ACQUA BENE COMUNE

Eco di Biella” del 13 dicembre pubblica a pagina  7 un articolo dove viene riportata la notizia di un ottimo aumento di export per alcuni prodotti biellesi.  Tra questi l’acqua minerale “Lauretana” che a detta dell’amministratore delegato Vietti ha portato al 12% il proprio  fatturato dell’export, soprattutto in Germania . Più di quattro milioni di bottiglie d’acqua che da Graglia finiscono all’estero.

 

HA UNA LOGICA TUTTO CIO’?

 

L’ acqua un bene primario, finito nelle mani del privato diventa merce per arricchirsi e poco importa se alla popolazione del territorio questo provochi una eventuale carenza idrica.

Le acque minerali come la diga in Valsessera sono il businnes della privatizzazione dell’acqua.

  

Basta bugie, l'imbottigliamento dell'acqua danneggia l'ambiente

 

Comunicato stampa

 

Su diverse testate oggi in edicola il presidente di Mineracqua Ettore Fortuna afferma quanto alla sua struttura stia a cuore la questione ambientale. Vale la pena ricordare alcuni dati emersi dalla ricerca "Il far west dei canoni di concessione per le acque minerali" realizzata da Legambiente e Altreconomia a marzo di quest'anno (scaricabile su www.imbrocchiamola.org).

Per prima cosa diciamo che l'acqua che arriva al rubinetto di casa è acqua buona, controllata per legge e assolutamente salutare in quanto i valori di soglia previsti dalle leggi vigenti per i metalli pesanti, colibatteri, sono più bassi per l'acqua di rubinetto piuttosto che per quella venduta in bottiglia. In Italia nel 2008, leggiamo nella ricerca, sono stati imbottigliati 12,5 miliardi di litri d'acqua per un consumo pro capite di 194 litri a testa, più del doppio della media europea e americana. A fronte del fatturato miliardario delle società imbottigliatrici, ci sono dei canoni di concessione ridicoli corrisposti alle regioni che ospitano le fonti (emblematica la situazione della Campania dove la le aziende pagano 0,30 euro la metro cubo, un decimo di quanto si paga in veneto, a fronte di un milione di litri imbottigliati). Ogni anno svendiamo alle multinazionali miliardi di litri d'acqua di sorgente, acqua buona che frutta a queste società un giro d'affari di oltre 2,3 miliardi di euro. A che prezzo? Il 79% delle bottiglie che escono dagli stabilimenti sono in plastica di cui solo il 35% viene riciclato. Solo l'imbottigliamento comporta l'uso di 365mila tonnellate di PET, 693mila tonnellate di petrolio, e 950mila tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera.

Solo il 18% dell'acqua viaggia su ferro, il resto su gomma con un'ulteriore e assai considerevole immissione di CO2 dovuto alle decine di migliaia di TIR che scorrazzano per milioni di chilometri sulle autostrade italiane. In più c'è la questione prezzo.

Il rapporto tra quella del rubinetto e quella minerale è di 1 a 1000.

A fronte di questi dati chiediamo a Mineracqua: chi vince in rispetto dell'ambiente, le multinazionali dell'imbottigliamento o chi beve l'acqua del rubinetto di casa?

 

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Roma, 12 ottobre 2010

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