche della sua parte. Sarebbe stato meglio invitare uno storico professionista che avrebbe potuto raccontare come gli italiani uccisi nelle foibe dalla Jugoslavia di Tito siano stati la cruenta reazione a decenni di violenze italiane come ad esempio l'incendio del Narodni Dom di Trieste (1920), la strage di Strunjan-Strugnano, del 1921, quando i fascisti, tra Isola e Pirano, spararono da un treno in corsa su di un gruppo di bambini intenti a giocare, uccidendone due e ferendone gravemente altri cinque. O come l'allontanamento forzato dagli uffici pubblici italiani di tutti i dipendenti di etnia slovena e croata in virtù delle leggi speciali per la difesa dello Stato del 1926.
Poi vi furono le deportazioni di massa di civili nei campi fascisti di Rab-Arbe in Dalmazia o di Gonars, nella pianura friulana; e gli 11.606 internati croati e sloveni, tra cui moltissime donne e bambini, morti nei lager italiani tra il 1941 e il 1943. Queste sono soltanto alcune della ferite inferte da noi italiani alle popolazioni di quelle aree. Le foibe furono una cruenta reazione alla nostra violenza. Alla violenza di quegli italiani che non furono affatto «brava gente» e che seppero comportarsi da spietati aguzzini in non poche occasioni. Chissà se Cimmino lo ricorderà nella sua lezioncina? O forse dirà, come sempre, che sono stati quegli sporchi comunisti?
Ciò che più irrita è che queste operazioni politiche vengano patrocinate da un’istituzione pubblica che invece dovrebbe promuovere la conoscenza storica e non il chiacchericcio revisionista.
Marco Albeltaro
Segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista
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Commenti
Anonimo (non verificato)
Mar, 16/02/2010 - 12:47
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Cossato toglie il
stella rossa (non verificato)
Mer, 03/03/2010 - 14:08
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Vale e Umbe assolti subito!
Marco Cimmino (non verificato)
Gio, 04/03/2010 - 14:43
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alla faccia dell'informazione!
MarcoAlbeltaro
Dom, 07/03/2010 - 15:03
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Come vede abbiamo pubblicato
Anonimo (non verificato)
Mer, 10/03/2010 - 13:15
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scusate,ma invece di
Anonimo (non verificato)
Lun, 08/03/2010 - 19:58
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Comunicato stampa La politica