VETO SUI COMUNISTI DOPO UNA TELEFONATA DI VENDOLA A BERSANI
Pubblichiamo l’articolo che parla di questo veto di Vendola sui comunisti e un commento di controlacrisi.org, in fondo un commento mio personale, che sarà comunque al centro della discussione al prossimo congresso del PRC.
Nell’articolo qui sotto riportato e scritto da Antonio Calitri per Italia Oggi, si ragiona, mancando evidentemente di numerosi elementi – ivi compresa l’esistenza della Federazione della Sinistra che comprende Prc, PdCI e non solo – di un giro di telefonate e di comunicazioni che sembra appartenere ai più vetusti schemi della politica politicante. E, con una frecciata al veleno che ha più di un bersaglio, si insinua l’idea che il presidente della Regione Puglia nonché leader di Sinistra Ecologia e Libertà avrebbe posto un veto al segretario del Pd Bersani: “se l’alleanza comprende anche Prc e PdCI, salta l’accordo stipulato a Vasto insieme all’Italia dei Valori”. Secondo l’autore dell’articolo il colloquio fra i leader di Sel e Pd sarebbe stato molto “infuocato”, tanto da rimettere in ballo – perché era stata rimossa? – la candidatura di Vendola ad eventuali primarie del centro sinistra. La ragione? Evitare a Sel qualsiasi competitor alla propria sinistra in parlamento. Vogliamo credere e sperare che tale indiscrezione corrisponda a tipica leggenda metropolitana, magari fatta circolare ad arte, vogliamo sperare che dentro Sel in questo momento, come in ogni altra forza della sinistra, non si stia ragionando di sigle e di posizionamenti ma della costruzione di una alternativa per uscire veramente dalla crisi. Di contenuti più che di contenitori. Ci va di pensare che gli elementi che vedono le forze della FdS impegnata a contribuire alla cacciata del peggior governo della storia repubblicana, siano per tutti molto più importanti del numero di posti che ipoteticamente si potrebbero avere in parlamento, che prevalga insomma la politica, quella che è capace, se prende parola, di modificare anche il corso della storia. C’è da credere che porre barriere a sinistra per andare verso un altro governo, come primo passo necessario per ristabilire almeno regole di democrazia, non possa appartenere a chi, avendo compiuto una rilettura estremamente critica della storia novecentesca, rifugge giustamente da simili conventio ad exludendum. Certo finora di segnali di interesse e di interlocuzione positiva fra Sel e FdS non ce ne sono stati molti, ma laddove nei territori si sono realizzati questi hanno portato ad un potenziamento dell’intera sinistra che si è vista maggiormente rappresentata, inserita in un percorso difficile ma con grandi potenzialità, capace di divenire attrattivo ed efficace nelle proposte. Ci sembra di ricordare che fra le forze politiche ad esempio solo Sel e FdS parlino apertamente di patrimoniale, di lotta alla precarietà, di difesa dei diritti dei lavoratori dall’attacco confindustriale, di taglio alle spese militari, di salvaguardia del welfare e di importanza della scuola e dell’università pubblica. Quindi un qualsiasi simpatizzante di sinistra dovrebbe concludere che l’articolo di Italia Oggi sia il classico fumo negli occhi per indebolire alleanze a sinistra e spostare il dibattito verso il centro, laddove maggiorenti rottamabili e rottamatori del Pd vorrebbero portarlo. E riesce difficile anche credere alle dichiarazioni – a proposito di rottamabili evocati – di Massimo D’Alema, che già per fatta una santa alleanza fra il liberismo clericale dell’Udc e la “sinistra del ventunesimo secolo di Sel”, con contorno di IdV il cui orientamento sembra muoversi in acque sempre più limacciose. Se così è, se davvero in Sel prevale questo settarismo miope e inutile, nocivo allo stesso progetto politico di Sel, significa che la crisi della politica, anche a sinistra, non ha ancora raggiunto il suo punto più basso.
Vendola fa il geloso e pone veto ai comunisti. A rischio il patto di non belligeranza con Idv e Bersani
di Antonio Calitri (Italia Oggi del 4 novembre 2011)
Oliviero Diliberto prova ad avvicinarsi al Partito democratico, offrendo un patto di responsabilità senza se e senza ma. Ma trova il veto di Nichi Vendola che lo respinge fuori dell'alleanza Pd, Sel, Idv, così da poter ergersi a rappresentante di tutta quell'area che sta a sinistra di Pier Luigi Bersani e non dividere l'eventuale premio di maggioranza con altri.
