Fermiamo la distruzione della scuola pubblica!
Ecco che avanzano “i tuttologi”. Con passo certo e disciplina, senza confronto con alcuno, entrano nella scuola. Dopo aver invaso la televisione, per decreto saranno incarnati nel maestro unico.
Alle complessità della società contemporanea (complessità delle conoscenze, dell’informazione e delle forme di comunicazione) il governo risponde con la semplificazione: dall’anno prossimo una sola persona dovrà, per i 5 anni delle elementari, insegnare italiano, storia e geografia, educazione civica e educazione fisica, matematica e scienze…
Si fa strada un surrogato famigliare, una/un vice mamma e/o papà. Di fronte alle difficoltà della famiglia, sempre più inadeguata, perché intenta solo a lavorare e lavorare per arrivare alla fine del mese o per provare ad arricchirsi, si intende affiancare “una figura di riferimento educativo per i bambini”… Così ci viene ideologicamente presentato: un trucco un po’ volgare per non dire che bisogna tagliare il personale, e ancora risparmiare, per pareggiare il bilancio dello Stato entro il 2011 (la stessa politica economica, da partita doppia, di Padoa Schioppa!).
Decine di migliaia di insegnanti saranno espulsi dalla scuola e andranno ad accrescere l’esercito dei precari con le supplenze temporanee o le vendite telefoniche. Ma, soprattutto, si compierà una riduzione della qualità del servizio formativo e educativo della scuola. Insegnante unico nelle elementari, riduzione degli insegnati di sostegno ovunque, aumento degli studenti per classe in tutti gli ordini, completamenti cattedra oltre le 18 ore settimanali nelle scuole superiori renderanno ancor più difficile il lavoro dell’insegnate e più bassa la qualità.
E’ evidente che chiunque può governare la scuola! E’ come per il calcio tutti ne parlano perché tutti sono allenatori o giocatori, …e il nostro ministro, avvocato, è consigliato da “ispettori” che da decenni non insegnano, che non sanno nulla dei bambini, degli adolescenti, degli studenti, se non quello che appare su You Tube, cioè niente!
Invece si fanno strada altri trucchi dell’ideologia disciplinata: i grembiulini e la reintroduzione del voto di condotta. Chi sta nella scuola sa che sono sciocchezza vuote e inutili: è molto, molto improbabile trovare uno studente con un buon rendimento scolastico che meriti sette in condotta, insomma, uno studente è “normalmente” respinto con i soli voti relativi al profitto, nient’altro! Ma è questo che deve fare la scuola: separare “i buoni dai cattivi” o dare a tutti le occasioni necessarie, ancor di più a chi è svantaggiato? svolgere un ruolo di esclusione o di inclusione? ma davvero il problema della scuola è il bullismo o questo è un problema della società, più evidente a scuola perché qui ci sono i giovani? …e la cultura dominante, quella degli adulti, che esempio da?Il voto di condotta diventa una delle sciocche illusioni di chi alla complessità dei problemi risponde con la semplificazione. Come può un percorso esclusivamente legato ai comportamenti personali supplire alla carenza dei processi formativi alla quale ci costringe una scuola votata al risparmio, che non investe ma taglia? Come si può credere che ci siano questioni “disciplinari” separate dalla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento? Sono solo trucchi per nascondere dietro ad una puzzolente cortina fumogena la pochezza culturale e i mancati investimenti sulla qualità delle strutture, sulla formazione degli insegnanti e sulla didattica.
Per affrontare seriamente questi temi ci vogliono sensibilità culturale, volontà politica, investimenti e progettazione condivisa. Nulla di ciò è all’orizzonte …e allora, che fare?
Bisogna ostacolare questo processo.
Fondamentale è il ruolo degli studenti. Senza l’intervento degli studenti la scuola non cambia e non migliora. Dal ’68 a oggi in tutto il mondo la scuola e l’Università ricevono sollecitazioni dalla capacità del movimento degli studenti di reagire, ostacolare le controriforme e fare proposte alternative: questo è ciò che necessita. Ci si può limitare a gettare sabbia negli ingranaggi rendendo difficile l’applicazione di nuove regole e norme, si può fare, ma ancor più utile sarebbe costruire piattaforme, anche parziali: d’istituto, di distretto o provinciali, capaci di segnare un avanzamento dei diritti degli studenti e un miglioramento della qualità del lavoro didattico e formativo.
Nel breve periodo, significa mettere in moto autonome forme di protesta e di lotta, azioni comuni che costringano il sindacato, che appare sempre più solo una agenzia di servizi, ad agire, oltre la logica perversa dei governi “amici” o “nemici”. Se i genitori degli studenti collaboreranno con noi per smascherare il disegno truffaldino di questo ministro potremmo far sentire il dissenso e costruire proposte utili per dare spazio alla scuola che serve nel tempo presente.
Nel lungo periodo, dobbiamo lavorare per contribuire ad educare al pensiero libero, quello che domanda, che non si accontenta, al pensiero che non accetta imposizioni, che agisce e reagisce, che si fa pensiero critico, e perché no, ribelle. Ma questo è il nostro lavoro!
marco sansoé
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Commenti
Anonimo (non verificato)
Ven, 05/09/2008 - 11:03
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Fermiamo l' avanzata
Anonimo (non verificato)
Sab, 13/09/2008 - 08:44
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Sta lentamente tornando la
andres
Gio, 09/10/2008 - 11:56
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La violenza attorno a noi
Ciao Marco,
a Biella alcuni dei problemi che ci sono in altri posti (come per es. dove vivo io, a Milton Keynes) sono meno vissuti.
Proprio ieri sera, parlando con degli amici a cena, mi stavano raccontando come hanno paura di passare dai sottopassaggi se vedono gruppi di ragazzini. O di come una ragazzina ha reagito in modo piu' che violento quando una mia amica le ha fatto notare che poteva evitare di buttare della roba per terra con il cestino appena di fianco.
Ogni giorno vediamo e viviamo violenza e aggressivita', a tutti i livelli di eta'.
Cosa fare, per evitare che Biella e altre citta' come Biella degradino? Come recuperare le realta' che sono gia' degradate?
Concordo che difficilmente si vedono studenti che siano violenti e aggressivi e abbiano buoni voti allo stesso tempo. Ma ci sono.
Di sicuro penso che sia importante che nelle scuole siano usati gli strumenti che gia' ci sono. E che spesso non vengono usati abbastanza.
Altri strumenti possono essere introdotti. Per es. "misure alternative" come "punizioni culturali", non diversamente da come si dice che facesse il Che. Sei uno studente violento? Ti leggi la biografia di Gandhi e la commenti in classe. Oppure porti la colazione per tre giorni alla persona a cui hai fatto un torto.
Ricordando che l'istruzione e' un diritto - ma che ha come confine il diritto all'istruzione degli altri.
Anonimo (non verificato)
Gio, 16/10/2008 - 15:29
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La violenza è come un fenomeno atmosferico!