I nuovi problemi intorno alla possibile alleanza elettorale continuano a spuntare come funghi sulla strada del segretario del Partito democratico. Bersani da un lato affronta l'ipotesi di un possibile governo tecnico e respinge le insidie lanciategli da Matteo Renzi lo scorso week-end, dall'altro lavora per consolidare il nocciolo duro della nuova alleanza elettorale. Strizza agli unici di cui si può fidare perché consapevoli che senza di lui rischierebbero di essere emarginati: Italia dei valori e Sinistra ecologia e libertà. Nel week end appena trascorso, a Rimini si è svolto il congresso dei comunisti italiani; una scelta non troppo fortunata vista la concomitanza con la Leopolda fiorentina e la riunione dei giovani del Sud del Partito democratico a Napoli. Nonostante la concomitanza di manifestazioni, l'evento è riuscito a ottenere un po' di spazio su stampa e tv anche grazie alla partecipazione e alle dichiarazioni «partigiane» del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Attenzione mediatica dedicata alle critiche per la partecipazione del magistrato, ma comunque vitale la piccola formazione dei comunisti italiani. Il messaggio più importante del congresso, comunque, è stato quello della richiesta di apparentamento con il Pd e l'ingresso nella nuova coalizione elettorale in cambio della garanzia di fedeltà al programma e alla maggioranza di centrosinistra. Una proposta che non farebbe una piega. Dopo la traversata nel deserto di questi anni di vita politica extraparlamentare, di sacrifici e visibilità ridotta al lumicino, Diliberto pur di portare i comunisti di nuovo in parlamento e di battere Silvio Berlusconi (se si dovesse ripresentare) e il berlusconismo, manda a dire a Bersani che, negoziando un accordo su tre punti come lavoro, scuola pubblica e fisco, garantisce «appoggio al governo per cinque anni», «non si discute». Partendo da quel 2,7%, conquistato dalla federazione della sinistra insieme con rifondazione comunista di Paolo Ferrero, delle ultime elezioni amministrative (piuttosto che dai più recenti sondaggi) Diliberto fa notare che senza apparentamento resterebbero fuori dal Parlamento, con l'apparentamento al Pd conquisterebbero 21 parlamentari, 10 dei quali per i comunisti italiani. Un discorso che non farebbe una piega (anche se il segretario di rifondazione non ne è convinto) e che Bersani, nonostante il caos di questi giorni sta prendendo in considerazione. Cosa della quale è venuto a conoscenza anche il governatore pugliese, che ha posto subito il veto al segretario del Pd. E così ha puntato l'indice contro il suo arcinemico Ferrero e spiegato a Bersani (sembra in una telefonata molto accesa) che, in caso di apertura a sinistra, salterebbero tutti gli accordi stretti tra i due, compreso quello di Vasto e anche l'eventuale rinuncia a partecipare alle primarie. Tutto perché adesso l'obiettivo di Vendola è quello di ottenere il copyright su tutta l'area che sta a sinistra del Pd.
Le elezioni del Molise hanno messo in evidenza quanto siano falsi e pilotati i sondaggi. Nello specifico quello riguardante la FDS e SEL. Il grande exploit di SEL che doveva raggiungere il 9% e la nostra quasi scomparsa, a urne chiuse si è dimostrata una bufala, il nostro elettorato c’è e ci porta alla pari di SEL. Nelle elezioni del Molise eravamo in coalizione con il centrosinistra e quindi nessuno ha potuto giocare la carta del voto utile. Oggi apprendo da note giornalistiche che Vendola avrebbe posto il veto a una nostra presenza in una futura coalizione elettorale, questo dopo che il congresso del PdCI aveva deliberato una possibile ricerca di unità sul programma. Vendola e SEL se vogliono sopravvivere e decollare devono fare in modo che la sinistra comunista sparisca. Non mi meraviglio di queste posizioni, anche se oggettivamente fanno male, compagni che hanno lavorato insieme fino a ieri, che hanno diretto il PRC, che oggi ti pugnalano alle spalle, non per sconfiggere le destre ma per una propria posizione di potere, non è facile da digerire. Questo comunque si era già evidenziato con la scomparsa dal fronte notav e con le privatizzazioni che Fassino sta portando avanti a Torino. Questa politica da salotto a me non piace, è quella che vorrei cambiare, la nostra presenza nei governi ha dimostrato quanto sia ininfluente nel cambiare lo stato delle cose, governare il capitalismo non è il compito dei comunisti, dialogare con il nemico non porta nessun vantaggio al 99% della popolazione che soffre. Occorre essere antagonisti e alternativi, che governi Vendola o Berlusconi non fa differenza, hanno lo stesso obiettivo, la loro sopravvivenza personale, il gusto del potere, i salotti buoni. Occorre un programma alternativo e condiviso con il 99% e su quello costruire una possibile partecipazione elettorale e se questo non fosse possibile non bisogna avere paura delle piazze, dalle piazze a volte si ottiene di più che non con la connivenza col capitale. Lasciamo questi nuovi lacchè al loro misero destino di servi dei padroni. Valter Clemente
Default:
Dove:
- Blog di valter clemente
- Accedi per lasciare commenti
Commenti
Anonimo (non verificato)
Ven, 04/11/2011 - 22:00
Collegamento permanente
Valter,vivere di sogni non
Valter,vivere di sogni non porta da nessuna parte,soprattutto se i sogni sono di cento anni fa,il capitalismo ed i padroni sono ancora vincenti (nonostante gli scricchiolii)
Dovresti spiegarmi come si fa a cambiare lo stato delle cose a meno che tu non voglia fare la rivoluzione da solo!
L'unica strada per cambiare è cercare di governare in maniera diversa la società,quindi bisogna partecipare non parlare al vento.Prova a chiederti quanti sono disposti a seguire le tue tesi,quanti pensano che Vendola e Berlusconi non siano differenti.
Mi vengono in menti episodi di trent'anni fa,quando certi manganellatori autonomi andavano ai cortei del primo maggio per menare e chi ci rimetteva erano gli operai...ricordi Valter?
Suvvia scendi sulla terra e non fantasticare dai....
Vladimiro
valter clemente
Ven, 04/11/2011 - 23:16
Collegamento permanente
amo sogno e non ho paura
amo sogno e non ho paura
Anonimo (non verificato)
Sab, 05/11/2011 - 21:41
Collegamento permanente
eheheheh.... ti esprimi come
eheheheh.... ti esprimi come il buon Pietrobon esponente di SEL, allora ti piace provocare uhuhuh
Vladimiro